venerdì 24 ottobre 2008

Visioni d'Oriente e d'Occidente


La mostra intitolata "Visioni d'Oriente e d'Occidente" avrà luogo a Ferrara presso il Palazzo Ex Borsa, in pieno centro cittadino, nella splendida cornice delle Sale Art&Cultura e si inserisce nelle Rassegne della IV Biennale Internazionale d’Arte di Ferrara, svolgendosi nei giorni che vanno dal 24 ottobre al 2 novembre 2008.

Questa sezione della Biennale è dedicata all’Oriente, in particolare al confronto intellettuale tra artisti occidentali e asiatici. Essa rappresenta l’evoluzione ferrarese del progetto culturale “Ponte di tradizioni tra Cina e Italia” di Venezia, patrocinato dall’Ufficio Culturale dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese e curato dal critico d'arte Sabrina Falzone.

Il ciclo espositivo, che si contraddistingue per la connotazione internazionale, mira a favorire gli scambi artistici tra l’Occidente e l’Oriente, due universi culturali ricchi di storia, cultura e tradizioni. Esso ha lo scopo di “costruire” un ponte di comunicazione tra Asia, Europa e America e lo fa sul piano delle arti visive, avulso da qualsiasi pregiudizio culturale.

Il critico Sabrina Falzone ci spiega: "Ospite d’onore della rassegna, Marco Salvatore Mallamaci, l’artista italiano più famoso in Cina svela un “Mosaico” particolarmente variegato di culture e mostra lo “Scoglio” che occorre superare per ridurre le distanze. La medesima visione del mondo si ritrova nelle opere digitali di Donato Lotito, caratterizzate da un’articolazione più complessa.
Tracce di un “Cammino” spirituale verso l’altro s’imprimono sui sentieri mentali percorsi dalla pittrice Maria Cristina Remondi, che propone un incontro tra Oriente e Occidente sul piano dell’“Anima”, le cui distanze geografiche e le diversità etniche trovano la massima espressione nel dittico “Agli antipodi” di Dino Ventura (Mat).
L’azzurro diviene poesia nelle immagini di Marialuisa Sabato, dell’olandese Symona Colina e di Fabio Usvardi, dove velature simboliche rievocano le stilizzazioni floreali nipponiche; mentre tonalità calde ed esotiche affiorano sulle superfici dei lavori di Mariangela Verriello, del californiano Kareem Ralph Amin e di Paolo Ghersi.
Da un “Frammento di sogno” Kira De Pellegrin ci mostra due realtà culturali mediante un linguaggio dicotomico, impostato su ritmi e alternanze bicrome. E se la raffinata pittrice di origini argentine, Paola Colleoni, ci suggerisce uno spazio surreale nel quale proiettare i nostri auspici d’afflato interculturale, l’artista turca Ismail Acar ne coglie le sfumature ironiche.
L’esposizione “Visioni d’Oriente e d’Occidente” non annovera esclusivamente figurativi fortemente radicati alla tradizione, come Annunzia Fumagalli, ma accoglie anche rivoluzionari stili grafici, tra cui vanno menzionate le stilizzazioni eurogiapponesi di Vesna Pavan.
Presso le Sale Art&Cultura sono esposte, inoltre, una preziosa collezione di piatti decorati a mano della poliedrica Maria Cristina Martini, le originali statue del coreano Kim Sung-Heun, nonché le note sculture in bronzo dell’artista cinese Duan Xiaoli, facenti parte di una nota collezione privata, che stanno facendo il giro d’Italia."

Info Mostra

FERRARA, Palazzo Ex Borsa, Sale Art & Cultura - Largo Castello 20

Periodo: dal 24 ottobre al 2 novembre 2008
Vernissage: 24 ottobre - ore 17.30
Presentazione critica di Sabrina Falzone, Critico e Storico dell'Arte
Ospiti d'onore: Marco Salvatore Mallamaci e Nadia Presotto, giornalista del Corriere dell'Arte

Espongono i seguenti artisti

Ismail Acar, Kareem Ralph Amin, Symona Colina, Paola Colleoni, Kira De Pellegrin, Annunzia Fumagalli, Paolo Ghersi, Donato Lotito, Marco Salvatore Mallamaci, Maria Cristina Martini, Vesna Pavan, Maria Cristina Remondi, Marialuisa Sabato, Kim Sung-Heun, Fabio Usvardi, Dino Ventura, Mariangela Verriello, Duan Xiaoli



domenica 19 ottobre 2008

VETRINA D'ARTISTA Cassa Risparmio SAVONA


Dal 31.10 al 23.11.2008 Le sculture di Gian Genta alle VETRINE D'ARTISTA
della Cassa di Risparmio di SAVONA
Iniziativa dell'Associazione Culturale RENZO AIOLFI.
Curatore e critico Dr.ssa Silvia Bottaro
Responsabile artistico Dr. Roberto Debenedetti
Nel 2008 Le Vetrine d'artista hanno ospitato Collina,Eso Peluzzi,C.Bossi, Bonilauri,Minuto,Acquaviva, Farfa,Bertagnin

