venerdì 26 giugno 2009

Intervista a OOL, musicista emergente collaboratore di Hagackure

Tre domande ad Antonio OOL Pisasale, più una sua considerazione personale, che siamo felici di riportare. (gli evitiamo la solita domanda se siamo fratelli: siamo amici da sempre ma nemmeno lontanamente parenti).


Cosa vuol dire far parte di un progetto come Hagackure?


Far parte di questo progetto significa essere essenzialmente me stesso.

Affrontare certe problematiche richiama vari aspetti di me che possono venire fuori in forme sonore, e ciò mi dà la possibilità di esprimermi al meglio, senza filtri.

Finchè esisterà questo rapporto col gruppo, penso che avrò sempre nuovi stimoli, per continuare a fare ciò che mi piace di più: creare.


Come si svolge il processo creativo?

Giuseppe mette sul tavolo le sue impressioni, le sue sensazioni. Cerco di capire, di interpretare cosa vuole ottenere e dall’input iniziale viene fuori l’idea.

A volte scrivo subito perché sono già in sintonia col tema, altre invece aspetto che mi venga in testa qualcosa. Ma quando arriva, non se ne va più finchè non è finita.

É come un’ossessione, non mi lascia in pace. In quei giorni sono come in trance.



Quanto durerà?


Se la musica diventerà una parte fondamentale del progetto, magari sarò affiancato da altri, perché non ho l’esclusiva su Hagackure. Ma non diventerò un’icona: sarà la musica stessa a dire quand’è il momento di andarmene. Quando ciò che scrivo non troverà il riscontro che ci si aspetta, o addirittura verrà considerato non adatto, vorrà dire che la magia è finita.
Finora ciò che ho scritto è piaciuto a tutti, ma ogni volta è come la prima. Non so se mi porterà da qualche parte, ma intanto mi godo il viaggio. E sarò contento di averlo fatto, comunque vada a finire.



Ecco la sua considerazione
:

Tutto è cominciato quando Giuseppe mi ha chiesto di amministrare il sito web MySpace di Hagackure.

Avevo già sentito parlare del progetto e mi era piaciuto molto. Codici hacker che vanno a formare le linee fondamentali di un’opera d’arte. Mi sembrava geniale. Il perfetto connubio tra arte e tecnologia, tra informatica e pittura, tra ribellione ed espressività. Era tanto folle che poteva avere successo, avevo detto a Giuseppe (che io chiamo affettuosamente Dottore). Quindi, pur non essendo io tra i fondatori del progetto, ero particolarmente contento della proposta ed ho accettato volentieri.

Io sono un creativo. Lavoro con i computer da quando avevo 9 anni, perciò ho iniziato a seguire il caso volentieri, perchè mi sembrava una cosa diversa dal solito, mi stimolava, e, dovendo partire da zero in quanto il sito non esisteva ancora, all’inizio ho fatto molta fatica. In realtà io avevo già un mio MySpace personalizzato, ma ciò che avevo fatto per me non sarebbe bastato mai ad esprimere i concetti che il Dottore mi suggeriva. Quindi ho ideato quell’interfaccia e quel blog che richiamano i quadri di Antonio Latina, il pittore del gruppo (lo troverete registrato sulla rubrica del mio telefonino come L’artista).

Tuttavia, il Supremo mi ha dato anche la capacità di esprimermi con la musica. Potete considerarmi un artista emergente, anche se sono su pianoforti e tastiere, chitarre e percussioni, da un bel po’ di anni. Non sono un virtuoso, per nulla. So suonare davvero bene solo ciò che creo, e a volte mi viene difficile anche quello. Però quando unisco le capacità informatiche con quelle sonore divento una cosa sola con la mia musica. Non chiedetemi perché.

Non so se le emozioni che metto in ciò che scrivo arrivino anche a chi ascolta. So solo che quando c’è stata l’occasione di scrivere una colonna sonora per la prima videoart di Hagackure non me lo sono fatto dire due volte. E la seconda occasione (The First Fall, pronta per essere “esposta” a breve), mi ha visto ancora più pronto. Era un momento di solitudine e frustrazione. La necessità mi ha “costretto” a creare ben due tracce sonore, utilizzate entrambe, ma in quelle tracce c’ero io. Quelle tracce ero io. E non ringrazierò mai abbastanza i ragazzi di Hagackure per il loro sostegno e perché, tramite queste occasioni, posso venir fuori dalla massa e non essere sepolto dalla vita reale, dalla routine quotidiana, dalle porte chiuse in faccia.

Forse è per questo senso di apparente distacco che mi faccio chiamare OOL, pseudonimo da programmatore, che ho deciso di usare anche come musicista all’interno del progetto. Non chiedetemi cosa vuol dire, non ve lo dirò. Sappiate solo che rappresenta me, come il software che scrivo, come la mia musica

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