domenica 27 gennaio 2008

Agata Santa: storia, arte, devozione


A Catania, da martedì 29 gennaio fino al 4 maggio 2008, andrà in scena una monumentale mostra dedicata a Sant'Agata, Santa Patrona della bellissima città siciliana posta ai piedi dell'Etna, dal titolo "Agata Santa: storia, arte, devozione".

Sarà possibile ammirare decine di affreschi, mosaici, dipinti, pale d'altare e reperti archeologici che raccontano una storia lunghissima che va dalla metà del terzo secolo dopo Cristo fino alla prima metà del Novecento.

In mostra anche dipinti e sculture provenienti dai musei Louvre e Moreau di Parigi, dai Musei Vaticani e dalla Galleria Borghese di Roma, dal Museo di San Marco di Firenze, dall'Art Gallery di York, in Inghilterra, e dall'Heritage National Museum di Malta.

Le opere saranno esposte all'interno del Museo Diocesano e nelle monumentali chiese barocche di San Francesco Borgia, sede della sezione archeologica-storica, e di San Placido con le sezioni oreficeria, argenteria, coralli e arti minori assieme a quelle urbanistica e librario documentale.

Tra i dipinti ci saranno la magnifica Pala dell'Oratorio del Rosario di Palermo dell'artista Anthony Van Dyck e persino il celeberrimo "Martirio di Sant'Agata di Giovan Battista Tiepolo, realizzato per la Basilica di Sant'Antonio a Padova, opere del Bergognone, di Bernardino Luini e di Jacopo Ligozzi.

Tra i reperti archeologici citiamo l'Iscrizione di Iulia Florentina, tra le più antiche testimonianze cristiane al mondo, rinvenuta a Catania nel 1730 ma esposta nel museo parigino del Louvre, e l'Efebo di Selinunte.

sabato 26 gennaio 2008

Virgo Virago - Donne tra mito e storia,letteratura ed arte,dall'antichità a Beatrice Cenci -

Con Virgo virago, saggio denso d'informazioni e di spunti, continua l’approfondimento di Francesca Santucci della presenza femminile nella letteratura, nella storia, nell'arte e nella società, dal mondo classico ai nostri giorni, percorso iniziato nel 2003 con Donna non sol ma torna musa all'arte e proseguito nel 2004 con Donne protagoniste. Dall'ottica più propriamente letteraria del primo lavoro della trilogia, a quella artistica in senso lato della seconda, l'interesse s'incentra qui su 'antiche' donne variamente violate, ferite nel corpo e nell’animo, dall’ignoranza, dal preconcetto … dalla violenza, dalla ferocia, dalla barbarie … realmente esistite, esistite solo nella fantasia, donne comunque stra/ordinarie. L'Autrice passa in rassegna, con un livello di partecipazione sempre elevato, ma senza mai rinunziare ad un'attenzione quasi filogica per l'informazione, le figure di Proserpina, Medea, Lucrezia, Boudica, Betsabea, S. Agata, S. Orsola, S. Barbara, Trotula, Eloisa, Ildegarda, Lisabetta, Francesca, S. Caterina, Giovanna II, Ofelia, Beatrice Cenci, inframmezzando questo suo racconto a scorci di tipo storico come la condizione delle donne nel Medioevo e sotto l'Inquisizione. Un'opera dalla lettura fresca e coinvolgente, e pure decisamente impegnata, ma anche un contributo all'emancipazione "vera e generalizzata" della donna nel mondo.
in copertina A. Scotto, "Citharoeda"

