martedì 26 giugno 2007

Perchè "Anni 50" di Gian Genta


Anni 50 perché sono stati talmente intensi per un secolo altrettanto breve.
Il nostro paese scopre la creatività e la presenza motrice di un nuovo modo di concepire la vita, sia nella società che nelle espressioni artistiche.
L’arte, il design, l’architettura, la moda, il cinema sono pronte a mostrare una nuova interpretazione dell’energia dell’uomo, che si manifesta in tutta la sua vitalità, riscoprendo quella creatività dimenticata nell’ossessione degli anni precedenti.
Sono gli anni della sperimentazione sui materiali, gli anni della plastica e della ricerca di nuove espressioni, ma al tempo stesso di una ricerca responsabile della tradizione alla quale ci si rivolge cercandone una rivisitazione critica.
Anni 50, anni in cui c’è spazio per tutto.
In politica in economia e soprattutto nell’arte esplode il senso di nuovi concetti dettati dalle formule di Fontana di Burri e di Capogrossi, delle nuove energie di Afro di Rotella di Manzoni e
di Guttuso che arriva ad intitolare un suo quadro Boogie Woogie e dell’informalismo tendente al rinnovamento del concetto di creatività artistica.
Anni 50 dove due tendenze, quella materica e quella gestuale, si contendono la liberazione dell’esistenzialismo interiore dell’artista.

Alfredo Pasolino commenta l'opera di Gian Genta


Sono immagini plastiche, emulsionate nel sogno simbolista, affioranti, come richiamate da un desiderio di sintetetismo onirico, per rafforzare una dimensione dove anche la ragione ha i suoi sogni.
Ricordi e archetipi di una cultura classicheggiante, umana, riversata nella fantasia degli stessi segni, filtri sospesi con la dolce persuasione del colore vibrante.
Mi ha colpito particolarmente il simbolismo arcaico della Lunigiana.

Alfredo Pasolino
storico e critico d'arte
giugno 2007

lunedì 25 giugno 2007

Collettiva alla NEW ARTEMISIA GALLERY



Alla NEW ARTEMISIA GALLERY di Bergamo (via Moroni 124 – tel.035241481 - 3487442116), si terrà fino al 30 giugno prossimo un'importante mostra collettiva alla quale prenderanno parte gli artisti Paolo Camporota, Paola De Santis, Gabriella Fabbri, Caterina Morelli, Francesco Oliva, Francesca Sisti, Eleonora Sonzogni e Gian Paolo Zanchi.
La rassegna potrà essere visitata tutti i giorni dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16,00 alle 19,00 eccezion fatta per le giornate di domenica e lunedì mattina.
Per ciascun artista troverete nel blog una recensione artistica.

RECENSIONI

- Paolo Camporota;
- Paola De Santis;
- Gabriella Fabbri;
- Caterina Morelli;
- Francesco Oliva;
- Francesca Sisti;
- Eleonora Sonzogni;
- Gian Paolo Zanchi.

Gian Paolo Zanchi



Gian Paolo Zanchi vive e lavora a Stezzano (Bg). E' stato allievo del grande maestro bergamasco Cecco Previstali.
L’artista si esprime con l’immediatezza di immagini che parlano al cuore e alla mente, costruendo una dimensione umana capace di riproporre in termini costruttivi i problemi dell’esistenza. In una dimensione pittorica dominata dal paesaggio, l’autore rappresenta in termini oggettivi la sua soggettività che esplora i segni dell’uomo, li pone in relazione ai tempi e ai valori, li confronta con ciò che rimane di una naturalità serena e pacata. La sua è una figurazione simbolica che si avvale dell’allusione per affrontare temi etici e spirituali di grande intensità. Strutture volumetriche che si stagliano in scorci prospettici ad ampio respiro, in un’armonia perennemente rinnovata e vincente.
Dott.sa Elisa Motta

Eleonora Sonzogni



Eleonora Sonzogni (Toty) nasce a Bergamo il 24 dicembre del 1977, Dopo la maturità artistica ha proseguito i suoi studi presso l’Accademia Belle Arti di Brera – Milano in Scenografia. Si è occupata dell’allestimento della Mostra Concorso di Pittura “La Scapigliatura” presso la Fiera di Milano dove, partecipando al concorso stesso ,con una sua opera, ha vinto il premio di opera d’arte più votata dal pubblico milanese. Inizia a lavorare presso i Teatri milanesi, villaggi e cortometraggi, come scenografa-costumista passando successivamente alla progettazione di stand fieristici, ma la sua vera grande passione è sempre stata la pittura.
Le più belle emozioni e sensazioni le prova veramente con un pennello dipingendo. Niente stress ma tanta gioia e felicità.
Il suo sogno? Condividere con il pubblico tutto questo!

Francesca Sisti



Francesca Sisti vive e lavora a Lecco. Dipingere è una passione che l’ha sempre accompagnata fin da piccola. Dopo il Liceo Artistico e l’Accademia Carrara a Bergamo, ha insegnato educazione artistica alle scuole medie per diversi anni. Ha aperto con la madre un laboratorio di decorazione su porcellana, attività che ha svolto per più di 20 anni. La passione per l’acquerello l’ha portata a frequentare alcuni corsi finché ha conosciuto la “Scuola di acquerello di Angelo Gorlini, uno dei maggiori interpreti a livello nazionale di questa tecnica. Ha partecipato a numerose mostre e concorsi ottenendo varie premiazioni e numerose segnalazioni. Ha esposto in diverse mostre e in una personale “Ricordi di viaggio” a ”Palazzo Rinetti” a Merate nell’ottobre scorso. Nel 2006 ha partecipato al 3° concorso di pittura “Trofeo G.B.Moroni” indetto dalla New Artemisia Gallery di Bergamo, vincendo il premio per l’acquerello e il terzo premio della giuria popolare.

Francesco Oliva



Francesco Oliva vive e lavora a Stezzano, Bergamo.
Con quest’ottica deve essere vista la pittura di Francesco Oliva una pittura che proprio per la personalità che l’artista vi realizza, costituisce una “tessera” nuova nel grande mosaico della pittura di ogni tempo.
In che cosa consiste il valore di questa tessera non è difficile dire: qui troviamo un originale modo di vede la figura, in un contesto di stile surrealista assai bene congeniato,tutto è fuori dal tempo, atemporale per essere più precisi nel termine, e quindi senza precise identità, in un contesto ambientale atipico in ogni senso ma, proprio per questo attribuibile a situazioni di ogni epoca passata, presente, futura.
Sempre c’è stato e sempre si svilupperà nell’animo dell’uomo il desiderio di avere dalla vita momenti di gioia e tempo per sognare o viaggiare in mondi fantastici ed irreali. Questa di Oliva è senz’altro una pittura poetica e, come si diceva all’inizio, quando la pittura si fa poesia, allora è vera espressione artistica.
E Francesco Oliva vi riesce con bravura e abilità. Di cuore gliene siamo grati, perché anche a noi egli permette di essere, attraverso la visione dei suoi dipinti, un poco poeti come lui.
Don Lino Lazzari

domenica 24 giugno 2007

Caterina Morelli



Caterina Morelli è nata a Terni nel 1976 ed è laureata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, vive e lavora a Bologna.

