Fino al 4 maggio 2025, a Padova, l’Ex Chiesa di Sant’Agnese ospita una mostra dedicata all'artista trevigiano Bruno De Toffoli, uno degli esponenti più originali dello spazialismo. Un’opportunità unica per scoprire la sua arte affascinante, caratterizzata da sculture in gesso che sembrano sfidare le leggi della gravità e del volume, e per ammirare alcuni dei suoi disegni inediti.
Un artista schivo ma innovativo
Nato a Treviso nel 1913, Bruno De Toffoli è stato uno dei più importanti allievi di Arturo Martini. Nonostante la sua personalità introversa e il rapporto difficoltoso con la critica e il mercato, il suo talento ha saputo emergere, soprattutto grazie alla sua capacità di reinterpretare la scultura, partendo da riferimenti come Lucio Fontana, Hans Arp e Constantin Brancusi.
De Toffoli aveva un approccio radicale alla scultura: puntava all’essenzialità, ispirandosi alle forme naturali e cercando di restituire volume alla materia in modo nuovo e innovativo. La sua arte è il risultato di un continuo gioco tra pieni e vuoti, tra forme fluide e spazi indefiniti. Le sue sculture sono spesso frutto di un lavoro meticoloso che elimina spessore alla materia, creando forme che sembrano sospese tra il naturale e l’astratto.
Lo spazialismo di De Toffoli: creare spazio, non solo rappresentarlo
Lo spazialismo, al quale De Toffoli aderisce, non è solo una corrente artistica, ma una vera e propria filosofia. Così come Lucio Fontana, De Toffoli non si limita a rappresentare lo spazio, ma lo esplora e lo trasforma, dando vita a sculture che sembrano interagire con l’ambiente circostante. Ogni opera sembra un monumento in dialogo con l'aria, capace di generare e plasmare lo spazio intorno ad essa. Le sue sculture in gesso, esposte in mostra, sono come totem verticali, a metà tra l'astratto e il figurativo, pronti a sfidare il vuoto.
Negli anni Sessanta, l’artista sperimenta nuove forme a griglia, mescolando il naturalismo con elementi costruttivisti. La sua arte evolve in continuazione, riflettendo il cambiamento del contesto culturale e artistico.
La mostra a Padova: un viaggio nello spazialismo
La mostra a Padova si sviluppa in due sezioni, ognuna delle quali offre uno spunto interessante per comprendere meglio l’universo artistico di Bruno De Toffoli.
Nella prima sezione, le nove sculture in gesso degli anni Cinquanta, provenienti dalla Collezione Intesa Sanpaolo, trovano posto sotto le maestose navate della Chiesa di Sant’Agnese. Questi lavori sono caratterizzati da forme slanciate e punte affilate, che sembrano affacciarsi sulla realtà con occhi spalancati. La loro presenza imponente, accompagnata dalle linee eleganti e precise, trasforma lo spazio in una sorta di scultura vivente.
La seconda parte della mostra è dedicata ai disegni inediti dell’artista, che vengono presentati per la prima volta al pubblico. Si tratta di 21 fogli che raccontano l’evoluzione del pensiero di De Toffoli tra il 1958 e il 1965. Questi disegni mostrano come la sua ricerca artistica sia stata in continua trasformazione, evolvendo in sintonia con il panorama culturale degli anni Sessanta.
Un elemento particolarmente interessante della seconda sezione è il confronto tra le opere di De Toffoli e quelle di altri artisti del periodo, come Vinicio Vianello, Jaroslav Serpan, Lucio Fontana, Agostino Bonalumi, Roberto Crippa, e molti altri. Il curatore Luca Massimo Barbero ha organizzato un dialogo visivo tra questi artisti, evidenziando le influenze reciproche e le affinità estetiche che hanno segnato il panorama artistico di quel periodo.
Un’occasione imperdibile
La mostra su Bruno De Toffoli è una straordinaria occasione per riscoprire il valore e la bellezza di un artista che ha saputo dare una nuova dimensione alla scultura. Grazie alla sua visione innovativa dello spazio e della materia, De Toffoli è riuscito a creare opere che ancora oggi ci parlano di un’arte capace di emozionare e di stimolare il pensiero. Se siete appassionati di arte, o semplicemente curiosi di scoprire un grande artista del Novecento, non perdetevi questa mostra a Padova.