PREFAZIONE

2003: Donna non sol ma torna musa all'arte, 2004: Donne protagoniste, 2007: Virgo Virago, il tutto nel contesto generale d'un interesse dichiarato per la letteratura "al femminile", come dimostra l'omonimo sito Internet ideato e curato dall'Autrice. Già i titoli dei lavori ci dànno un'idea della successiva specializzazione del percorso, e mette conto - come istanza preliminare - chiamare a raccolta lo stuolo di dominae fin qui tolte dal dimenticatoio, o comunque riproposte, da Francesca Santucci nella sua trilogia, perché più d'ogni altra argomentazione ci faranno capire l'evoluzione del suo approccio alla materia. Se in Donna non sol ma torna musa all'arte l'interesse s'era concentrato su: Anonima, Saffo, Erinna, Anite, Nosside, Maria di Francia, Beatrice Contessa di Dia, Compiuta Donzella, Christine de Pizan, Veronica Gàmbara, Vittoria Colonna, Isabella Morra, Gaspara Stampa, Louise Labé, Lesbia Cidonia, Olympe de Gouges, Eleonora De Fonseca Pimentel, Jane Austen, Mary Wollstonecraft, Elizabeth Barret Browning, I Brontë ed Emily Brontë, Emily Dickinson, Mariannina Coffa, Neera, Contessa Lara, Ada Negri, Grazia Deledda, Sibilla Aleramo, Florbela Espanca, Paola Masino, Lalla Romano, Sylvia Plath, autrici letterarie, dunque, con la precisazione dell'Autrice stessa che il libro voleva essere "una piccola guida informativa che possa condurre alla scoperta dell'affascinante universo letterario femminile …" e che in esso "sono presenti … autrici, scrittici e poetesse tra le più rappresentative ed interessanti dei secoli in cui hanno operato", scelte con un criterio affatto soggettivo, perché "ognuna di loro mi ha insegnato qualcosa, a tutte le loro vicende personali mi sono appassionata e tutte le ho amate, perché dietro ogni verso, ogni rigo, ogni sola parola, ho trovato celati un dolore, una lacrima, una sofferenza, un’insofferenza, una protesta, un’inquietudine, una disperazione, un grido di solitudine, un canto d’amore"; se in Donne protagoniste oggetto della curiosità di Francesca erano state Cleopatra, Teodora, Giovanna d'Arco, Artemisia Gentileschi, Judith Leyster, Rasalba Carriera, Madame de Pompadour, Angelica Kauffman, Elizabeth Vigée Le Brun, Luisa Sanfelice, Contessa Clara Maffei, Contessa di Castiglione, Elizabeth Gazskell, Berthe Morisot, Mary Cassatt, Eleonora Duse, Camille Claudel, Machesa Luisa Casati, Tina Modotti, Jeanne Hèbuterne, Tamara De Lempicka, Elfriede Lohse-Wächtler, Frida Khalo, Maria Callas, Marylin Monroe, Pierina Morosini, Rihab Taha, Meena, precisando l'Autrice: "… volutamente sono state tralasciate le donne più famose … e privilegiate quelle meno conosciute … quelle cadute nell'oblio … quelle più scomode … e quelli di cui è possibile offrire un diverso aspetto … pittrici e scultrici …"; qui, in Virgo Virago, ci vengono proposte - assieme a Proserpina, Medea, Lucrezia, Boudica, Betsabea, S. Agata, S. Orsola, S. Barbara, Trotula, Eloisa, Ildegarda, Lisabetta, Francesca, S. Caterina, Giovanna II, Ofelia, Beatrice Cenci, ovvero " 'antiche' donne variamente violate, ferite nel corpo e nell’animo, dall’ignoranza, dal preconcetto … dalla violenza, dalla ferocia, dalla barbarie … realmente esistite, esistite solo nella fantasia, donne comunque stra/ordinarie" - per la prima volta su tre opere, alcune prospettive d'assieme (donne nell’antichità, la condizione delle donne nel Medioevo e il massacro delle donne), dove il discorso si sposta dal particolare al generale. Siamo passati, dunque, dall'interesse puramente personale del primo lavoro, una sorta di racconto di cose lette trovate coinvolgenti, anche in un'ottica dialettica tra scrittura maschile e scrittura femminile, e riproposte al lettore filtrate dalla sensibilità dell'Autrice, ad un intervento più consapevole nel secondo, finalizzato a riproporre figure, diciamo secondarie o, meglio, marginali rispetto alla letteratura ufficiale, e pertanto consapevolmente vòlto a rendere giustizia di un atteggiamento "maschilista" di monopolizzazione delle lettere e delle arti, per giungere ad un intervento di più ampio respiro, dove viene meno l'interesse per la produzione propriamente artistica-letteraria, privilengiandosi invece la figura femminile (non importa se reale o mitologica) per dar corpo ad una vibrante protesta sulla condizione della donna nell'antichità, nel medioevo e financo ai nostri giorni, nel terzo. Ma c'è anche un'altra evoluzione che non sfugge a chi, come me, ha seguìto sin dall'inizio l'iter produttivo e redazionale di Francesca Santucci. Se la prima fatica era, come ho detto, eminentemente divulgativa, la seconda andava più a fondo nell'informazione bio-bibliografica, questa terza si presenta come un vero e proprio saggio, con un esaustivo apparato di note. Ma veniamo al titolo: la paronomasia - Virgo Virago - riassume, con una sintesi pregnante, la duplicità del modus sentiendi dell'antichità nei confronti della figura femminile. Se posso permettermi una breve digressione etimologica, dall' i.e. *wīros ci vengono il sk. vīrás, l'av. vīrō, il lat. vir, l'umb. veiro, l'a.irl. fer, il gall. gwr, il got. wair, l'a.isl. verr, l'ags wer, il lit. výras, il pruss. wijrs e il TA wir. Dal latino vir, a sua volta, ci viene virago, che dal vir sembra derivare. Secondo la Volgata di San Girolamo ("dixitque Adam hoc nunc os ex ossibus meis et caro de carne mea haec vocabitur virago quoniam de viro sumpta est") virago sarebbe, sic et simpliciter, la donna, ma questo pare essere un apax. Se andiamo a scomodare Isidoro di Siviglia, Etymologiarum sive originum libri XX, troviamo nel Liber XI "[21] Virgo a viridiori aetate dicta est, sicut et virga, sicut et vitula. Alias ab incorruptione, quasi virago, quod ignoret femineam passionem. [22] Virago vocata, quia virum agit, hoc est opera virilia facit et masculini vigoris est. Antiqui enim fortes feminas ita vocabant. Virgo autem non recte virago dicitur, si non viri officio fungitur. Mulier vero si virilia facit, recte virago dicitur, ut Amazona. [23] Quae vero nunc femina, antiquitus vira vocabatur; sicut a servo serva, sicut a famulo famula, ita a viro vira. Hinc et virginis nomen quidam putant". In breve, da vir, uomo, abbiamo virago, la donna che si comporta da uomo e, se non prendiamo per buona l'etimologia del virgulto o della vitella per la vergine, la virgo, per la quale possiamo ipotizzare un'usura del termine virago con conseguente sincope vocalica e passaggio semantico da colei che si comporta come un uomo a colei che ancora non ha conosciuto l'uomo (vergine, appunto). La donna "biologica", sempre secondo Isidoro, loco citato, è mulier: "[18] Mulier vero a mollitie, tamquam mollier, detracta littera vel mutata, appellata est mulier. [19] Vtrique enim fortitudine et inbecillitate corporum separantur. Sed ideo virtus maxima viri, mulieris minor, ut patiens viri esset; scilicet, ne feminis repugnantibus libido cogeret viros aliud appetere aut in alium sexum proruere. [20] Dicitur igitur mulier secundum femineum sexum, non secundum corruptionem integritatis: et hoc ex lingua sacrae Scripturae. Nam Eva statim facta de latere viri sui, nondum contacta a viro, mulier appellata est, dicente Scriptura (Genes. 2,23): 'Et formavit eam in mulierem.'". Da noi la mulier è diventata moglie, ma altrove nella Romània è rimasta donna, ad esempio nello spagnolo mujer, nel portoghese mulher, nell'aragonese mullé (muller). Ma il passo avanti dei Romani (recepito anche sul piano linguistico) a livello d'atteggiamento nei confronti della donna, sta appunto nell'aver iniziato a sostituire alla biologica mulier la domina, vista dunque in una seppur limitata sfera di imperium, e via via affrancata dalla manus del pater familias, domina da cui, ancora una volta per usura e per sincope vocalica, è venuta fuori la nostra donna. Ma meglio di me parla di questi argomenti Francesca Santucci nella sezione "Donne nell'antichità", dove passa in rassegna la condizione di vita della donna greca, spartana ed ateniese, di quella della Roma repubblicana e della Roma imperiale, per finire alle condizioni della donna celtica. La sua analisi prosegue, inframmezzata da singole biografie, nella sezione relativa alla condizione delle donne nel Medioevo, dove il suo interesse s'appunta sia sull'Alto, sia sul Basso Medioevo, con un'enfasi particolare sulle leggi federiciane e sulla mentalità progressista che esse rispecchiano. Quel che statuisce l'uomo "che cambiò il mondo", come lo definisce H. M. Schaller: "De la violentia facta a meretrice / OMNES NOSTRO REgimini. Comanda lo Imperatore che nullo sforze la meretrice a la sua voluntà, et si contrafarà sia privato del capo. Però questo è vero si se lamenterà infra octo giorni, altramente non pare li sia facta forza, excepto se in quilli octo giorni non stesse in sua libertà. (I 21). / CAPITALEM. Comanda lo Imperatore che si alcuno stuprasse o furasse una vergine, vidua, sposa o maritata, overo si alcuno nascondesse lo rapitore, deve essere privato del capo, cessante quella antiqua consuetudine che voleva che, si lo rapitore la pigliasse per mogliere, non fusse tenuto ad alcuna pena. (I 22. I)" dovrebbero andarselo a rileggere ed assimilarlo, mutatis mutandis, certi odierni giudicanti e certi politicanti "nostrani".Un ultimo accenno alla terza sezione generale, quella sulle streghe ("Il massacro delle donne"). Si tratta a mio parere della parte più approfondita ed interessante del libro, che fornisce un quadro chiaro e preciso del passaggio da una superstizione a qualcosa di più tragico, l'inquisizione, con quella sinistra scia d'assassinî che comportò. Strega da stria, a sua volta da strix (la "strige immonda" di belliniana memoria), uccello mitologico notturno che succhiava il sangue e mangiava carne umana, stava con le zampe in alto e la testa in basso (come i vampiri, o pipistrelli nostrani, con evidente parentela semantica con i succiacapre o tettavacche e con i chupacabras americani) ed era frutto di metamorfosi di persone che avevano attuato il cannibalismo. Da stria all'italiano strega, al rumeno strigoaicǎ e all'albanese shtriga il passo è breve. Da strix viene anche il nome scientifico della famiglia degli strigidi (o Strigidae), uccelli rapaci cui appartengono quelli del genere Strix (allocchi). Celebri, infine, le streghe di Triora, e famoso il processo del 1588, le bàggiue, termine che non ci vuole molto a ricondurre al rospo (bàggiu) e alle "fate intese a malefici con cibi e con bevande affatturate ... chi sa quali fate, e in chi sa quali tenebrosi offici!". Sopravvivenza di antichi culti pagani, sopravvivenza dell'antico fino ai giorni nostri, tradizioni - per fortuna - dure a morire, come attesta ancor oggi un proverbio della Valdivara, in provincia della Spezia, da dove scrivo "ciöve o mia u su, e strie fan l'amù". Grazie a Francesca Santucci per avermi dato l'occasione di dire queste cose, grazie per tutto quello che scrive e grazie a chi avrà avuto la pazienza di lèggere queste mie divagazioni.
Pier Giorgio Cavallini, La Spezia, 24 novembre 2007