Visioni d'Interni

Lo sguardo di Caterina Morelli perlustra e scruta l'intimità di un '“intérieur” domestico in cui si mescolano fragili attese, desideri silenziosi, atmosfere ovattate. Quali misteri si celano dentro le nostre abitazioni? Un interrogativo profondo, identitario che nasce dal desiderio di esplorare ciò che la realtà esclude e ciò che la curiosità sollecita ad affrancare. L’uomo crea la sua casa e in qualche modo ne riflette l’immagine. Le stanze, ricche di oggetti-sè che ti ristagnano dentro, esprimono il quotidiano, palpabile, denso di vissuto.
L'appassionata e costante ricerca della Morelli è proiettata a restituirci immagini di un paesaggio domestico che crediamo di conoscere, ma nel quale dobbiamo ritrovare noi stessi. La sua è un'arte al femminile che si nutre di piccoli mondi domestici impregnati di sottile intimità, di tensioni e tentazioni che si nascondono
tra gli odori ora pungenti ora delicati, è un’arte priva di spettacolarità , ma capace di ampliare i nostri orizzonti esistenziali. Le sue sono opere che prendono vita grazie ad un tocco raffinato e che registrano una sensibilità ancorata alla quotidianità, ma nello stesso tempo protesa al di là di essa. I suoi silenziosi gusci amniotici, immersi in una luminosità che avvolge senza toccare, che dilata lo spazio palesandone l’essenza e la fragilità, sprigionano un'atmosfera evocativa, surreale, quasi onirica. Visioni d'interni che raccontano la presenza-assenza umana, in cui astrazione e figurazione s'intrecciano in un dialogo che amplifica suggestioni e rimandi. Gli oggetti-soggetti compositivi, sapientemente abbozzati a matita, si compenetrano con il colore che occupa lo sfondo, come se non fossero protagonisti autentici, ma solo tranquillizzanti apparizioni all'interno di qualcosa che, sola, e' la vera presenza.
Il ruolo di cerniera/cesura viene affidato ad alcuni particolari ricamati che, impreziosiscono le opere, enfatizzandone il carattere intimo, mantenendone intatta l’essenzialità. La scelta espressiva del ricamo o l’impiego di morbidi ed impalpabili tessuti per biancheria intima, per la costruzione dei supporti delle sue tele, rappresentano il valore dell’immaginazione femminile, ma anche il potere trasformatore della donna verso la vita. Forse non è scontato ricordare che il rapporto tra la casa ed il grembo femminile risale ad epoche arcaiche. Aldilà di leggeri sgomenti suggeriti dalla sua sensibilità femminile,dall'alveo creativo dell’artista è assente qualsiasi traccia di tensione drammatica e di evento minaccioso. L'artista si affida, prevalentemente, all’esperienza emotiva dello sguardo, per promuovere una connessione con il mondo sensibile, ma conserva la libertà d’interpretare la forza silenziosa emanata dagli oggetti sulle proprie energie vitali.
I suoi momenti di estrema quotidianità, apparentemente statici, alludono ad una vita vibrante, rivelano un passato, lasciano un segno nel presente, mentre si trasformano in presagio futuro. Quella della Morelli è un’esplorazione poetica del quotidiano e del microcosmo che richiede un'instancabile desiderio di assaporare l’intima essenza racchiusa nel nucleo delle cose, ma anche preparazione e valutazione dei risultati. Eppure la sua opera non va analizzata ma intuita, non si può fare altro che lasciarsi attraversare, in questo vortice, di immagini eteree, ariose che condensano in sé pulsioni, memorie, atmosfere, essenze. (Francesca Londino)

Gabriella Fabbri



Gabriella Fabbri di Teramo ha frequentato fino all’Università gli studi classici, si è laureata in Lettere con una tesi sull’Arte popolare del Tramano. Si è dedicata alla Storia dell’Arte che ha insegnato in diversi istituti scolastici in Abruzzo. Figlia d’arte, autodidatta, attenta alle specificità culturali della sua terra, inizia a dipingere in giovane età paesaggi che ne individuano sinteticamente le caratteristiche, passa poi a composizioni nelle quali la natura diventa
scenario di meditazione dai contenuti prettamente surreali. La sua ricerca sfocia quindi nel concettuale e nell’astratto,anche attraverso installazioni che hanno ottenuto numerosi consensi di pubblico e critica.
Ha esposto in mostre collettive e personali, rassegne e concorsi in Italia e all’estero, ottenendo premi e riconoscimenti.
Ha partecipato alla seconda e terza edizione del concorso di pittura "TrofeoG.B.Moroni" indetto dalla New Artemisia Gallery, e inserendosi nei venti finalisti..si è aggiudicata in entrambe le manifestazioni la targa Menzione d’Onore.

Hanno scritto di Lei

Ci troviamo dinanzi ad un’artista che vuole, in contemporanea, narrare, poetare,pensare e far pensare. E anche divertire.Perché l’arte è pure gioco. Gabriella Fabbri punta alla definizione, impossibile, della definibilità del nostro
vivere nel nostro cosmo. Da qui la tentazione di vedere immagini “oltre la luce”.

