Arte Fiera, uno degli appuntamenti più longevi e significativi nel panorama dell'arte moderna e contemporanea in Italia, ha aperto le sue porte lo scorso giovedì con un’atmosfera di attesa e speranza. Nonostante le difficoltà che il mercato dell’arte ha affrontato negli ultimi 12 mesi, le gallerie italiane sono giunte con fiducia, sperando che la fiera, con i suoi oltre 50 anni di storia, potesse risollevare le sorti di un settore che soffre per diversi fattori, tra cui l'incertezza economica e l'alto livello dell'IVA in Italia.
Il contesto fiscale, infatti, ha segnato un grosso punto di discontinuità. Nonostante le opportunità offerte dalla Direttiva Europea che consente la riduzione dell’IVA sull’arte, l’Italia non ha fatto uso di questa possibilità, a differenza di Paesi come Francia e Germania. Quest’ultimo punto ha sollevato non poche preoccupazioni tra gli operatori del settore, poiché un collezionista che desidera acquistare un’opera di un artista rappresentato sia da una galleria italiana che da una galleria francese o tedesca, potrebbe trovarsi di fronte a un incentivo economico non trascurabile: un'aliquota IVA del 22% in Italia, contro il 5,5% della Francia e il 7% della Germania. In un mercato dove ogni centesimo fa la differenza, questa disparità potrebbe tradursi in un grave svantaggio per il collezionismo e per le gallerie italiane.
Questa realtà mette ancora di più in evidenza il contrasto tra il mercato italiano e quello di altri Paesi europei. In Italia, nonostante l’appeal culturale e la storicità delle fiere, il mercato risulta particolarmente fragile, costringendo le gallerie a competere non solo per l'attenzione di un pubblico esigente, ma anche per l'aspetto fiscale, che rappresenta un elemento di forte differenziazione rispetto ad altri mercati europei.
Vendite e collezionismo: tra luci e ombre
Il primo giorno della fiera, dedicato ai vip, ha portato alcune buone notizie, con una buona affluenza di pubblico, in particolare del collezionismo italiano. Molti collezionisti affermano di essere rimasti soddisfatti dalle vendite, ma alcuni stand, invece, hanno registrato un andamento più lento. "Le impressioni sono contrastanti", ha dichiarato Simone Menegoi, curatore della fiera, che ha sottolineato come il mercato si stia comportando in modo molto diversificato. Alcune gallerie hanno registrato vendite rapide e soddisfacenti, come nel caso della galleria Triangolo di Cremona, che ha venduto sculture di Federico Cantale per cifre tra i 4.000 e i 7.000 euro, ma ci sono anche esempi di gallerie che hanno visto un andamento più incerto, con poche transazioni.
Un aspetto positivo della fiera è la qualità della proposta espositiva, che è sicuramente cresciuta negli ultimi anni, grazie al lavoro di Menegoi. Tra le gallerie che hanno registrato buoni risultati, c’è stata Apalazzo di Brescia, che ha venduto opere di artisti come Nathalie du Pasquier ed Eva e Franco Mattes, ma anche Continua, che ha visto una forte attenzione per opere di artisti italiani come Mezzaqui, Sassolino e Marta Spagnoli.
Le differenze con il mercato internazionale
Quando si analizza il mercato italiano in confronto a quello internazionale, emerge una differenza cruciale: la presenza e l'influenza delle fiere internazionali. Mentre in Italia eventi come Arte Fiera sono ancora visti come punti di riferimento irrinunciabili per il collezionismo locale, in Paesi come la Francia o la Germania le fiere di arte moderna e contemporanea si sono evolute in piattaforme con una portata globale. A Parigi, ad esempio, fiere come FIAC e la recente Paris+ by Art Basel, oltre a eventi come Art Basel in Svizzera, attraggono collezionisti da tutto il mondo, con offerte molto diversificate e prezzi competitivi, anche grazie a politiche fiscali più favorevoli.
In Germania, il sistema delle fiere è altrettanto potente, con Art Cologne che resta un evento di grande valore, anche per la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione. Qui, le gallerie riescono a operare in un contesto che favorisce non solo il mercato dell'arte, ma anche le collaborazioni internazionali, rafforzando l'interesse globale verso gli artisti locali. Inoltre, la Germania è un esempio virtuoso nel supportare la digitalizzazione del mercato dell'arte, facilitando l'ingresso di giovani collezionisti, un aspetto che in Italia è ancora in fase di sviluppo.
Il futuro del settore: nuove sfide e opportunità
Con l’annuncio della possibile nomina di Davide Ferri come nuovo direttore di Arte Fiera per il prossimo anno, ci si interroga sul futuro della manifestazione e sull’eventuale evoluzione del panorama italiano. Ferri, noto per il suo lavoro con la sezione Pittura XXI, potrebbe portare una visione rinnovata, soprattutto se consideriamo la sua capacità di orientarsi anche verso nuove tendenze e scenari globali.
In un momento in cui il mercato dell’arte è sempre più internazionale e sempre più sensibile alle dinamiche fiscali, la sfida per le fiere italiane come Arte Fiera sarà quella di adattarsi rapidamente, cercando di trovare un equilibrio tra l’attrazione dei collezionisti locali e l’apertura a un pubblico internazionale sempre più esigente.
L'Italia, purtroppo, rischia di perdere terreno rispetto a Paesi come Francia e Germania, ma se saprà innovare e sostenere il suo ecosistema artistico con politiche fiscali più favorevoli e una maggiore apertura verso il digitale, potrebbe ancora giocare un ruolo importante nel panorama internazionale.
Credit photo: Steve Johnson