Francesca Santucci, napoletana. Poetessa e scrittrice, studiosa del femminile e dell’antichità, ha pubblicato raccolte di poesie, racconti, fiabe e saggi: La vana attesa(A.L.I. Penna d’autore, 2000), L'ultimo viaggio (Il Foglio, 2002), Donna non sol ma torna musa all'arte (Il Foglio, 2003), Donne protagoniste (Il Foglio, 2004), Racconti e fiabe (A.L.I. Penna d’autore, 2004), Napoli di ieri (A.L.I. Penna d’autore, 2005), Messaggi dall’antichità (Kimerik, settembre 2005), Rosa e croce (Carta e Penna, maggio 2006), Scrivo, e il cuore più non soffre (Edigio’, settembre 2007). Ha, inoltre, curato la prefazione del libro Il diavolo nella rete (Joker, 2003) di Letizia Lanza, dei Ricordi di guerra di Rodomonte Lenti (A.L.I. Penna d’autore, 2004), delle raccolte poetiche Penziere mieje di Vittorio Aprea (Kimerik, 2005) e In punta di poesia, di Fabio Carvelli (A.L.I. Penna d’autore, 2006). E’ presente con poesie e racconti in antologie collettive e raccolte multimediali (Book, Seledizioni, CE.AR.C., Centro Incontri, Ursini, Penna d’Autore, Il Filo, I fiori di campo, Aletti, Carta e penna, Akkuaria, Kimerik, etc.). Nel 2007 una sua fiaba, “La favola del sole e della luna,” è stata musicata dal cantautore Pino Barillà, ed il pittore Arturo Bonanomi ha illustrato a tempera una sua poesia, "Ad una rosa", pubblicata in tiratura limitata dalla casa editrice Pulcinoelefante.
http://www.francescasantucci.it/ http://www.letteraturaalfemminile.it/ mail@francescasantucci.it http://www.akkuaria.org/



venerdì 25 gennaio 2008

Presentazione Q9 TV - televisione ufficiale del blog Arte Italiana


Cari amici artisti, galleristi ed appassionati d’arte,

stiamo raccogliendo materiale video da trasmettere attraverso il canale televisivo “Q9 TV” la televisione ufficiale del blog “Arte Italiana”.

“Q9 TV” è una televisione giovane e dinamica caratterizzata da un palinsesto agile e sperimentale che mira soprattutto a far emergere nuovi talenti artistici.

“Q9 TV” è un utile strumento per tutti quei giovani artisti che stentano a trovare spazio nel mondo dell’arte attraverso i canali tradizionali e che desiderano avere un po’ di visibilità.

“Q9 TV” è un valido alleato anche per i galleristi che desiderino realizzare video delle mostre da loro organizzate, interviste ed approfondimenti.

“Q9 TV” trasmette sul web 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno.

Tutti i video inviati saranno visionati e selezionati in modo da essere collocati all’interno del palinsesto.

Vademecum:

a) Vi preghiamo di NON inserire messaggi pubblicitari all’interno dei video.
b) Parlate di voi, delle vostre opere d’arte, delle mostre che avete o che state organizzando, citate con chiarezza i vostri contatti all’inizio ed alla fine dei video.
c) Lasciate ampio spazio ai contenuti evitando a chi guarda il video la spiacevole sensazione di trovarsi di fronte ad uno spot pubblicitario.
d) Badate alla qualità delle immagini in modo da far risaltare i colori delle opere d’arte.
e) Per quanto riguarda l’audio, assicuratevi che non si odano fruscii di fondo.
f) Inserite nei video delle colonne sonore che si adattino bene ai contenuti del filmato.