Paola De Santis



Paola de Santis è nata ad Albisola Superiore nel 1960. Vive a Roma dal 1973 e
qui esercita la professione di architetto. Lavora in tutta Italia e ha avuto incarichi in Francia e in India.
Dal 1996 al 2004 è stata professore a contratto nell’ambito di materie progettuali presso la facoltà di architettura di Roma Tre e nel 2002/03 presso il Politecnico di Bari.
Dal 1995 ha cominciato un’attività artistica propria. La ricerca esplora il confine tra le arti visive: pittura, architettura, fotografia, attraverso la tecnica dell’elaborazione digitale. La composizione ripete il fotogramma, quasi sempre dettaglio-frammento della realtà, insieme al suo doppio specchiato esplorando
altri significati dell’immagine di partenza. Il procedimento è quello di un caleidoscopio; i risultati vanno dal decorativo al metamorfico fino ad accedere al simbolico, all'evocazioni di luoghi e/o dimensioni dello spirito. La ricerca è orientata verso l’essenza delle cose. La rappresentazione cerca di svelarne la natura “altra” ed è tanto più intrigante in quanto rimane sempre presente l’elemento fisico tangibile, reso attraverso lo strumento fotografico. Il procedimento artistico è deduttivo: attraverso la composizione caleidoscopica l’immagine si ”svela”, al di là delle stesse intenzioni dell’autrice.
Nel 2006 ha partecipato al terzo concorso di pittura “Trofeo G.B.Moroni” indetto dalla New Artemisia Gallery di Bergamo aggiudicandosi il premio per la Elaborazione al computer.
Le mani appoggiate sul capo, gli sguardi orientati e spalancati sul mondo, le urla, sono solo alcuni dei numerosi ed incredibili stati d’ animo che attraversano e caratterizzano, nel loro evolversi, l'interessante ed innovativo universo artistico e la produzione poliedrica di Paolo Camporota, impegnato prima come sociologo, poi come artista e calatosi perfettamente in questa parte emergente ma la cui amata
passione ed attenzione per la ricerca e la realtà sociale non è rimasta celata al pubblico dichiarandosi senza veli nei comportamenti ed atteggiamenti umani dei suoi personaggi pittorici.
L’ arte e la psicologia si uniscono e si confondono in un “unicum” pittorico che comunica e giunge allo spettatore, mediante le espressioni forti, inquiete, dirompenti, i gesti diretti, pronti, le azioni decise ed energiche, orientate ad aprire gli occhi sulla realtà odierna, e in seconda istanza a comprenderla nella sua
visione più emotiva e talvolta drammatica fino a configurarsi come un prezioso affresco e palcoscenico della moderna e instabile vicenda umana occidentale.
Lo studio dei moti dell'animo che accompagna costantemente la sua opera, a partire dalla definizione dei tratti e delle espressioni dei volti esasperati, conosce in realtà un passato di idee e teorizzazioni in merito che egli tuttavia ha saputo rinnovare dandogli un percorso ed un significato più contemporaneo ed attuale
passando e dimostrandosi all'altezza del più implacabile disegno tedesco, che scolpisce rughe e segni sulla fronte, propria della tradizione fisiognomica realistica della Germania degli anni 20, sino all'esasperazione
delle proporzioni umane confluendo talvolta in risultati antropomorfi ed eterogenei, memori della pittura misteriosa e fantastica di Max Ernst.
Non meno importante, nel capolavoro artistico di Camporota sembra essere lo spazio e l’ attenzione dedicata alla più recente cultura surrealista in cui la definizione dei tratti somatici diventa rappresentazione fisica di un continente interiore agitato e costretto, come i suoi personaggi, da forze e lotte interiori incontenibili ed
ancora inesplorate.
Nel vasto panorama della sua produzione artistica trovano posto, accanto a singolari personaggi scaturiti dalla sua fantasia creativa, i riferimenti tipici di chi è ancora fortemente legato alla sua terra d’ origine rappresentati dai contadini calabresi, assorti o calati nel loro ambiente di lavoro, e dai paesaggi campani
attraversati dai tramonti purpurei del mezzogiorno.
La scoperta di un intero e misterioso universo interno all'uomo si palesa nella definizione dei tratti somatici, nel realismo felino dei denti, tutti abilmente definiti, che a fatica trattengono un furore ed una potenza interiore nel desiderio di trasferirlo fuori dai confini irreali della tela.
Alla malinconia ed alla inafferrabilità degli sguardi sospesi, spalancati, aperti sul mondo contemporaneo e alla fragilità nascosta in essi si contrappongono, come in una lotta, la determinazione e il carattere dominante dei colori contrastanti che spaziano dai blu intensi ai rossi cupi ai gialli vivi e la cui sostanza cromatica è
illuminata ed abbagliata da tocchi di luce, da bianchi fulminei, che, come bagliori, si riflettono sulle tempie, sulle vesti quasi metalliche e sintetiche, sulle membra pronunciate ed esasperate.
Il bianco, nella sua veste più pura ed incontaminata dalle vicine profusioni coloristiche si ammira nel suo abito più autentico, solo negli occhi, comunicativi ed espressivi ma racchiusi e trattenuti da una profonda e severa linea nera. E’ in essi, specchio dell'anima, che si svela l'autenticità dei personaggi scelti dall'artista
nel palcoscenico della sua produzione poliedrica, al di là della cornice tangibile e della maschera caricaturale che li racchiude e li accoglie e dove non possono, ne potranno mai fingere.

Paolo Camporota



Paolo Camporota nato a Catanzaro nel 1972, Sociologo ed artista poliedrico, inizia a dipingere con regolarità dal 2005 ed è per questo che nonostante la sua non “giovanissima” età dobbiamo considerarlo una promessa nel panorama artistico dei giovani emergenti. Studioso dei comportamenti umani dei fenomeni sociali e delle organizzazioni complesse, la sua passione per la ricerca sociale e per la socio antropologia la trasmette attraverso il linguaggio, della pittura, in un viaggio ai confini tra realtà e stati profondi dell’animo umano. Le sue opere sono state definite ricche di una potente carica espressiva ed i suoi personaggi a volte surreali riescono a trasmettere in colui che le osserva energia ed inquietudine. Ha partecipato con successo a numerosi concorsi e mostre collettive nazionali ed internazionali.Nel 2006 ha partecipato al concorso di pittura “Trofeo G.B.Moroni” indetto dalla New Artemisia Gallery di Bergamo, aggiudicandosi il diploma di merito.

Le mani appoggiate sul capo, gli sguardi orientati e spalancati sul mondo, le urla, sono solo alcuni dei numerosi ed incredibili stati d’ animo che attraversano e caratterizzano, nel loro evolversi, l’ interessante ed innovativo universo artistico e la produzione poliedrica di Paolo Camporota, impegnato prima come sociologo, poi come artista e calatosi perfettamente in questa parte emergente ma la cui amata passione ed attenzione per la ricerca e la realtà sociale non è rimasta celata al pubblico dichiarandosi senza veli nei comportamenti ed atteggiamenti umani dei suoi personaggi pittorici.

L’arte e la psicologia si uniscono e si confondono in un “unicum” pittorico che comunica e giunge allo spettatore, mediante le espressioni forti, inquiete, dirompenti, i gesti diretti, pronti, le azioni decise ed energiche, orientate ad aprire gli occhi sulla realtà odierna, e in seconda istanza a comprenderla nella sua visione più emotiva e talvolta drammatica fino a configurarsi come un prezioso affresco e palcoscenico della moderna e instabile vicenda umana occidentale.
Lo studio dei moti dell’animo che accompagna costantemente la sua opera, a partire dalla definizione dei tratti e delle espressioni dei volti esasperati, conosce in realtà un passato di idee e teorizzazioni in merito che egli tuttavia ha saputo rinnovare dandogli un percorso ed un significato più contemporaneo ed attuale passando e dimostrandosi all’altezza del più implacabile disegno tedesco, che scolpisce rughe e segni sulla fronte, propria della tradizione fisiognomica realistica della Germania degli anni 20, sino all’esasperazione delle proporzioni umane confluendo talvolta in risultati antropomorfi ed eterogenei, memori della pittura misteriosa e fantastica di Max Ernst.
Non meno importante, nel capolavoro artistico di Camporota sembra essere lo spazio e l’ attenzione dedicata alla più recente cultura surrealista in cui la definizione dei tratti somatici diventa rappresentazione fisica di un continente interiore agitato e costretto, come i suoi personaggi, da forze e lotte interiori incontenibili ed ancora inesplorate.
Nel vasto panorama della sua produzione artistica trovano posto, accanto a singolari personaggi scaturiti dalla sua fantasia creativa, i riferimenti tipici di chi è ancora fortemente legato alla sua terra d’ origine rappresentati dai contadini calabresi, assorti o calati nel loro ambiente di lavoro, e dai paesaggi campani attraversati dai tramonti purpurei del mezzogiorno. La scoperta di un intero e misterioso universo interno all’uomo si palesa nella definizione dei tratti somatici, nel realismo felino dei denti, tutti abilmente definiti, che a fatica trattengono un furore ed una potenza interiore nel desiderio di trasferirlo fuori dai confini irreali della tela.
Alla malinconia ed alla inafferrabilità degli sguardi sospesi, spalancati, aperti sul mondo contemporaneo e alla fragilità nascosta in essi si contrappongono, come in una lotta, la determinazione e il carattere dominante dei colori contrastanti che spaziano dai blu intensi ai rossi cupi ai gialli vivi e la cui sostanza cromatica è illuminata ed abbagliata da tocchi di luce, da bianchi fulminei, che, come bagliori, si riflettono sulle tempie, sulle vesti quasi metalliche e sintetiche, sulle membra pronunciate ed esasperate.
Il bianco, nella sua veste più pura ed incontaminata dalle vicine profusioni coloristiche si ammira nel suo abito più autentico, solo negli occhi, comunicativi ed espressivi ma racchiusi e trattenuti da una profonda e severa linea nera. E’ in essi, specchio dell’anima, che si svela l’ autenticità dei personaggi scelti dall’artista nel palcoscenico della sua produzione poliedrica, al di là della cornice tangibile e della maschera caricaturale che li racchiude e li accoglie e dove non possono, ne potranno mai fingere.

