lunedì 18 gennaio 2010

ARTECORSI



Sono aperte le iscrizioni ai corsi di scenografia, arte contemporanea e decorazione che si svolgeranno a Roma (in via Panisperna) di seguito una presentazione.
I corsi saranno tenuti dagli artisti Gaspare Lombardo (scenografo, designer e decoratore) e Andrea Volterra (insegnante e pittore).
Per informazioni più dettagliate e per le iscrizioni potete scrivere a:

artecorsi@gmail.com 

http://artecorsi.blogspot.com/
oppure telefonare a: 349 5267359 - 340 2953927 e chiedere per artecorsi



Corso di Decorazione
Si svolgerà attraverso lezioni teoriche e pratiche al fine di realizzare più esempi possibili di decorazioni, consoni allo stile dell'oggetto o dell'ambiente prescelto, ad esempio piccoli e grandi oggetti di arredo e pittura murale. Si partirà da basi grezze o basi che avranno bisogno dei primi interventi di restauro in modo da assimilarne anche alcune nozioni base. Di seguito sarà possibile quindi creare il modello decorativo passando dal disegno alla pittura, alle tecniche di doratura e doratura a mecca, alla patinatura, fino all'antichizzazione e la lucidatura dell'opera.
Durante il corso il docente metterà a disposizione tutte le nozioni antiche e contemporanee per arrivare mediante i vari passaggi, ad un elaborato di alta qualità estetica e professionale.
Le lezioni saranno supportate da materiale fotografico e uscite occasionali dove verranno visitati luoghi ed oggetti di rilevante interesse per la materia svolta.


Corso di Scenografia

Questo corso è rivolto a tutti coloro che per esigenze di spettacolo professionale o amatoriale, desiderano partendo da un testo scelto, apprendere tutte le fasi progettuali e pratiche, atte alla realizzazione di una scenografia per uno spettacolo teatrale mediante un modello in scala costruito e dipinto totalmente dall'allievo.
Alla fine del corso verranno presentati mediante una mostra tutti gli elaborati realizzati.


Corso di Arte Contemporanea (teorico e pratico)

Il corso è stato pensato per tutti coloro che desiderano sviluppare il proprio potenziale creativo attraverso la conoscenza delle varie tecniche artistiche e per tutte le persone interessate all’arte contemporanea, che desiderano approfondire i movimenti e gli artisti che l'hanno caratterizzata e attualmente la caratterizzano. Partiremo dagli ultimi cento anni, dalle avanguardie storiche fino alle più attuali testimonianze visive, realizzando opere di propria invenzione, stilisticamente in linea con il periodo affrontato di volta in volta. Si vuol sottolineare che il corso vuole soprattutto essere strumento per favorire lo sviluppo della propria personale immaginazione.
Conoscere e sperimentare per stimolare e aumentare la propria creatività.


[Nel costo dei corsi non sono compresi i materiali didattici]

Gaspare Lombardo:  
artemista 
cv

Andrea Volterra:  
sito
cv

sabato 16 gennaio 2010

Esce dal forno l'ultima opera della ANNA MATOLA


Esce dal forno l'ultima straordinaria opera dell'amica Anna Matola.
A dimensione naturale seduta tra i vasi d'Albissola senza voler trasferire qualcosa di superiore velata di una magica bellezza l'opera della Matola annuncia nel farsi riconoscere l'apparenza di una fraterna compagnia.
Anna Matola, autodidatta, si è formata frequentando gli studi di diversi scultori italiani, quali Salvatore Cipolla, di Sesto Fiorentino e Sandro Lorenzini, di Savona.
Il suo laboratorio si trova ad Albissola Marina, dove risiede, ma sempre piú spesso lavora anche a Berlino, dove ha intrecciato solidi rapporti artistico-culturali.La naturalezza con cui ANNA MATOLA modella l'argilla le ha conferito una rispettabile fama come ritrattista.
Studiare le radici dell'arte figurativa, i grandi classici della scultura italiana, romana, greca, ha fatto crescere in quest'artista una disinvoltura che, senza mai scadere nella semplice riproduzione plastica, dimostra la sua orgogliosa consapevolezza di essere mediterranea.La sua ricerca artistica, che è anche ricerca di sé stessa, la spinge a sperimentare più materiali, in sintonia con il suo modo di vivere e di rapportarsi con gli altri e proprio dalle sue sculture, cosi spesso positivamente, costruttivamente provocatorie, emerge il suo spiccato senso dell'ironia...

venerdì 8 gennaio 2010

intro(pro)spettive (vol 2)


intro(pro)spettive (vol. 2)
Roma, dal 19 gennaio al 21 febbraio 2010
Presso DART Caffetteria Chiostro del Bramante, Vicolo della Pace, Roma (Piazza Navona) l'intro(pro)spettiva di Roberto Mercoldi