Indipendentemente dalla durata e dalle dimensioni del video, (fino ad un massimo di 100 MB), vi sarà possibile inviarlo via e-mail attraverso il servizio Jumbo-Mail di Libero al seguente indirizzo di posta elettronica: graficamica2004[chiocciola]libero.it specificandone nel corpo dell’e-mail il contenuto, attraverso una sorta di breve comunicato stampa.






PER INSERIRE Q9 TV IN UN SITO INTERNET, BLOG O FORUM BASTA COPIARE E INCOLLARE IL SEGUENTE CODICE NEL PUNTO ESATTO DELLA PAGINA IN CUI SI VUOL VISUALIZZARE IL CANALE

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mercoledì 23 gennaio 2008

Splendour of the Medici. Art and Life in Renaissance Florence


In Ungheria, domani, presso il Museo di Belle Arti di Budapest, verrà inaugurata un'imponente mostra intitolata "Splendour of the Medici. Art and life in Renaissance Florence". La mostra, curata magistralmente da Monica Bietti, Annamaria Giusti e Maria Sframeli, fa parte di tutta una serie di eventi atti a celebrare il 550° anniversario dell'incoronazione a sovrano d'Ungheria di Mattia Corvino.

La mostra, che proseguirà fino al 18 maggio 2008, ripercorre due secoli di storia rinascimentale medicea attraverso immagini e capolavori provenienti dai principali musei fiorentini. Tra le opere esposte faranno bella mostra di se dipinti e sculture di Botticelli, Leonardo Da Vinci, Michelangelo Buonarroti, Raffaello, Filippino, Paolo Uccello, Filippino Lippi, Mantegna, Bronzino, Donatello, Andrea e Luca della Robbia.

Sarà possibile ammirare anche una tavola del Trittico Carnesecchi raffigurante San Giuliano, dipinta dall'artista Masolino, attivo in Ungheria al servizio del sovrano. (Organizzazione: Contemporanea Progetti)

martedì 22 gennaio 2008

Takayuki Nakatake - Noriaki Yokosuka"FOTOGRAFIE"

15 FEBBRAIO - 28 MARZO 2008
Inaugurazione sabato 15 febbraio ore 19,00
a cura di Andrea Della Rossa
testo di Marco di Mauro

Takayuki Nakatake e Noriaki Yokosuka esprimono due opposte concezioni della fotografia: l’uno aspira a rappresentare il vero, la realtà concreta e materiale in cui si svolge la nostra esistenza; l’altro vuole cogliere l’ineffabile, l’arcano, quella dimensione ulteriore che soggiace alla Nakatake, come un pittore naturalista del Seicento, indugia nella cruda descrizione di una realtà dimessa e profondamente vera. Le sue immagini emergono dal fondo in virtù di un vigoroso chiaroscuro, che esalta impietosamente la callosità delle mani, o la pelle rugosa e avvizzita dei volti. Il fotografo è animato dalla strenua volontà di documentare il lato umano della storia, i segni del lavoro e della passione che restano incisi sulla pelle come ferite mai rimarginate. Attraverso le membra sofferte di uomini e donne, Nakatake ci trasmette la forza e la dignità della vita che, malgrado le dure condizioni imposte dall’ambiente, riesce ancora a perpetuarsi. Sarebbe riduttivo, tuttavia, descrivere le sue fotografie come mera documentazione: l’artista giapponese tende a delineare una poesia per immagini, in cui il dato reale, lungi dall’esaurire il proprio significato in una tautologia, muta la sua identità per diventare segno, contenitore di esperienze, rappresentazione di uno stato d’animo.
Al contrario, Yokosuka tende a sublimare la realtà fino all’astrazione, mediante una talentuosa messinscena che rievoca le poetiche rappresentazioni del teatro kabuki, imperniate sull’espressione corporea non priva di allusioni sessuali. Le sue fotografie celebrano l’essenza femminile attraverso un sottile gioco di velature e di trasparenze, che esaltano i purissimi lineamenti del corpo, il colorito latteo della pelle, le dolci protuberanze dei seni e l’acceso incarnato delle labbra. Anche i sontuosi kimono, esibiti in un tripudio di panneggi rigonfi e avvolgenti, contribuiscono a rendere la grazia femminile, che si dispiega leggiadra nella mimica e nella danza. Ogni azione, ogni gesto si carica di una forte pregnanza simbolica, ma la medesima espressività si manifesta nelle pose bloccate, sospese in un’atmosfera onirica che rinvia, ancora una volta, alle sofisticate rappresentazioni del teatro kabuki. Accanto alle figure femminili, nelle fotografie di Yokosuka compaiono dei cortei maschili, spesso mascherati, ammaliati dalla bellezza muliebre che tentano di afferrare con le mani avide e bramose. La donna, però, non si lascia possedere, mantiene un quid etereo ed evanescente che la proietta in una dimensione superiore.

Marco di Mauro

AREA24 ART GALLERY
80143 Napoli – via Ferrara 4(angolo Corso Novara a 300 mt dalla Stazione Centrale FS)
Tel. 081 0781060 - 3382243466 - Fax / segreteria telefonica 178 2231693
Web site; www.adrart.it/area24 E-mail: area24@adrart.it
Orario: dal martedì al venerdì ore 17.30 - 20.00 e per appuntamento. Festivi chiuso

Francesca Galliani e la donna oggetto del desiderio


La donna, oggetto del desiderio. E' questo il tema della mostra fotografica dell'artista milanese Francesca Galliani, presso la Galleria Luxardo di Roma, intitolata "Wanted", in cui, la bravissima fotografa meneghina, propone scenari rielaborati con la pittura e collages in cui campeggiano ritagli di rotocalchi.

La mostra consta di numerosi lavori in tecnica mista su tela o cartoncino, dove la pittura, con i suoi toni rossi e neri, vuole indicare desideri e ferite, ma anche passione e carnalità, le campiture blu che sfumano e accarezzano i corpi, restituiscono loro quel peso e quella materialità di cui sono composti.