sabato 23 giugno 2007

Vittorio Sgarbi: "Vade retro" si farà!



La mostra annullata su arte e omosessualità, «Vade retro» si farà, annuncia Vittorio Sgarbi, in polemica con le indiscrezioni di stampa, presentando nello storico Hotel de Russie a Roma (perché abbia più risonanza) «La bella estate», musica teatro, film e 15 rassegne d’arte promosse dal Comune di Milano (da luglio a novembre, biglietto unico 21 euro). Una mostra controversa e bellissima, dice (Palazzo della Ragione, 10 luglio) con testo introduttivo di Wladimir Luxuria. «Non esiste provocazione e scandalo». Si va dal barone Von Gloeden, che all’inizio del secolo ritraeva i giovani contadini come dei, agli scatti estetizzanti di Mapplethorpe, a quelli patinati di Pierre e Gille e alle opere di De Pisis, Hockney, Warhol. Una scelta, quella di Sgarbi, a cui ha subito replicato Carlo Fidanza, capogruppo di An a Palazzo Marino: «La scelta di Luxuria come madrina della manifestazione è decisamente inopportuna - spiega -. Non si può avere un sindaco che va al Family Day e un assessore alla Cultura che sceglie Luxuria come testimonial».

venerdì 22 giugno 2007

San Sebastiano icona gay fa saltare l'evento artistico dell'anno



E' a rischio cancellazione anche quella che era stata annunciata come la più grande mostra d'arte contemporanea gay mai realizzata in Italia. Parliamo di "Vade retro. Da von Gloeden a Pierre et Gilles", un evento culturale, di cui specifichiamo i dettagli nell'articolo pubblicato sul nostro blog solo due giorni fa, voluto fortemente dall'assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi e da lui stesso, a quanto pare, cancellato. Si dice che la presunta cancellazione sia da attribuire ad un dipinto raffigurante San Sebastiano, icona gay per eccellenza, oltre che alla tanto criticata sezione vietata ai minori. Che la fase sia convulsa e confusa, lo dimostra il fatto che mentre da un lato si è annunciata la cancellazione dell'evento artistico, dall'altro l'ufficio stampa della mostra rassicura: "Vade retro", questo, lo ricordiamo è il titolo della mostra, sarà allestita come previsto e si potrà visitare dal 10 luglio al Palazzo della Regione, in piazza dei Mercanti a Milano.

mercoledì 20 giugno 2007

Omosessualità e arte



La mostra, voluta dall'Assessore alla Cultura del Comune di Milano Vittorio Sgarbi, curata da Eugenio Viola e organizzata da Artematica, propone più di 150 artisti per indagare, per la prima volta in Italia, le connessioni tra arte e omosessualità nel periodo che dalla nascita della fotografia arriva fino ad oggi, idealmente da Von Gloeden a Pierre et Gilles. Una sezione della mostra sarà vietata ai minori di 18 anni. La rappresentazione visiva di soggetti omosessuali è presente nella storia dell'essere umano dalla notte dei tempi, anche se le valenze culturali che esprime e i significati che sottende sono il riflesso di contesti storici e socio-culturali particolari. Scene a sfondo omoerotico compaiono nella produzione vascolare dell’antica Grecia e nei bassorilievi persiani, agli albori dell’arte orientale come nella rinascenza italiana e nel barocco; un fil rouge sottile che giunge sino ai giorni nostri, sviluppandosi autonomamente e molto tempo prima dell'elaborazione del moderno concetto di diversità di genere. Ma cosa si dovrebbe intendere esattamente per “arte omoerotica”? Opere create da artisti della cui omosessualità siamo certi e in cui spesso, ma non necessariamente, è riscontrabile qualcosa che rimanda ad un gusto omoerotico? Oppure bisogna prendere in considerazione l’opera di autori che ufficialmente non risultano omosessuali ma le cui creazioni rivelano uno straordinario erotismo che spinge verso questa interpretazione? Partire dall'omosessualità di un artista per l'interpretazione della sua opera presenta una serie di questioni spinosissime. La conoscenza dell’orientamento omosessuale dell'autore in genere allerta circa la possibile presenza di una rappresentazione metaforica dell'omosessualità. Quale rapporto s'instaura tra biografia dell’artista e interpretazione dell'opera?
A questa ed altre domande, mira a dar risposte concrete questa imponente rassegna artistica che si terrà a partire dal prossimo 4 luglio fino al 16 settembre al Palazzo della Regione a Milano.

Atelier Braceschi di Piacenza:"Ars tertium millenium"



L'Atelier Braceschi ospita la Biennale internazionale d'arte contemporanea, VII edizione intitolata "Ars tertium millenium".
Questa Biennale vuole essere la risposta para-istituzionale ad eventi o circuiti commerciali di un certo spessore (fiere, aste televisive, vendite on-line) ma ribadisce come l'arte sia ancora strettamente legata alla manualità ed alla tradizione. Varietà ed originalità dei temi hanno ribadito come empirismo e razionalismo, oltre qualsiasi dissacrazione, siano ancora indispensabili per comprendere l'arte moderna. Le opere esposte all'Atelier Braceschi ci ricordano come l'arte, la grande arte che presto potrebbe travalicare i confini nazionali, non è poi così lontano dalla sensibilità comune, dalla dimensione provinciale. Una qualificata giuria selezionerà tre artisti (ogni artista può presentare una sola opera) da ammettere alla fase finale (che si terrà nel mese di gennaio 2008 presso le Sale del Bramante a Piazza del Popolo in Roma). Verrà inoltre definita una graduatoria di merito: ai primi tre verrà consegnato un diploma e una coppa; agli altri un attestato e un premio in argento. La rassegna si concluderà il 23 giugno 2007 ed è tenuta soto il patrocinio del Comune e della Provincia di Piacenza.

