domenica 23 febbraio 2025

Il Ritratto dell’Artista: tra Narciso e il Selfie - un viaggio nell’autorappresentazione

 


Dal 22 febbraio al 29 giugno 2025, il Museo Civico San Domenico di Forlì ospita una delle mostre più affascinanti della stagione artistica: Il Ritratto dell’Artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie. Curata da Cristina Acidini, Fernando Mazzocca, Francesco Parisi e Paola Refice, questa esposizione ripercorre l’evoluzione della consapevolezza di sé dell’artista attraverso i secoli, partendo dal mito di Narciso fino all’epoca contemporanea del selfie.

L’autoritratto: un viaggio senza tempo

«Il primo è stato Narciso, che guardandosi nello specchio dell’acqua ha conosciuto il proprio volto. Il primo autoritratto. Poi è arrivato il selfie», spiega Gianfranco Brunelli, Direttore delle Grandi Mostre del Museo Civico San Domenico. Questa riflessione introduce un percorso espositivo che analizza il ritratto dell’artista non solo come rappresentazione esteriore, ma anche come specchio di un’indagine interiore.

L’autoritratto è un autografo esistenziale, una firma lasciata sulla tela o su qualsiasi altro supporto visivo che traduce l’identità in immagine. È una maschera che può essere svelata o celata, un esercizio di introspezione e, allo stesso tempo, un tributo al proprio ruolo di creatore.

Artisti e capolavori in mostra

L’esposizione raccoglie opere di alcuni dei più grandi maestri della storia dell’arte. Giovanni Bellini, maestro del Rinascimento veneziano, ha rivoluzionato l’uso della luce e del colore nei suoi autoritratti, mentre Tintoretto ha introdotto un dinamismo drammatico che evidenzia la sua maestria nell’uso delle ombre. Sofonisba Anguissola, una delle poche donne artiste del Rinascimento, ha offerto un punto di vista femminile unico, come testimoniato nei suoi autoritratti intimi e raffinati.

Rembrandt è celebre per la sua serie di autoritratti che documentano il trascorrere del tempo e le sue vicissitudini personali, mentre Tiziano ha saputo conferire una straordinaria profondità emotiva ai suoi ritratti. Francesco Hayez, protagonista del Romanticismo italiano, ha esplorato il rapporto tra arte e sentimento con un’attenzione particolare alla resa psicologica dei suoi soggetti.

Arnold Böcklin, con le sue opere simboliste, ha creato autoritratti ricchi di enigmi e suggestioni, mentre Giorgio De Chirico ha dato vita a immagini cariche di mistero e introspezione metafisica. Giacomo Balla e Mario Sironi, con le loro sperimentazioni nel Futurismo e nella pittura del Novecento, hanno reinterpretato il concetto di autoritratto attraverso un linguaggio innovativo.

Francis Bacon, noto per le sue visioni deformate e intensamente espressive, ha ridefinito il genere dell’autoritratto nel XX secolo, mentre Bill Viola, pioniere della videoarte, ha esplorato l’identità attraverso installazioni immersive e coinvolgenti. Infine, Chuck Close ha rivoluzionato il concetto di ritratto con la sua tecnica iperrealista, realizzando opere monumentali che sfidano la percezione visiva.

Il mito di Narciso e l’eredità del ritratto

Da sempre, l’immagine ha il potere di sostituire la persona che rappresenta. È per questo che il mito di Narciso ha affascinato intere generazioni di artisti, dalla pittura alla letteratura, fino alla psicoanalisi freudiana. L’ossessione per il riflesso, per la propria immagine e per la sua fissazione nel tempo è un tema che attraversa i secoli, trovando oggi nuova espressione nell’era digitale e nell’onnipresenza del selfie.

Nel mondo della letteratura, questo tema è stato ripreso in opere come Il Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, dove il protagonista, ossessionato dalla propria bellezza e dal rifiuto del tempo, vede il proprio ritratto invecchiare al posto suo, trasformandosi in una rappresentazione del suo degrado interiore. Allo stesso modo, il tema del narcisismo e dell’autoconsapevolezza si ritrova in La Metamorfosi di Franz Kafka, dove l’identità del protagonista si dissolve nell’alterazione del proprio corpo, e in Lo Specchio di Machado de Assis, dove il riflesso diventa più reale dell’individuo stesso.

Questi racconti si collegano perfettamente alla pittura, in cui il ritratto diventa una forma di immortalità, ma anche di condanna. Proprio come nel romanzo di Wilde, molti artisti hanno utilizzato l’autoritratto non solo per rappresentare sé stessi, ma anche per esprimere il tormento interiore, l’ambizione e la vanità, elementi che si riflettono nelle opere di Bacon, Rembrandt e De Chirico.

L’esposizione di Forlì propone un percorso che non è solo storico-artistico, ma anche filosofico e sociologico, interrogandosi su cosa significhi davvero guardarsi, riconoscersi e autorappresentarsi.

L’Autoritratto oggi: dallo specchio allo schermo

Un viaggio affascinante, che dalle pennellate dei grandi maestri arriva fino alla modernità, dove lo specchio si è trasformato in schermo e la maschera è diventata un filtro digitale. Oggi il selfie è il naturale erede dell’autoritratto, evolvendo il concetto di rappresentazione di sé attraverso la tecnologia e i social media. La mostra di Forlì invita a riflettere su come, attraverso il ritratto, l’artista abbia sempre cercato non solo di vedersi, ma anche di farsi vedere dal mondo.

Mostra “Il Ritratto dell’Artista”: Informazioni Utili

📍 Dove: Museo Civico San Domenico, Forlì
📅 Quando: Dal 22 febbraio al 29 giugno 2025
🔗 Sito ufficiale: www.mostremuseisandomenico.it
🎟 Biglietti e prenotazioni: Disponibili online sul sito ufficiale

Un’occasione imperdibile per tutti gli appassionati di arte, storia e cultura visiva! 🎨✨

Foto: Pietro Annigoni Autoritratto con amici 

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