Francesca Galliani, nella sua opera "Female" (che potete ammirare in foto), dove i soggetti principali sono una donna tatuata e un altare, da sfogo a un contrasto ma anche alla libera espressione di un'arte che lancia un messaggio forte contro la vergogna repressiva imposta spesso dalla nostra società. Le opere di Francesca Galliani possono essere interpretate in mille modi diversi ma il nocciolo del suo messaggio, che abbatte le regole dell'obiettività e della messa in scena, ci conduce all'interno di un mondo ricco di sentimenti, passioni, pulsioni, trepidazioni e suggestioni. La memoria pare trasfigurare l'immagine, e tutto si confonde e si mescola prendendo vie indefinite e raggiungendo l'immaginazione. In questo percorso dagli accenti metropolitani ed asiatici, sarà la fantasia erotica di chi si introduce come voyeur nella scena fotografica dell'artista a creare la valenza di seduzione o rigetto.

Info mostra

Galleria Luxardo - Via Tor di Nona, 39 (Roma) Tel. 06 - 68309555 / 06 - 6780393

Lo Zoo di Simona


Lo Zoo di Simona ed il suo mondo NEOPOP, SALGONO su fantamirabolanti auto ZOO_VINTAGE ed iniziano il loro viaggio attraverso sogni COLORATI, desideri GRAFICI, TRATTI in azione, amori di frasi dipinte, ciniche constatazioni di rifiuti, realtà crude di tele di iuta e dolci attese di sogni sognati, dolci zuccherati, ricordi elucubrati, di viaggi, di tragitti, di percorsi, di vie e di bivi: la persona che parte per un viaggio non è mai la stessa che torna.

Lo Zoo di Simona è un progetto messo via per dieci anni, un viaggio. Una grande passione di evasione, una timidezza di percorso, un livello di comunicazione nei confronti di un mondo che comprendo solo con una personalissima visione di guida: "credo nelle stelle vivendo in un paese che le confonde con le lucciole" e soprattutto in un viaggio l'importante è perdersi!

OPENING ZOO PARTY DOMENICA 9 FEBBRAIO 2008 LOCALE PUBBLICO PLACEBO CONTEMPORANY GALLERY VIA CAVOUR TERNI-UMBRIA-ITALIA INFOLINE: press@lozoodisimona.it AUTORE: LO ZOO DI SIMONA Official Site: http://www.lozoodisimona.it

lunedì 14 gennaio 2008

Perché l’arte ha bisogno di curatori anche se non è malata?


Perché l’arte ha bisogno di curatori anche se non è malata? Curatori di nuova generazione a confronto con personalità della cultura contemporanea.

IED- Istituto Europeo di Design Via Alcamo,11 Roma 28 gennaio 2008 Dalle ore 9.30 alle 18.00

Curatori: 13 Notturno (Sara Buoso, Renzo Cioni, Anita Del Tufo, Connie Di Nardo, Giulia Grechi, Elena Guernieri, Jacopo Lanteri, Chiara Nicolini, Irene Petrarca, Tiziana Pezone, Rita Salvadei, Lisa Sperandii, Silvia Valente).

Partecipanti: Raffaele Gavarro, Marco Izzolino, Cesare Pietroiusti (collegamento in teleconferenza), Paolo Ruffini, Benno Simma, Judith Wielander.

Moderatore: Viviana Gravano.

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Dopo l’evento L’intimità esposta, curato in occasione di Notte Bianca di Roma, continua il lavoro di 13 Notturno. Il 28 gennaio 2008, gli allievi usciti dal Master per curatori dello IED – Istituto Europeo di Design di Roma, diretto da Viviana Gravano, propongono un convegno dal titolo: Perché l’arte ha bisogno di curatori anche se non è malata?.

Il gruppo 13 Notturno affronta la questione della trasmissione del sapere legata alla figura del curatore nel panorama delle arti contemporanee.

Il convegno si articolerà in due sessioni: al mattino interverranno i componenti del gruppo; nel pomeriggio sei esperti saranno chiamati ad un confronto con le tesi esposte nella mattinata.

Le tesi affrontate nella prima parte saranno incentrate su diversi argomenti che ruotano intorno al tema dell’identità del curatore come storico, critico, educatore e operatore.

Gli ospiti invitati nella sessione pomeridiana saranno: Raffaele Gavarro (critico e curatore), Marco Izzolino (copywriter e storico dell'arte), Cesare Pietroiusti (artista) (collegamento in teleconferenza), Paolo Ruffini (operatore culturale), Benno Simma (architetto e designer), Judith Wielander (curatrice).

Raffaele Gavarro, critico e curatore. Dal 2005 cura l’attività espositiva dell’Isola di San Servolo a Venezia, dedicata alla fotografia e ai nuovi media. E’ inoltre direttore artistico di V_Venice Videoart Fair, che si svolge sempre a Venezia. Ha pubblicato articoli e saggi su riviste nazionali e internazionali e ha realizzato numerosi progetti espositivi in gallerie e musei.

Marco Izzolino, copywriter e storico dell'arte. Ha curato, organizzato e/o collaborato alla realizzazione di numerose mostre in spazi pubblici e privati italiani. Ha ideato e diretto ''La Natura dell'Arte'' nella provincia di Benevento. Ha collaborato con le riviste Arte e Critica, Exibart e Segno. Fondatore del progetto NOTgallery, ne è attualmente direttore creativo dello spazio espositivo. E' docente di Storia del Libro e della Stampa presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli. Quest'anno ha ideato e sperimentato l'edizione zero del progetto "BazaONE", rassegna di arte urbana presso l'antico Lanificio di Napoli.

Cesare Petroiusti, artista. Laurea in Medicina, 1979, con tesi in Clinica Psichiatrica. Co-fondatore del Centro Studi Jartrakor, Roma, 1977 e della Rivista di Psicologia dell’Arte, Roma, 1979. Coordinatore dei “Progetti Oreste” (1997-2000). Co-fondatore di Nomads & Residents (NewYork, 2000). Docente di Laboratorio di Arti Visive presso lo IUAV, Venezia (2003). Membro del comitato scientifico della Fondazione Ratti e co-curatore del CSAV (2006) ha esposto in numerosi spazi privati e pubblici, deputati e non, in Italia e all'estero. Nel 2007 ha fondato la prima galleria d'arte di opere immateriali (www.evolutiondelart.org).