Informazioni

Atelier d'arte Braceschi
via Calzolai 72
Orari: feriali e domenica 16.30-19.30, sabato 10.30-12.30, 16.30-19.30, lunedì su appuntamento.
Tel. 0523/325340, 335/5254919
fax 0523/334666
e-mail: roberta.braceschi1@virgilio.it

martedì 19 giugno 2007

Michelangelo Buonarroti



FIRENZE - Una mostra a Firenze per svelare i segreti di Michelangelo architetto, con uno studio curato da Pietro Ruschi, docente di storia dell'arte. E' l'esposizione alla Casa Buonarroti intitolata "Michelangelo architetto a San Lorenzo, quattro problemi aperti", che sarà visibile al pubblico da mercoledì prossimo al 12 novembre. Filo conduttore della mostra e' la progettazione di opere edilizie che i Medici commissionarono a Michelangelo Buonarroti dal 1519 al 1534, anno in cui parti' per Roma. Fonte ANSA

lunedì 18 giugno 2007

Chagall tra cielo e terra



Così si intitola la maxi mostra organizzata dalla "Fondation Pierre Gianadda", sita a Martigny in Svizzera, per celebrare i 120 anni dalla nascita dell'artista. Questo grande evento internazionale, che avrà inizio il prossimo 6 luglio e si concluderà il 16 novembre 2007, fa eco alla grande rassegna del 1991 Chagall en Russie, ricca di opere create dall'artista negli anni trascorsi nel suo Paese natale. Il pubblico di quell'esposizione scoprì per la prima volta i sette pannelli del Teatro ebraico di Mosca, restaurati grazie al contributo della Fondation Pierre Gianadda, che sono stati in seguito ammirati in musei e sale d'esposizione di tutto il mondo. In particolare si ripercorrerà l'universo poetico dell'artista che a volte ama aggrapparsi alla terra, alle radici, mostrando la vitalità sorprendente e sublime dell'erba che spunta malgrado tutto attraverso l'asfalto, a volte s'invola nei cieli, si riposa sulle nuvole, si avvicina alle divinità, si impregna della loro eterna sapienza, traduce le loro poesie e i suoi ricordi per trasmetterli a tutti, convinto sempre che "nell'Arte come nella Vita, tutto e' possibile se alla base di tutto c'è l'Amore".

Fondation Pierre Gianadda
Rue du Forum, 59
1920 Martigny (Suisse)

Tel. +41 27 722 39 78
Fax +41 27 722 52 85

La mostra resterà aperta tutti i giorni dalle ore 9 fino alle 19

sabato 16 giugno 2007

VILLA LIBERTY MUSEUM

A Sabbioneta , nota città d'arte, urbs condita da Vespasiano Gonzaga, da circa dieci anni uno spazio di prestigio è dedicato all'Arte Contemporanea a VILLA LIBERTY MUSEUM , sede della mostra culturale permanente delle opere di Scultura di GIOVANNA BAROZZI.

Questa Artista che vede le proprie origini come sociologo-storico-critico d'arte da oltre quindici anni si impegna in prima persona anche come scultore, toccando con mano la duplice faccia di una "medaglia" : IL PARLARE D'ARTE E IL FARE ARTE , quasi come considerare che .... tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare !!! Quanti critici d'arte sono padroni della materia al punto di sapere effettivamente discernere a ragion veduta il valore di un'opera sottoposta a un loro giudizio? Non è certamente un fatto di pure tecniche l'oggetto del contendere, però un sano confronto sul significato della funzione critica nel caos di oggi certamente sarebbe salutare.

venerdì 15 giugno 2007

Arnaldo Pomodoro:Il tappeto volante



A Savona, presso la Galleria d'Arte Conarte, fino al 15 settembre prossimo, sarà possibile ammirare alcune monumentali opere del maestro Arnaldo Pomodoro. La mostra, dal titolo "Il tappeto volante", si svolgerà contemporaneamente nella fortezza sul mare Priamar, che ospiterà le opere monumentali, e la galleria vera e propria, in cui saranno visibili circa venti opere dell'artista.

I temi della mostra sono incentrati sullo scorso Novecento raccontato dalle "porte del sapere", dalle "battaglie" che lo hanno pesantemente contraddistinto, dagli scudi, dalle colonne destinate a sorreggere il tempio, segnate e segate dallo sforzo inumano, ai solidi sventrati, acuminati, a colpire la retorica prima, facile e banale, per scivolare nel senso proprio delle cose, condensando la summa di esperienze maturate dall'artista nel suo secolo. Un ossimoro di leggerezza del volo e di visione a fare da contraltare ai temi centrali dello studio di Arnaldo Pomodoro. Le grandi opere in bronzo animeranno gli spazi aperti antistanti il palazzo della Sibilla, davanti al mare, anticipati visivamente da una immensa "rosa del deserto", a raccontare la poesia di una natura che trasforma in arte una goccia di acqua nascosta sotto la sabbia.

Arnaldo Pomodoro nasce nel Montefeltro nel 1926, si trasferisce a Milano nel 1954. Qui frequenta intellettuali come Alfonso Gatto, Leonardo Sinisgalli, Ettore Sottsass, Fernanda Pivano, e artisti come Fontana, Munari, Mulas, Baj e tanti altri. Memorabili le sue mostre antologiche, a partire da quelle alla Rotonda della Besana di Milano nel 1974 e al Forte di Belvedere di Firenze nel 1984, fino a quelle a Parigi nei Giardini del Palais-Royal nel 2002, nel centro cittadino di Lugano nel 2004 e a Palazzo Magnani a Reggio Emilia nel 2006 lo hanno consacrato artista tra i più significativi del panorama artistico contemporaneo. Arnaldo Pomodoro ha insegnato nei dipartimenti d’arte delle università americane: Stanford University, University of California a Berkeley, Mills College.

Orari della mostra

Tutti i giorni, escluso il lunedì mattina (chiusura settimanale):
dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.30
Ingresso libero
Info contact: Tel. 019-828695

mercoledì 13 giugno 2007

L'arte contemporanea è davvero arte?