Roberto Mercoldi è nato a Roma dove vive e lavora. Compie dapprima studi classici per poi studiare Architettura. Si forma artisticamente presso la bottega del maestro Francesco Sgarano. Collabora come assistente presso La Facoltà di Architettura. Attualmente lavora nell'interior design con un gruppo di giovani creativi e cura le realizzazioni grafiche per una rivista scientifica.

tra alienazione e utopia ecologista
di Alessandro Ingafù Del Monaco

L'analisi della città come luogo e dimensione della vita di chi la vive è il nucleo intorno al quale Roberto Mercoldi costruisce la sua ricerca. Nella città si imprime il mutare del tempo sotto forma di storie e di architetture; in essa convivono il passato, il presente e il futuro di chi visse, di chi vive e di chi vivrà. E’ una eredità materiale e collettiva che direttamente o indirettamente chiama tutti i suoi abitanti ad imprimervi un’impronta che verrà tramandata. Questa eredità è in continua trasformazione: ciascuno ne possiede un pezzo, ciascuno la muta e con ciò trasforma il volto di chi la abita. La città conferisce ai suoi cittadini un carattere ereditato dalla sua storia, essa è il “Luogo” per antonomasia dove si svolge la vita. Non è un caso che essa in passato vissuta come “madre”, venga oggi sentita dai “nuovi” abitanti come luogo di pericolo ambientale, sociale, individuale. Tutto ciò sta a denunciare la perpetuazione di una rotta sbagliata. Da questo prende spunto l’Artista: la sua critica si scaglia contro i creatori di mondi che, mossi dall’interesse speculativo figlio di una precisa ideologia, erigono contenitori alienanti senza attinenza con uno spazio abitabile. Roberto vive e lavora a Roma, la sua esperienza si nutre di una bellezza arcadica di un passato oggi monumento, una rammemorazione nostalgica di una vivibilità possibile, accerchiata dalla ectoplasmatica Babilonia dei palazzinari. Ancora sono presenti le suggestioni dell’International Style, del Funzionalismo Razionale e delle grandi speculazioni edilizie cominciate nell’ultimo dopo guerra: sperimentazioni di un “passato presente” che non ha dato risultati in termini di vivibilità. Roberto dipinge astrazioni di palazzi post-moderni, sarcofagi, contenitori di alienazione. Illumina gli oscuri spazi dei quartieri di massa senza via d’uscita né controllo, dove nasce il prodotto di una sottocultura colpevolmente costruita. Le sue città sono ad alta densità popolare eppure vuote, un chiaro riferimento allo spazio psicologico di chi per condizione abita quegli spazi disumani. Quella di Roberto è la città contemporanea come “idea”: racchiude in se stessa la natura di tutte le grandi metropoli. L’Artista vola sopra la metropoli fantasma, e come il Piranesi, racconta la decadenza di una città consumata, che non c’E’ più eppure continua a consumarsi. E’ la scena apocalittica dell’estinzione dell’uomo che attende un nuovo ripopolamento. La solitudine di architetture essenziali, legate all’idea ancestrale di casa-contenitore, denuncia il contrasto del pieno degli spazi e del vuoto dalla vita. Dalle nude finestre sventolano drappi colorati. Queste entità fluide sono messaggere di speranza e rinviano ad un passato classico rammemorante in rovine le grandi meraviglie create: la bellezza come criterio della vita, e ancora simboleggiano il pensiero e la creatività annunciatori della buona novella. La visione apparentemente malinconica racchiude in realtà una forte reazione ottimistica: la città tornerà a popolarsi solo quando la promessa del rispetto ambientale, dove ambiente sta sia per spazio esterno che interno, sarà mantenuta. Essa è ora vuota grazie al potere demiurgico dell’artista che libera dal disumano gli abitanti, lasciando quei non-luoghi al loro destino. Partendo dalla critica dell’esistente Roberto apre la nuova rotta di una utopica “Città del Sole”, dove per Sole si intende il rapporto con una energia ecologica e rinnovabile, una città ecosostenibile. L’Artista è sensibile alla questione ambientale, disegna un’alternativa fatta di speranze e di idee. Recentemente ha affermato in una intervista: <>. Dunque la sua è una scossa positiva che verte all’assoggettamento della tecnologia non più ad ottiche di mercato ma ad una concreta progettazione di uno stile di vita e di uno spazio vivibile. La sua riflessione assume il nome di "intro(pro)spettiva": ciò sta a significare l’indagine interiore dell’orizzonte psichico, espressa attraverso la scienza prospettica. La raffinata conoscenza della geometria fornitagli dagli studi in Architettura, non rende la sua opera un mero esercizio di tecnica. La scientificità della composizione non limita le suggestioni della luce che l’Artista rende entità metafisica: essa con una volontà propria costruisce i volumi e ne indaga l’essenza. La sua ricerca verte sull’uomo inserito nello spazio, eppure questo non si vede mai, dunque si tratta di una ricerca di essenze, di presenze metafisiche. Va notata anche la sperimentazione cromatica che Roberto effettua sulla tela: le sue architetture divengono composizioni di forme e colori che prescindono dalla dialettica per raggiungere una nuova dimensione estetica che probabilmente sta maturando. Sicuramente sono molte le suggestioni che popolano la sua memoria visiva, ma paragonare l’opera di Roberto Mercoldi a quella di qualche precursore, sarebbe un’operazione artificiosa e inadeguata. Questo giovane artista promettente ha imboccato una strada nuova: una ricerca personale lanciata verso il futuro.