Paolo Ruffini, operatore culturale. Responsabile Relazioni Esterne del Dipartimento Politiche Culturali del Comune di Roma, autore di testi sul teatro e la danza contemporanei, già condirettore di Santarcangelo – International Festival of the Arts (nelle edizioni 2006 e 2007).

Benno Simma, architetto e designer. E’titolare dello studio di architettura e design Benno Simma.E' stato docente in diverse università di architettura e design in Italia e in Europa. Come direttore fondatore dell'Accademia di Design Bolzano dà il suo contributo dal 1997 al 2002 alla costituzione della Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano. Dal 2002 al 2005 è docente di Design presso l'Università Tecnica di Innsbruck – Facoltà architettura – Studio 2. Da marzo 2005 è direttore dell'Istituto Europeo di Design IED a Roma.

Judith Wielander, curatore di eventi culturali. Co-ideatrice e co-fondatrice di Agenzia n-2, agenzia per l’arte contemporanea per l’organizzazione di eventi urbani. Collabora con la Fondazione Pistoletto – Città dell’arte a Biella.

Viviana Gravano, docente di Storia dell'arte contemporanea, presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Coordinatore Culturale della Scuola di IED Moda Lab di Roma dove è anche docente di Storia dell'arte contemporanea e di Semiotica dell'Arte. Curatrice d'arte contemporanea freelance. È stata vicedirettore della rivista AVATAR, Meltemi Editore. È stata direttore artistico della Galleria LopLop e della Galleria Nova di Roma. Ha pubblicato diversi saggi in raccolte e cataloghi di esposizioni in Italia e all'estero. Ha diretto la collana editoriale Iperbook per le Edizioni Interculturali di Roma.

13 Notturno Curatori Con-Temporanei, nasce come gruppo di curatori d’Arte Contemporanea di nuova generazione, costituitosi durante il Master per Curatore Museale e di Eventi, indetto per la prima volta nel corso del 2007 presso lo IED- Istituto Europeo di Design di Roma, coordinato da Viviana Gravano.

Il gruppo si presenta per la prima volta al pubblico con un intervento ideato appositamente per la Notte Bianca di Roma, dal titolo L’intimità esposta. Il logo del gruppo è una civetta, animale capace di vedere ed orientarsi nell'oscurità. Con questo simbolo 13 Notturno intende mediare, accompagnare e coinvolgere coloro che guardano alla situazione delle arti contemporanee come qualcosa di buio e oscuro su cui fare luce. I linguaggi che il gruppo utilizza variano dall’evento artistico, al dialogo, alla scrittura. La metodologia di lavoro implica la riunione trasversale delle conoscenze personali, delle capacità teoriche e pratiche dei singoli componenti del gruppo. Il confronto e lo scambio di tali competenze consente di curare tutte le fasi che articolano un progetto-evento: dall’ideazione alla realizzazione, dalle strategie di comunicazione all’allestimento.

Ufficio stampa 13 Notturno:

13notturno@gmail.com

Chiara Nicolini cell. 339.4888470

Silvia Valente cell. 339.5056027



13 NOTTURNO Curatori Con-Temporanei

13 Notturno nasce come gruppo di curatori d’Arte Contemporanea di nuova generazione, costituitosi durante il Master per Curatore Museale e di Eventi, indetto per la prima volta nel corso del 2007 presso lo IED- Istituto Europeo di Design di Roma, coordinato da Viviana Gravano.

Il gruppo si presenta per la prima volta al pubblico con un intervento ideato appositamente per la Notte Bianca di Roma, dal titolo L’intimità esposta.
Questo insolito esperimento di curatela collettiva, che ha avuto luogo presso il Museo Canonica di Villa Borghese, ha visto riunite varie arti visive, tra cui la Fotografia e la Grafica, oltre ad Installazioni e Performance teatrali, seguendo la trasversalità dei linguaggi nel panorama delle arti contemporanee. Per tale occasione sono stati invitati ad esporre e ad esibirsi artisti provenienti da diverse regioni d’ Italia.

• Il nome 13 Notturno s’ispira alla manifestazione della città di Roma, e conta il numero dei componenti, provenienti da formazioni ed interessi diversi tra Arti Figurative, Teatro, Architettura, Moda, Restauro ed Antropologia.

• Il logo del gruppo è una civetta, animale capace di vedere ed orientarsi nell'oscurità. Con questo simbolo 13 Notturno intende mediare, accompagnare e coinvolgere coloro che guardano alla situazione delle arti contemporanee come qualcosa di buio e oscuro su cui fare luce. I linguaggi che il gruppo utilizza variano dall’evento artistico, al dialogo, alla scrittura.

• Il collettivo intende promuovere, sostenere e sviluppare eventi, tendenze e linguaggi artistici contemporanei, insieme ai lavori degli artisti, con progetti di curatela, guardando alla valorizzazione dell’ attualità nel rispetto della storia e del patrimonio.

• Il progetto tiene conto dell’ eterogeneità degli interessi e delle scelte artistiche dei componenti del gruppo. Tale varietà d’idee e di sensibilità è, allo stesso tempo, una scommessa e uno dei caratteri peculiari ed arricchenti del gruppo stesso.

• La metodologia di lavoro implica la riunione trasversale delle conoscenze personali, delle capacità teoriche e pratiche dei singoli componenti del gruppo.

• Il confronto e lo scambio di tali competenze consente di curare tutte le fasi che articolano un progetto-evento: dall’ideazione alla realizzazione, dalle strategie di comunicazione all’allestimento.

• 13 Notturno è composto da: Sara Buoso, Renzo Cioni, Anita Del Tufo, Conie Di Nardo, Giulia Grechi, Elena Guernieri, Jacopo Lanteri, Chiara Nicolini, Irene Petrarca, Tiziana Pezone, Rita Salvadei, Lisa Sperandii, Silvia Valente.

sabato 12 gennaio 2008

Frammenti di natura: Le stagioni alle soglie del XXI secolo

L’Associazione Culturale FERRARA PRO ART è lieta di presentare la Mostra d’Arte Contemporanea "FRAMMENTI DI NATURA: LE STAGIONI ALLE SOGLIE DEL XXI SECOLO", curata da Sabrina Falzone, che sarà allestita dal 12 al 26 gennaio 2008 nei suggestivi spazi della Galleria d’Arte Contemporanea Sekanina, sita nel centro storico di Ferrara, a pochi passi dal Castello Estense. L’Associazione Ferrara Pro Art propone un'inedita esposizione collettiva, presentando l’attività di 10 artisti, operanti in varie discipline artistiche: dalla Pittura alla Scultura, dal Disegno alla Fotografia, sino ai nuovi traguardi dell’Arte Digitale.