Tutti, almeno una volta nella vita, davanti a un'opera d'arte contemporanea abbiamo pensato: "Ma come! Questa non è arte! Lo potevo fare anch'io!". Eppure i critici ci assicurano che si tratta davvero di capolavori, mentre celebri collezionisti spendono cifre da capogiro per quadri che sembrano più che altro tele imbrattate e sculture che appaiono come banali ammassi di rottami, quando non inutili e sciocche provocazioni. Come è possibile che una tela strappata o lasciata completamente bianca possa essere definita arte? Chi ha deciso che una statua di papa Giovanni Paolo II colpita da un meteorite è un'opera del valore di alcuni milioni di euro e non semplicemente una dimostrazione di cattivo gusto? Gli artisti contemporanei sempre più spesso occupano le pagine dei giornali, acclamati come geni o attaccati come falsi profeti, mentre il loro lavoro è circondato da un'aura di mistero che ne fa un prodigio alla cui comprensione sembrano ammessi solo pochi eletti. Eppure tutte le grandi capitali del mondo occidentale hanno ospitato, negli ultimi anni, esposizioni sempre più grandi e costose, capaci di dare accoglienza a un pubblico vasto ed eterogeneo, producendo un giro di affari di tutto rispetto. Francesco Bonami, uno dei più autorevoli critici e curatori di arte contemporanea al mondo, nel suo nuovo libro dal titolo "Lo potevo fare anche io. Perché l'arte contemporanea è davvero arte", ci invita ad ammirare le opere d'arte senza pregiudizi, esattamente come deve fare chi vuole imparare a distinguere la buona dalla cattiva cucina. Con uno stile divertente e irriverente, ci aiuta a capire cosa distingue un grande da un pessimo artista, cosa ha fatto sì che Marcel Duchamp o Andy Warhol abbiano superato la prova del tempo e perché invece tanta parte del lavoro di un pittore come Renato Guttuso o di uno scultore come Arnaldo Pomodoro siano in realtà ampiamente sopravvalutati. Ci spiega per quale ragione l'artista anglo-indiano Anish Kapoor piace a tutti al primo sguardo e ci svela cosa si nasconde dietro il clamore e lo scandalo che le opere di Maurizio Cattelan sono in grado di suscitare. E se è senz'altro vero che nell'ultimo secolo l'arte si è evoluta al punto da essere quasi irriconoscibile, tanto che persino un semplice orinatoio ha trovato un posto d'onore nella storia di questo secolo, il prezioso e spesso esilarante lavoro di Bonami ci fa capire una volta per tutte perché non è vero che potevamo farlo anche noi.

Lo potevo fare anche io. Perché l'arte contemporanea è davvero arte
di Francesco Bonami
Mondadori Editore
€ 15,00

lunedì 11 giugno 2007

Vincenzo del Duca



Un paesaggio umanizzato con elementi naturali vivi che ricalcano in modo antropomorfo emozioni ed emotività ‘vere’. E’ questo il tratto saliente della mostra personale dell’artista Vincenzo del Duca che la Cantina Comunale di La Morra ospiterà dal 16 al 29 giugno. Nato nel 1951 a Poderia, in provincia di Salerno, Del Duca si trasferisce nel 1976 a Carmagnola dove attualmente vive e lavora. Servendosi di pastelli,colori ad olio e tecniche miste, l’artista affida ai suoi ritratti un’originale reinterpretazione della natura con elementi simbolici e rimandi psicologici al vissuto umano.

L'attaccamento per la terra del Cilento, con le sue dolci, assolate colline degradanti verso il mare, è al centro di numerose opere come lo splendido dipinto ad olio 'Alba rossa' o 'Paesaggio del sud', rievocando una dimensione di universale, primigenia conciliazione con il mare e la terra, in forza di un legame arcaico, dal sapore forte che ha del mitico e religioso insieme. Una natura, la cui forza ed energia ha ispirato l'artista a tal punto da consegnargli la volontà di trascendere dal dato oggettivo della rappresentazione figurativa. Così la pittura di Del Duca rivela un incisivo potere simbolico, e si fa arte del sentire, del percepire attraverso i sensi, i moti dell'animo umano. Nelle opere si riconosce fortemente quell'impulso irrazionale e viscerale che sembra regnare in tutti gli esseri viventi. Il forte e caotico dinamismo delle forme e il vivace cromatismo lo descrive servendosi spesso di commistioni di tecniche ed esiti di tipo materico. L'arte di Vincenzo Del Duca è dunque arte della volontà, di una volontà irrazionale e cieca che difende il senso della vita, al di là e al di sopra di ogni accadimento; volontà immanente nella natura, segno della forza e dell'energia che spinge l'uomo a desiderare, agire, lottare, soffrire; situata fuori dallo spazio e dal tempo, in un 'caos vitale' che rigenera e si rigenera, giorno, dopo giorno.

domenica 10 giugno 2007

Carmine Capone



Dal 17 giugno 2007 si potranno ammirare, nella suggestiva e storica sede di Palazzo Fazio a Capua, circa cinquanta opere selezionate dell’artista Carmine Capone, maestro del colore, che nel corso del suo intenso percorso artistico ha collezionato numerosi e prestigiosi riconoscimenti in Italia e all’estero. L’evento è promosso ed ideato dall’Associazione atellana “Il Colibrì” in collaborazione con la Cooperativa Capuanova e l’Associazione “Uthopia” e si avvale del patrocinio della Regione Campania, Provincia di Caserta, U.N.P.L.I. (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia). Per l’occasione è stata pubblicata una pregevole monografia dal titolo “L’opera pittorica di Carmine Capone” che sarà distribuita ai visitatori che si susseguiranno nel corso della mostra, la cui chiusura è prevista per sabato 30 giugno. Di Carmine Capone si sono interessati diversi critici d'arte che non hanno mancato di esprimere come “L'animo umano, nella sua complessità, riesce a manifestarsi attraverso le più svariate connotazioni espressive”. L'arte pittorica Capone tende ad esternare quanto di più profondo, spontaneo, genuino ci sia nella sua esistenza. Nelle sue opere, l'alchimia dei colori e l'affollarsi delle forme, danno voce alla sua complessa vitalità. Le variazioni tematiche, le soluzioni pittoriche, così articolate, esprimono quel grande slancio, quella voglia di fissare sulla tela i variegati aspetti della sua personalità. Così si sviluppa e si articola il suo itinerario artistico, tra alberi e fiori che si intrecciano vistosamente, tra animali e virgulti che determinano il moto, tra paesaggi e colonne, memorie del tempo, segni sulla terra. La tempesta degli elementi compositivi testimonia il desiderio di aprirsi all'immensità della vita, da vivere con forte carica emotiva: ecco che la moltitudine di pulsioni interiori determina le innumerevoli infinite pennellate. L'esplosione del colore è lo specchio dell'anima di Carmine Capone.

venerdì 8 giugno 2007

International Diving e Calendario Below 2008



Tra le manifestazioni collegate al 2° Concorso Nazionale di Fotografia Subacquea “ISOLA DEL GIGLIO 2007” organizzate da International Diving, è da segnalare la mostra fotografica che si terrà a Giglio Castello dal 15 al 21 luglio. Verranno presentate in anteprima nazionale le fotografie che faranno parte del calendario Below 2008 “12 scatti per l’Africa”, nato da un’idea di Stefano Calcabrini, allo scopo di raccogliere fondi a favore della costruzione di pozzi per la raccolta dell’acqua in Burkina Faso. Dopo il successo dell’edizione del 2007, con più di 2.000 copie vendute, che hanno portato alla costruzione di ben quattro pozzi, Below 2008 punta in alto grazie alla partecipazione di alcuni dei più noti fotografi subacquei quali Cipriani, Palbiani, Bertasini, Giulianini, Zanni, Sozzani, Banfi, Pivari, Sanfelice, Ricciardi, Turano, e naturalmente, Calcabrini. Verranno inoltre esposte le immagini realizzate dai vincitori del 2° Concorso di Fotosub del Giglio alle quali saranno affiancati alcuni scatti realizzati dal fotografo subacqueo veneziano Davide Barzazzi sui fondali dell’isola. Sponsors della manifestazione: MondoSommerso, Fotografare, Il Subacqueo, Blue Space, Marina di Campo Boat, Tsa Europe, Linea Valentina, Mare di Carta, Isotta ,Giòsub, Scubaportal, Mondomarino, Toremar, Hotel Demo’s e Bahamas, Ristorante da Meino, e le vetrerie muranesi Gritti, Emmedue e Antica Murano.

