mercoledì 12 febbraio 2025

Guido Guidi: Col Tempo – un viaggio nella storia della fotografia e dell'architettura

 


Roma, MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, fino al 20 aprile 2025

Fino al 20 aprile 2025, il MAXXI di Roma ospita la più grande retrospettiva mai dedicata al maestro della fotografia italiana Guido Guidi, intitolata "Guido Guidi. Col Tempo, 1956-2024". Questa imponente mostra è un'occasione unica per ripercorrere la carriera di uno dei fotografi più importanti dell'ultimo secolo, la cui ricerca ha segnato un incontro privilegiato tra fotografia, architettura e paesaggio. Con oltre 400 immagini, di cui ben 40 inedite, l'esposizione offre uno spaccato vasto e articolato delle sue evoluzioni artistiche, delle sue scelte estetiche e dei suoi temi più cari.

Una vita dedita alla fotografia: gli inizi di Guido Guidi

Guido Guidi nasce a Cesena nel 1941 e cresce in un contesto che da subito sollecita il suo sguardo attento al mondo che lo circonda. Inizia a fotografare negli anni '60, influenzato dalla passione per il paesaggio e dall’interesse per l'architettura. La sua carriera si sviluppa in parallelo al cambiamento dei linguaggi fotografici, ma senza mai allontanarsi dal suo impegno verso la realtà quotidiana e il paesaggio trasformato dall'intervento umano.

Nel corso della sua carriera, Guidi ha dimostrato un interesse particolare per la memoria storica e la capacità della fotografia di fermare il tempo, cristallizzando momenti di transizione, di cambiamento, ma anche di permanenza. Le sue prime fotografie in bianco e nero, scattate con il formato 35 mm, riflettono una visione intensa e intima del mondo, fatta di paesaggi sparsi e di scene urbane che sembrano quasi suggerire una riflessione sul passaggio del tempo.

La poetica di Guido Guidi: architettura e paesaggio come storie in immagini

L’esposizione al MAXXI inizia con la serie Preganziol (1970), che, secondo molti critici, rappresenta un manifesto della poetica di Guido Guidi. Con quest'opera, il fotografo ci invita a guardare le cose quotidiane con occhi nuovi, scoprendo significati nascosti negli spazi comuni e nei paesaggi apparentemente insignificanti. La sua capacità di cogliere l'intimità degli spazi e di creare una connessione tra ciò che è umano e ciò che è architettonico, segna una delle caratteristiche distintive della sua fotografia.

Nel corso degli anni, Guidi sviluppa un'attenzione crescente per l'architettura, in particolare per i luoghi dove l'uomo ha interagito con l'ambiente in maniera profonda, come nel caso della Tomba Brion progettata da Carlo Scarpa. Le sue immagini non si limitano a documentare il singolo edificio, ma catturano l'anima degli spazi, il loro rapporto con il contesto circostante, e la loro capacità di dialogare con il tempo e la memoria.

L'esplorazione dei paesaggi urbani: la città e il suo senso

Le sezioni dedicate ai paesaggi urbani e architettonici sono tra le più significative della retrospettiva. Guidi non si limita a documentare l’architettura, ma la inserisce in un dialogo continuo con la natura e l'ambiente circostante, riuscendo a far emergere l’essenza del paesaggio stesso, rivelando attraverso l'obiettivo come l’urbanizzazione abbia trasformato e ridefinito il contesto naturale.

Un aspetto fondamentale del lavoro di Guidi è la sua capacità di evocare la mutevolezza delle cose. Il fotografo si fa testimone del passaggio del tempo, catturando il cambiamento fisico dei luoghi, ma anche quello emotivo e psicologico. È il caso, ad esempio, delle sue immagini di luoghi in transizione o di edifici che portano le tracce del loro vissuto: crepe nei muri, segni del degrado, o semplicemente la quiete che precede un cambiamento imminente.

Il messaggio di Guido Guidi: la fotografia come strumento di riflessione

Guido Guidi ha sempre creduto che la fotografia fosse uno strumento potente non solo per raccontare la realtà, ma per indurre alla riflessione sul tempo, la memoria, e il nostro rapporto con gli spazi che abitiamo. La sua fotografia è intima e profonda, ma anche capace di un respiro universale. Le sue immagini non sono semplicemente “momenti congelati” del passato, ma racconti di luoghi che, attraverso il filtro della sua sensibilità, parlano del presente e del futuro.

Un altro elemento che emerge chiaramente nell'esposizione è l’approccio di Guidi alla fotografia come pratica di ricerca, non solo estetica, ma anche intellettuale. La sua opera si inserisce in una riflessione continua sulla percezione visiva e sull’interazione tra l’uomo e l’ambiente costruito, nonché sul significato profondo che ogni luogo può trasmettere.

La video-installazione di Alessandro Toscano: un'interpretazione multimediale del lavoro di Guidi

A rendere ancora più suggestiva la mostra, contribuisce la video-installazione realizzata dal regista Alessandro Toscano. L'opera è un tentativo di reinterpretare visivamente l'universo creativo di Guidi, e nel contempo di raccontare il processo di creazione e ricerca che ha accompagnato la realizzazione della retrospettiva. La video-installazione aggiunge una dimensione dinamica al lavoro di Guidi, offrendo ai visitatori una visione più complessa e stratificata della sua carriera.

Una mostra da non perdere

Guido Guidi. Col Tempo, 1956-2024 è una delle mostre più importanti del 2025 in Italia. La sua ricchezza e complessità, il dialogo tra immagini fotografiche, architettura e paesaggio, la riflessione sul passaggio del tempo e la memoria, sono elementi che rendono questa retrospettiva una vera e propria occasione di arricchimento culturale. Per chiunque sia appassionato di fotografia, di architettura o di arte contemporanea, una visita a questa mostra è un'esperienza da non perdere.

Con una curatela di Simona Antonacci, Pippo Ciorra e Antonello Frongia, e la partecipazione attiva di Guido Guidi nell’allestimento, "Col Tempo" è una celebrazione di una carriera che ha saputo tracciare una via originale e unica nel panorama della fotografia contemporanea.

Credit photo: Di Daisetz21 - Opera propria, CC BY-SA 4.0

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