Il tema della mostra è dedicato alle Stagioni (Autunno, Inverno, Estate, Primavera).
Il percorso iconografico prescelto mira a ricostruire in un’unità espositiva i differenti stili e linguaggi contemporanei inerenti al tema delle stagioni. La Natura viene indagata nelle sue molteplici manifestazioni, con una eterogeneità stilistica ed espressiva.

La fotografia digitale è il campo di studio degli artisti DOMENICO DE GIROLAMO e MARINA D’AMICO che esprimono la solennità delle stagioni nel languore dell’autunno, nel nitore dell’inverno e nello spirito mistico dell’estate. Se De Girolamo s’impone con la sua concezione vivificante dell’universo, posando i suoi occhi genuini su una Natura intrisa di luce soprannaturale, Marina D’Amico punta ad una ricerca essenzialmente estetica e alla sobrietà dell’immagine, rendendo lo scatto cristallino e inusitatamente spontaneo.

Oltre a De Girolamo, ha origini pugliesi anche MARIALUISA SABATO che scaglia il colore in frecce rapide proiettate verso l’esterno nella suprema rappresentazione antifigurativa delle quattro stagioni, le cui tinte si contaminano l’un l’altra reciprocamente nella frammentazione del segno.

Nei suoi oli, MATTEO APPIGNANI affronta il tema dell’autunno da un’inedita prospettiva: l’autore passa con disinvoltura dalla monumentalità di un albero spoglio alla ripetizione dei medesimi moduli pittorici sulla tela. Per l’effetto decorativo che deriva da questo particolare assetto compositivo è innegabile l’influenza dell’arte giapponese non solo sulla sua produzione pittorica ma anche sulle opere di Brigitta Rossetti, pittrice e scrittrice contemporanea che in un fiore riesce a cogliere la fugacità della vita, l’inverno dello spirito dopo la primavera corpo.

Le calde tonalità di GIUSEPPE SERGI rievocano un paesaggio meridionale di straordinaria bellezza, dove l’uomo diviene co-protagonista insieme all’ambiente: s’instaura così un sottile dialogo Uomo-Natura che era del tutto assente in Appignani e D’Amico. Il colore vive nella vibrazione del segno, avido di scalfire la superficie materica anche nell’opera di Francesca Donadio, autrice calabrese dal talento innato. L’inverno acquista spessore cromatico nella descrizione di un centro urbano innevato, mentre il tramonto si staglia nel tepore di un cielo sfumato.

L’Orchidea ghiacciata, realizzata dall’originalissima artista piemontese BIANCA MARIA MACARIO GIOIA, sembra espandersi nella morbidezza del tessuto niveo, rigenerandosi nel suggestivo gioco di trasparenze. Dalla scuola emiliana provengono due artisti che hanno espresso la loro personale concezione delle stagioni, non senza un velo di malinconia cromatica.
FRANCESCA RUBERTONE, in arte MONY, dipinge tele cariche di armonia cosmica con una tecnica attuale ma soggetti impressionisti. Primavera e Inverno rivivono in un’atmosfera sospesa di estrema raffinatezza esecutiva. Sono lenzuoli le tele più ambite di FRANCO MONARI, il quale rivolge uno sguardo lontano che abbraccia Gerusalemme fino ai depositi petroliferi di Rejkjavik. La sua pittura consapevole riflette la complessità del tempo, nel tentativo di ricomporre ineguagliabili frammenti di natura. A cura di Sabrina Falzone

Info mostra

FERRARA, Galleria Sekanina
Via Garibaldi 47 (centro storico)
dal 12 al 26 gennaio 2008
Vernissage SABATO 12 GENNAIO h. 17

venerdì 11 gennaio 2008

E' nato Bedifferent, e-zine d'arte a distribuzione gratuita!


Oggi vogliamo parlarvi di “Bedifferent”, una nuova ed innovativa iniziativa editoriale che crediamo, in tempi brevi, conquisterà i favori di moltissimi appassionati d’arte.

La cura, l'ordine e la pulizia degli spazi, sapientemente organizzati, rendono la rivista assolutamente godibile. I contenuti proposti, estremamente validi, sono selezionati secondo uno schema logico ben preciso che lascia trapelare un amore per l'arte fuori dal comune.

Il curatore è Lorenzo Brusadelli, un creativo che ama dar vita alla propria sensibilità artistica attraverso la diversità dei mezzi multimediali, spaziando dall'utilizzo del 3D, alle realizzazioni grafiche, all'arte fotografica. Il suo obiettivo è quello di esprimersi, comunicare e far ascoltare la propria melodia interiore. Trae ispirazione dall'onirico, dalle idee improvvise, dal cinema, dalla musica. Queste sue attitudini si riscontrano con entusiastico slancio nel Magazine “Bedifferent” che, come dicevamo, ha un taglio fresco e innovativo.

Ciò che differenzia questo prodotto editoriale da quelli presenti oggi sul mercato è il fatto che a realizzarla, in buona sostanza, sono gli artisti stessi attraverso l’invio del proprio materiale alla redazione del Magazine, di cui fa parte anche Stefano Mastronicola di “Festivamente”.

Chiunque può inviare le proprie creazioni, senza limiti in merito alla quantità, in formato Jpeg (siano esse immagini, fotografie, disegni) ed i propri testi, in formato Doc o Rtf al seguente indirizzo email: materiali@bedifferent.it. (Indicare il proprio nome, cognome ed una breve presentazione).

La redazione di “Bediferent” accetta fotografie, disegni, arte digitale, computer grafica, street-art, fumetti, poesie, racconti, aforismi, idee.