mercoledì 6 giugno 2007

Retrospettiva di Maria Grazia Frassetto



Fino al 15 giugno prossimo la New Artemisia Gallery di Bergamo propone la retrospettiva dell’artista Maria Grazia Frassetto. Verranno esposte opere che risalgono ad alcuni anni fa. Pittrice e ceramista, diplomata all’Accademia Albertina di Torino negli anni ’60, dopo un periodo di sospensione dal mondo dell’arte, dovuto agli impegni di donna e di madre, Maria Grazia Frasetto riprende a dipingere con rinnovato ardore negli anni ottanta. Il suo lavoro e la ricerca non si fermano, ma gradatamente si trasformano, dedicandosi a nuove tecniche pittoriche, come la decorazione su ceramica e porcellana, in tutte le sue forme e tecniche. Ritorna saltuariamente alla pittura figurativa, attraverso l’acquerello e prosegue con la tecnica dell’olio cimentandosi nei vari timbri estetici e figurativi alla ricerca di una sua più reale identità. Il suo cammino, sempre migliorativo, la porta ad ampliare le sue tematiche, sviluppando le conoscenze in diverse forme e categorie artistiche. Passa dalla composizione su ceramiche e porcellane, alle composizioni di icone ,alla rivisitazione di decorazione a tempera nella tecnica antica,( vedi le sue madonne ispirate a Lorenzo Monaco), al passaggio con la lavorazione della foglia d’oro a supporto delle sue tele, per approdare non ultimo, alla composizione di gioielli personalizzati, pezzi unici, richiesti appositamente dalla sua affezionata clientela. Negli ultimi anni ha trasformato la sua bottega in una eccellente galleria d’arte di cui ne è la Direttrice, ed insieme alle figlie dott.ssa Enrica Pasqua (Titolare) e dott.ssa Manuela Pasqua (Direttore Marketing), ama organizzare ed accompagnare gli artisti emergenti e non, che vogliono far conoscere al pubblico bergamasco le loro opere. A tal proposito ha organizzato il già famoso concorso di pittura Trofeo G.B.Moroni, che si svolge ogni anno nel mese d’Ottobre. Tutto questo lavoro è in ogni caso, frutto d’intenso e disciplinato amore per l’arte, che traspare non solo nelle sue opere ma anche nell’operare dell’organizzazione artista. Negli ultimi anni, con la scoperta della grande evoluzione e creatività delle apparecchiature d’informatica, la pittrice si è divertita a trasformare, attraverso la tecnica computerizzata, alcune sue opere giovanili creando delle diverse intonazioni di una medesima opera, dando a ciascuna un significato ed una nuova veste, allegra, triste ma comunque innovativa e moderna. La passione per l’organizzazione della galleria non le impedisce di presentarsi come negli anni precedenti all’appuntamento annuale con il suo pubblico che potrà ammirare le sue opere nella personale.

martedì 5 giugno 2007

Una parete per cominciare



Una parete per cominciare ... sulle orme di Inga Pin

Circolo Culturale Bertolt Brecht - Spazio 4/Giovanola Multimedia
Riservata agli artisti Under 28
A cura di: Anna Epis e Aldo Torrebruno


BANDO DI PARTECIPAZIONE

Il Circolo Culturale Bertolt Brecht presenta, con l'apertura del nuovo Spazio 4 di Via Giovanola 19/C, "Una parete per cominciare. Sulle orme di Inga-Pin", un'iniziativa dedicata a tutti i giovanissimi artisti che abbiano meno di 28 anni, e che non abbiano mai realizzato una mostra personale.

Il nome dell'iniziativa è un omaggio al noto critico, il quale riservava una parete della propria galleria a giovani artisti che non avevamo mai esposto. Uno degli interessi del Circolo, da sempre, è quello di offrire loro la possibilità di "mettersi alla prova" e di raccontare il proprio progetto artistico senza chiedere l'esborso di cifre consistenti.

In concomitanza con le inaugurazioni di alcune mostre presso lo Spazio 2, a tre artisti esordienti sarà offerta la possibilità di presentarsi: ciascuno avrà a disposizione gratuitamente una delle 4 pareti dello Spazio 4 del Circolo per una piccola mostra personale, e un quarto d'ora per illustrare, con l'ausilio del videoproiettore (fornito dal Circolo), i propri futuri progetti artistici.

Tutti i giovani artisti nati dopo il 31/12/1979 che si occupano di arti visive, che non abbiano mai realizzato una mostra personale (sono ammessi invece gli artisti che abbiano partecipato a mostre collettive), possono partecipare alla selezione dei progetti gratuitamente. Periodicamente la commissione selezionerà tre progetti vincitori, che potranno realizzare la propria mini-personale e presentare il loro progetto.

Per partecipare è sufficiente compilare in ogni sua parte il form e inviare in un'unica mail n. 5 immagini in formato .jpg (max. 800x600 pixel / max. 250 kb per immagine) dei propri lavori all'indirizzo under28@bertoltbrecht.it


Form da compilare per partecipare
Scadenza bando: 31/12/2007

Web Competition



WebCompetition 2007

Circolo Culturale Bertolt Brecht - Milano Spazio 3/Web
A cura di: Anna Epis e Aldo Torrebruno




Questo concorso si rivolge ai giovani artisti emergenti o aspiranti tali, al di sotto dei 35 anni (ossia tutti quelli nati dopo il primo gennaio 1972). Il Circolo Culturale Bertolt Brecht ha pensato di dedicare proprio a voi questa opportunità totalmente gratuita: compilando il form apposito in ogni sua parte e mandando via mail n. 4 immagini in formato .jpg (max 800x600 pixel/max 250 kb per immagine) dei propri lavori all'indirizzo indicato, si parteciperà alla web_competition!

Tra i lavori pervenuti ogni mese, lo staff web del Circolo sceglierà il lavori di uno di voi, che verranno pubblicati nella Galleria virtuale appositamente creata per l'occasione e rimarranno on-line per 6 mesi! La Web_CompetitionBB_2006 riguarda le Arti Visive e pertanto sono ben accette immagini dei propri lavori di pittura, scultura, installazioni, performance, design, arte digitale, fotogrammi di video ecc…

Il nominativo del giovane artista vincitore del mese e il link diretto alla sua galleria personale all'interno del nostro sito web saranno inviati tramite la nostra mailing-list che viene distribuita a oltre 5000 indirizzi presenti nel database. Il sito del Circolo è regolarmente visitato da critici d'arte, collezionisti, artisti, appassionati d'arte ed addetti ai lavori, perciò può essere una buona occasione per iniziare ad avere visibilità!

