mercoledì 5 febbraio 2025

Gianfranco Baruchello alla Villa Farnesina: un dialogo senza tempo tra arte e storia

 

A Roma, la Villa Farnesina, uno dei luoghi più suggestivi e affascinanti della capitale, ospita una mostra unica che celebra il genio di Gianfranco Baruchello (Livorno, 1924 – Roma, 2023), uno degli artisti più significativi del panorama contemporaneo. L'esposizione Mondi Possibili, curata da Carla Subrizi, si inserisce nel contesto delle celebrazioni per il centenario della nascita dell'artista e crea un inedito dialogo tra le sue opere, la storia dell’arte e la memoria. Un’occasione perfetta per scoprire come Baruchello, attraverso i suoi “mondi possibili”, riesca a connettere il passato e il presente, dando vita a un incontro tra realtà apparentemente lontane.

La villa come luogo ideale per l’incontro tra passato e futuro


Villa Farnesina, con il suo incantevole giardino e gli spazi eleganti, è il luogo perfetto per ospitare una mostra che sfida i confini del tempo e dello spazio. La villa stessa, un'opera d’arte rinascimentale, diventa il palcoscenico ideale per mettere in relazione le opere di Baruchello con la grande tradizione artistica, in particolare con Raffaello, le cui opere decorano le stanze della villa. Il progetto espositivo si sviluppa in un percorso che attraversa gli spazi interni ed esterni, mettendo in relazione le opere di Baruchello con le iconografie e le storie di epoche differenti, creando un dialogo senza tempo.

In particolare, l’opera di Baruchello si distingue per la sua capacità di sfidare e sovvertire le tradizioni artistiche, esplorando temi come la memoria, il sogno e la natura. Questi concetti, infatti, sono centrali tanto nelle pitture murali di Villa Farnesina, quanto nella ricerca di Baruchello, che ha sempre sperimentato con diversi linguaggi e medium. Le sue opere, espressione di una continua metamorfosi, interrogano lo spettatore e lo invitano a riflettere sulla complessità della realtà.

Mondi possibili: un’esperienza immersiva

La mostra Mondi Possibili non si limita a una semplice esposizione di opere, ma diventa un'esperienza immersiva che stimola la mente e invita a riflettere. La curatrice Carla Subrizi definisce l'approccio di Baruchello come quello di un “tentativo di costruire piccoli sistemi in grado di contrastare i grandi sistemi della storia, della politica e dell’ideologia”. Questo approccio si manifesta in modo evidente nell’installazione Giftpflanzer, gefahr! (2009), posta all’ingresso della Villa. Qui, l'artista crea un giardino di piante velenose che invita il visitatore a riflettere sulla dicotomia "bene – male" e sull’ambiguità della natura. Le piante, infatti, pur essendo pericolose, possono anche essere difensive, come la realtà stessa che non è mai completamente bianca o nera, ma sempre sfumata e complessa.

Il passato che interroga il presente

Uno dei punti più affascinanti della mostra è il modo in cui Baruchello interroga il passato per confrontarlo con il presente. L’opera La storia ci guarda (1972-2018) ne è un esempio lampante. Attraverso un tratto calligrafico incisivo, l'artista fa emergere fotografie di figure storiche dimenticate, i “non eroi”, che guardano lo spettatore, chiamandolo in causa. Un invito a risvegliare le coscienze, a non dimenticare chi è stato emarginato dalla storia ufficiale e a riflettere su ciò che spesso viene sepolto dal tempo.

Un altro esempio di questa riflessione sul passato e sul presente è Il Fiume (1982-83), un autoritratto metaforico lungo 15 metri, che esplora il tema dell'acqua e dell'ambiente. La coscienza ecologica di Baruchello si manifesta con una sensibilità profetica, rendendo l'opera attuale e urgente, anche se creata decenni fa. Il tema dell'ambiente ritorna anche in Rilievo ideale (1965), dove l'artista esplora una geografia immaginaria che sembra rispondere alle stratificazioni storiche visibili nelle sale della villa, creando un rimando tra arte, natura e storia.

L’opera di Baruchello: una ricerca senza fine

L'approccio di Baruchello alla creazione artistica è stato sempre rivolto verso l'esplorazione e la sperimentazione. La sua sensibilità si riflette in opere come Oh, Rocky Mountains Columbine (1966), che affronta il tema della natura attraverso una pianta velenosa, e La casa in fil di ferro (1975), che invita a riflettere sul concetto di abitare non come qualcosa di statico, ma come un invito a viaggiare mentalmente. La mostra si conclude con Monumento ai non eroi (1962), un’opera che annulla i simboli del potere e celebra la memoria di chi è stato dimenticato, rafforzando l’identità profondamente umana e antifascista dell’artista.

Mondi Possibili alla Villa Farnesina non è solo una mostra, ma una riflessione profonda sull'arte, sulla storia e sulla condizione umana. Il dialogo tra le opere di Baruchello e la magnificenza della Villa, tra il passato e il presente, invita il visitatore a pensare in modo critico e a interrogarsi su temi che sono più che mai attuali. Una mostra che celebra l'immensa capacità di Baruchello di rendere la sua arte un atto di resistenza, una ricerca senza fine che sfida il tempo e le convenzioni.

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