E’, da qualche giorno, uscito il numero zero della rivista, dal titolo “Differenze e Indifferenza”. Potete scaricarlo direttamente dal sito ufficiale di Bedifferent.



giovedì 10 gennaio 2008

Capolavori in miniatura a Palazzo Spinola


L’Associazione Immaginecolore.com è lieta di inaugurare l’inizio del nuovo anno con la Mostra d’Arte Contemporanea “Capolavori in Miniatura”, un progetto culturale che si prefigge di rivalutare le opere di modesto formato, da sempre esistite all’ombra della colossale produzione artistica, a conferma che il capolavoro non si trovi esclusivamente nel “macro”, ma possa risiedere anche nel “micro”, celandosi dietro dimensioni ridotte.

L’esposizione collettiva incoraggia la produzione artistica di piccolo formato, tracciando un percorso variegato nel confronto tra autori di formazione eterogenea.

La Mostra d’Arte Contemporanea "Capolavori in miniatura” offre uno sguardo inedito sul mondo attuale attraverso una pluralità di linguaggi stilistici e percorsi iconografici che scandiscono la creatività umana attraverso la memoria del tempo e la dignità dello spazio.

Molteplici sono le tecniche artistiche impiegate: dipinti ad olio, acrilici, acquarelli, illustrazioni, computer graphic e lavori in vetro.

L’artista genovese Ugo Valbusa, professore di Fisica presso l’Università di Genova, espone una serie di dipinti dall’accento geometrico, frutto delle sue recenti riflessioni artistiche. Dall’area lombarda provengono i lavori di Roberta Di Iasio, Silvia Dotti, Mario Piana e Giancarlo Madella Amedei. Roberta Di Iasio, formatasi a Brera, rivela un segno rapido stemperato da tinte nivee nella sua pittura che risente della pittura giapponese sia a livello tecnico-esecutivo sia a livello iconografico. Con i suoi acquarelli anche Silvia Dotti indaga il mondo orientale con particolare attenzione all’India ed uno sguardo cosmopolita; mentre gli acquarelli di Mario Piana dedicano spazio essenzialmente alla Natura con le sue suggestioni primordiali. Giancarlo Madella Amedei (in arte Made) espone degli acrilici su tavola ispirati a volti umani, di cui riesce a cogliere la spontaneità espressiva. Sorprendono le realizzazioni monocromatiche di Gabriella Russo, proveniente da Napoli, e gli oli di Marialuisa Sabato da Bari, che indaga il mondo marino con le sue affascinanti creature. Da Roma proviene, invece, Fiscer (nome d’arte di Francesco Saverio Russo), la cui essenzialità compositiva si confronta con un’inaspettata profondità di analisi sociale e culturale. La tecnica mista di Matteo Arfanotti, nato a Sarzana, esprime diversi stati d’animo attraverso un linguaggio enigmatico e onirico, tra passato e futuro. Misteriose figure femminili sono, infatti, sospese in un silenzio irreale, affiancate da moduli iconografici ricorrenti dal valore simbolico (come la luna e la mela).

Una sezione della mostra è dedicata alla Computer Graphic di Vincenzo Corrado, la cui produzione è intrisa di un inedito simbolismo geometrico, e all’illustrazione con le singolari creazioni di Valentina Russello e Irene D’Antò, quest’ultima diplomatasi presso l'Istituto Europeo di Design di Roma.

In esposizione anche i lavori in vetro di Gloria Bergamo, nata a Jesolo, che si presentano come un interessante apparato sperimentale dalle suggestive parvenze chiaroscurali. Dal Brasile proviene, infine, la pittrice astrattista Paula França dalla resa piuttosto sintetica.

Per quindici giorni la splendida cornice del Palazzo Spinola di San Luca diviene custode di capolavori in miniatura dalla pregnanza espressiva straordinaria, con la partecipazione straordinaria della pittrice calabrese Francesca Donadio.
A cura del critico d'arte Sabrina Falzone

Info Mostra

GENOVA, Palazzo Spinola di San Luca (Ars Habitat) Via San Luca 14/4 (centro storico) dal 15 al 30 gennaio 2008 Vernissage SABATO 19 GENNAIO h. 18

Artisti: Matteo Arfanotti, Gloria Bergamo, Vincenzo Corrado, Irene D’Antò, Roberta Di Iasio, Francesca Donadio, Silvia Dotti, Fiscer, Paula França, Giancarlo Madella Amedei, Mario Piana, Valentina Russello, Gabriella Russo, Marialuisa Sabato, Ugo Valbusa

lunedì 7 gennaio 2008

Dalla xilografia alla calcografia: ecco come riprodurre le immagini

Dopo una settimana di vacanza riprende l'attività del blog "Arte Italiana", con un post che vuole ripercorrere la storia della riproduzione delle immagini, attraverso i secoli, dalla tecnica della xilografia a quella della calcografia.

La tecnica della xilografia (che è semplicemente un'incisione praticata sul legno), era impiegata anche anteriormente all'invenzione della stampa a caratteri mobili e, per un certo tipo di pubblicazioni religiose e popolari (quali, ad esempio, la Biblia pauperum o Ars moriendi), realizzate in area tedesca e olandese, era stata applicata, oltre che nella riproduzione delle immagini, anche in quella del testo.

Naturalmente, con l'introduzione della tipografia, più rapida ed economica, i libri xilografici scompaiono, ma questa tecnica continua ad essere impiegata per circa un secolo nell'illustrazione e nella decorazione dei libri stessi.

Tale successo deriva, in gran parte, dal fatto che il procedimento per la stampa di una matrice di legno incisa a rilievo è affine a quello tipografico e, pertanto, la riproduzione può avvenire contemporaneamente.

L'arte della xilografia raggiunge intorno alla fine del XV secolo risultati di grande raffinatezza, soprattutto in Germania e in Italia, dove fioriscono le scuole veneziana, fiorentina, ferrarese e lombarda.

Nel corso del Cinquecento, la tecnica xilografica viene progressivamente sostituita da quella calcografica.

L'incisione a incavo su rame permette di realizzare gli effetti chiaroscurali e di rendere con più precisione i particolari dell'immagine. La diffusione sempre più vasta di libri di scienza, geografia e arte, in cui la funzione dell'immagine è molto più rilevante che in precedenza, non è estranea al successo della nuova tecnica: per oltre due secoli i libri verranno illustrati impiegando quasi esclusivamente le incisioni in rame.

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