La partecipazione è libera e gratuita, non è necessaria la tessera associativa del Circolo. Ogni artista è responsabile del contenuto delle proprie opere e di quanto spedito alla redazione. Il giudizio dello staff web è insindacabile.

Form per partecipare
Scadenza bando: 31/12/2007

Circolo Culturale Bertolt Brecht



Il Circolo Culturale Bertolt Brecht di Milano sta organizzando la collettiva "FUORI STAGIONE 2007" che si terrà presso le sedi del circolo dallo 30 giugno al 13 luglio 2007.

Tutti gli artisti sono invitati a partecipare a tale collettiva con un massimo di 2 opere che dovranno tassativamente rispettare le seguenti misure:

1) Disegni, grafica, tempere, olii, eccetera: massimo cm 40x60;

2) installazioni o piccole sculture: spazio a disposizione centimetri 50x50x50;

Ogni artista deve provvedere personalmente alla consegna e al ritiro dell'opera.

Le opere dovranno giungere al circolo entro il 25/06/07 nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 17 alle ore 19 presso lo spazio 2/Via Giovanola 21/C_Milano.

Le opere dovranno essere ritirate nei giorni 16, 18 e 20/07/2007 sempre nello spazio 2/Via Giovanola 21/C dalle ore 17 alle ore 19 .

Le opere non ritirate resteranno di proprietà del circolo ed andranno ad integrare la "Collezione Brecht".

La partecipazione alla mostra è gratuita per gli iscritti al circolo nell´anno in corso. Agli artisti non ancora iscritti che intendono partecipare a "FUORI STAGIONE 2007" chiediamo di fare la tessera annuale di euro 26.

Per informazioni telefonare il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 17 alle 19 ai numeri di telefono 3397908472 - 3312995313 oppure scrivete via e-mail a Lorenzo Argentino: bertoltbrecht@tele2.it

lunedì 4 giugno 2007

Il Simbolismo da Moreau a Gauguin a Klimt



Il 7 giugno prossimo, presso la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma, sarà inaugurata una importante mostra dal titolo "Il Simbolismo. Da Moreau a Gauguin a Klimt" che ripercorre le tappe del movimento culturale e artistico del XIX secolo denominato, appunto, Simbolismo.

I visitatori avranno modo e maniera di riscoprire le tematiche simboliste più importanti, tra le quali citiamo: l’insistenza sui grandi temi della vita, della morte e dell’amore; il collegamento con la filosofia, la letteratura e la musica; il richiamo ai maestri del passato, filtrato attraverso la sensibilità moderna; la scelta del simbolo dell’allegoria, in polemica con l’arte accademica e col naturalismo.

La mostra consta di tre sezioni: la prima, vedrà l'esposizione dei capolavori dei cosiddetti “precursori”. La seconda,invece, sarà dedicata alla fase matura del Simbolismo, mentre nella terza si cercherà di mettere a fuoco le proiezioni della corrente nel XX secolo, alla vigilia del conflitto mondiale.

"mille artisti per l'unità" omaggio a Giuseppe Garibaldi




Inaugurazione 2 giugno ore 18.00 presso il Mitreo
Via Mazzacurati 61/63 - Roma

Ideata e curata da Giuseppe Salerno.
Organizzazione di "Copyright" e "Inside" con il patrocinio del XV Municipio.
[comunicato]

[la mostra resterà aperta fino al 6 giugno dalle 17.00 alle 20.00]

domenica 3 giugno 2007

Santi della Tuscia Viterbese



Dall'8 al 17 giugno 2007 presso la Sala degli Almadiani, Piazza Martiri d'Ungheria (Sacrario), Viterbo l'Associazione "ArteSìa" promuove una mostra dal titolo "Santi della Tuscia viterbese". L'evento avrà luogo sotto il patrocinio della Provincia di Viterbo, del Comune di Viterbo e della Curia Vescovile di Viterbo.

La mostra sarà costituita da pannelli didattico-informativi nei quali saranno analizzate le personalità, storiche e spirituali, dei maggiori santi della Tuscia viterbese. La mostra vuole celebrare e far conoscere le figure dei santi che hanno vissuto e prestato la loro opera spirituale nel territorio dell'attuale provincia di Viterbo. Una particolare attenzione verrà prestata anche ai santi martiri e confessori che hanno arricchito con la loro missione e la loro spiritualità la cultura della Tuscia viterbese. Il percorso didattico della mostra sarà quindi suddiviso in due percorsi diversi: il primo tratterà le figure dei santi martiri, nel corso del quale verranno trattate figure come i SS. Valentino ed Ilario, evangelizzatori della Tuscia, Santa Cristina e figure meno note come, tra gli altri, i Santi Eutizio e Lanno. Il secondo percorso invece tratterà le figure dei santi confessori tra i quali spiccano figure come quelle di S. Rosa e S. Crispino, ma saranno approfondite tra le altre anche anche il francescano S. Bonaventura e le Sante Giacinta Marescotti e Rosa Venerini.

Il percorso didattico della mostra sarà inoltre completato da un glossario che permetterà al pubblico di comprendere al meglio tutti quei termini tecnici, necessari ma non di uso comune. L'accesso alla mostra sarà gratuito, e all'interno sarà possibile usufruire dell'aiuto di operatori per informazioni e approfondimenti. Saranno inoltre a disposizione del pubblico dei libretti esplicativi in cui verranno riassunti i dati riportati nell'ambito della mostra. La mostra sarà aperta dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00.

sabato 2 giugno 2007

Arazzi antichi



Si inaugura oggi pomeriggio alle ore 18, presso il Castello di Roddi (Cuneo) a cura di Cinzia Tesio, la mostra dal titolo "Riproduzioni di arazzi antichi dei più famosi musei del mondo".
La rassegna resterà aperta fino al prossimo 17 giugno. Sarà possibile ammirare riproduzioni fedeli di arazzi antichi provenienti da ogni parte del mondo. Gli arazzi sono realizzati in tessuto misto di lana, lino, cotone e viscosa. Per ogni arazzo si utilizzano da 12 a 17 telai di serigrafia. La spalmatura del colore è realizzata con una spatola. Al termine dei vari passaggi si procede all’antichizzazione per ottenere l’impressione della patina dei secoli e, grazie alla sovrapposizione parziale dei colori, è possibile ottenere oltre 500 tonalità diverse su ogni singolo arazzo.

INFORMAZIONI INERENTI L'EVENTO

Orario: Sabato e Domenica: dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,00 alle 19,00;
Dal 2 al 17 giugno 2007 presso il Castello di Roddi (Cuneo)
Tel. 0173620101
Ingresso libero

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