La città che non esiste
di Angela Russo
Attraverso le rappresentazioni pittoriche di Roberto Mercoldi si giunge al paradosso che la città, nel suo significato convenzionale, non esiste. Essa, infatti, non è altro che un’invenzione delle prime civiltà, di cui abbiamo notizia certa. Prima di queste, la parola città non era mai stata contemplata. In seguito, le sono stati attribuiti innumerevoli significati, risvolti, interpretazioni. Quando parliamo di città, molto spesso, non sappiamo di cosa stiamo parlando. Vogliamo abitare una città. Ma cosa intendiamo quando chiediamo di abitare una città? Un numero cospicuo di abitanti nell'area considerata, una rete di collegamenti, un particolare stile di vita? Nessuno di questi tre aspetti, da solo, può fare di un luogo una città. Ecco il perché dell’utopia, della ricerca illimitata di ciò che travalica il senso acclarato di luogo vissuto per giungere alla concezione più elevata di spazio vivibile. Nelle traduzioni urbane di Roberto questa riflessione sul futuro più immediato degli spazi vivibili è incentrata sulle possibilità offerte dall’evoluzione tecnologica di sistemi costruttivi eco-sostenibili, ma prende anche coscienza dello scenario urbano contemporaneo, caratterizzato da una società anti-utopica, indesiderabile sotto molti punti di vista.

Scheda mostra:
titolo mostra: intro(pro)spettive (volume 2)
artista: Roberto Mercoldi
testi critici: Alessandro Ingafu del Monaco; Angela Russo

inaugurazione: martedì 19 gennaio 2010 dalle 18.00 alle 20.00
durata mostra: fino al 21 febbraio 2010
orari: dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00 (ingresso libero) - lunedì chiuso

luogo: DART Caffetteria Chiostro del Bramante, Vicolo della Pace, Roma (Piazza Navona)

Info: tel. 06.68809035 - www.robertomercoldi.it | www.chiostrodelbramante.it

martedì 5 gennaio 2010

Ddang 2010 – V edizione INTER_AZIONE


Festival delle arti – dal 16 al 24 Gennaio 2010 Bracciano (Rm) Siete tutti invitati a partecipare alla V Edizione del Ddang che si terrà a Bracciano (Rm) dal 16 al 24 Gennaio 2010. Il tema della V edizione del Ddang è interazione. Interazione come influenza reciproca tra due universi che coesistono contemporaneamente nella nostra quotidianità: da una parte lo spazio urbano, fisico, rigidamente pianificato e strutturato da leggi e normative; dall'altra lo spazio sociale, regolato dal singolo e dalla collettività, costruito con la spontaneità, le necessità e i sogni del vivere di tutti i giorni. Scopo del Ddang è da sempre l'interazione : sia quella tra l'evento ed il territorio che lo accoglie, amplificata attraverso la fuoriuscita dai luoghi istituzionali che ospitano la mostra, sia l'interazione tra gli artisti ed il pubblico, il quale diventa parte attiva e propositiva durante tutta la durata della manifestazione. Il Ddang non è una semplice mostra, ma un festival che coinvolge diverse forme d'arte. Quest'anno, in particolare, la comunità intera è stata chiamata a partecipare al progetto, dall'amministrazione pubblica alle attività commerciali, dall'università alle diverse associazioni della zona, per aumentare la consapevolezza comune su quanto l'interazione tra lo spazio fisico (città/casa) e lo spazio sociale (collettivo/individuale) possa o meno far nascere risposte alle mutevoli esigenze e ai singoli desideri: l'intento è quello di creare un dialogo che solleciti la capacità di agire direttamente sul mondo che ci circonda, riconfigurandolo e riconvertendolo per adattarlo meglio ai nuovi stili di vita. L'allestimento, che accoglie i lavori dei giovani artisti e le varie iniziative, contribuisce ad ampliare la ricerca del significato di interazione. I luoghi nei quali si svolgerà il festival ,all'interno, nel complesso degli Agostiniani e all'esterno, lungo via XX Settembre, costituiranno infatti una vera e propria piattaforma interattiva, un percorso sensoriale che dagli spazi reali condurrà all'utopistica rappresentazione di nuovi mondi. Per esempio, ognuno potrà modificare, con la propria azione diretta, l'assetto complessivo dell'allestimento, manipolando gli elementi, corrispondendone di nuovi o semplicemente muovendosi tra di essi. Il pubblico sarà cosi parte integrante dei processi d'interazione. Interazione come strumento di crescita individuale/collettiva per creare un nuovo “equilibrio dinamico” tra l'uomo ed il suo spazio vitale quotidiano.

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