sabato 18 ottobre 2008

L'Ottava Ritrovata


"L'Ottava Ritrovata" è il titolo della mostra di sculture luminose dello studio maRAMEo di Claudio&Barbara, in corso a Bari nel nuovo spazio espositivo S.e.C., via A. Volta n°6 (angolo viale Unità d'Italia) e prorogata fino alla fine di novembre. Un titolo che potrebbe rimandare al sistema musicale come ritrovamento di una corrispondente e antichissima legge cosmica (la Legge dell' Ottava, appunto...) o più semplicemente ad un gioco in cui le note sono chiamate in causa come puro pretesto ludico: le lampade in mostra, infatti, ciascuna un pezzo unico e irripetibile, lavorato con estrema finezza e con l'esclusivo impiego di materiale di riciclo, hanno ciascuna il nome di una nota musicale, ma sono al contempo stilizzazioni ironiche di personaggi fantastici, come "Re Bemolle", con la sua regale corona sul capo-paralume e la postura di un regnante decadente; o "La Dama", che nelle parole di Chantal Nebig, fa pensare a "una bella ma eccentrica signora ad un party la cui presenza non si può assolutamente ignorare"....
Rame di recupero, vetro di bottiglia levigato dal mare, legno spiaggiato."La luce che penetra attraverso questi merletti di rame e vetro" dice Caterina Saggioro,"si scompone sulla parete in tanti frammenti di una luce che il rame fa rosata, calda, accogliente. Una luce che invita a fermarsi, sedersi, e farsi raccontare una storia…".
MaRAMEo è il mare, il rame, un gesto innocente...
Per informazioni telefonare ai seguenti numeri: 3474096112 - 0805566680

martedì 14 ottobre 2008

L'amore è un cane che viene dall'inferno e porta con sé le proprie agonie


La mostra si terra presso lo spazio Sassetti Cultura ore 19.30 presentazione del libro di Paolo Roversi: Taccuino di una sbronza Aperto tutti i giorni dalle 15.30 alle 18.30

COSÌ L´IDIOTA FA POLITICA

Una reazione dei sensi, una poesia carnale, senza redenzione. Un´epica dell´eroe ridotto all´osso, senza fronzoli. Los Angeles come Itaca, e come il mare. Insidie e donne, dee e puttane. Bukowski vuole una adesione totale alla terra. È ciò che reclama, con la forza di chi difende un valore, senza ideologie. La finitezza resa estrema è la chiave per la comprensione dell´uomo. Un uomo che è urlo di dolore, belva che placa la sua fame, desiderio che non si lascia addomesticare. Un gatto, un uccello, la tigre, l´assassino. Sullo sfondo amore, sguardo di bambino: uno stupore che fa brillare di una luce pura, e tagliente, il senso di una bellezza semplice, ingenua, ingiusta. Immeritata come il dolore. Assurda leggerezza e notti come piombo: Bukowski scrive la contraddizione. Sull´orlo, sul confine, si muove tra due mondi, smascherandone le forze oscure, le intricate trame, alla luce impietosa di un sole splendido e lontano, di una luna fredda e del suo fascino terribile. L´Europa è nei suoi versi: la musica, la letteratura, Mahler e Brahms, Céline. Nietzsche e Schopenhauer: lucidi pensieri che non hanno bisogno di consolazione. Ma soprattutto l´America e la sua ostinata negazione: forse Whitman, il sogno e la delusione, il jazz, le strade della città come ragnatele e bar, e fumose stanze e speranze esangui scavate dal niente. Ancora la contraddizione è protagonista. Euforia e amarezza, bellezza e nausea, sofferenza e passione, il dentro è fuori, il privato è il pubblico, il cesso è la polis. Bukowski vuole essere un idiota, chi si interessa solo di sé, del soddisfacimento della propria passione, come del nucleo più profondo della propria identità. Da odiare, eppure da accudire, difendere, affermare, da riconoscere con sguardo disincantato e sofferente, con l´orgoglio e la vanità di chi non ha alibi. Di chi scaglia via idoli o dei. Non ci sono schemi cui far presa, ma solo il tesoro di una tesa, micidiale volontà che persino il nulla e il delirio della follia sono costretti a lasciare intatta. Perfetta e meschina. Immagini stanche di morte, di disgregazione, cadaveri, il non senso e la disperazione si stringono a folgorazioni di una bellezza istantanea, abbacinante, con una naturalezza che è quella di chi crea, non di chi ripete. Così il poeta, il narratore dell´epica dell´antieroe si invischia nella finitezza opaca dell´anima, tanto individuale da avere il peso di una fisionomia, di un corpo - invecchiato, violato, malato, esaltato, scoperto, amato. E nello stesso tempo ha una vocazione universale, una tensione utopica che è sussulto, palpito, interrogativo. L´appello a un risveglio dal torpore della convenzione, che rinuncia alle semplificazioni, a separare i buoni dai cattivi, alle facili lusinghe della razionalità, della convivenza pacifica, della legge che compone, irreggimenta e rassicura. Così l´idiota fa politica.
A cura di Vera Maria Carminati

Info Mostra

Espongono gli artisti:
Claudio Bettolo, Claudia Bonandrini, Massimo Brazzini, Silvano Bruscella, Stefano Calcinella, Giovanni Cerri, Giorgio Da Valeggia, Giorgio Del Basso, Anna Epis, Marina Falco, Ramona Gliga, Ivan Grebenshikov, Birgir Johansson, Nadia Magnabosco, Virginia Panichi, Lorenzo Pietrogrande, Branko Raki´c, Giacomo Rossi, Alessandro Sala, Samuela Segato, Senso, Jacopo Silvestri, Angela Viola, Attilio Zanchi, Giulio Zanet, Sasha Zelenkevich.

Circolo Culturale Bertolt Brecht di Milano - Tel +39 3312995313
A cura di Attilio Zanchi e Lorenzo Argentino - Settore giovani: Anna Epis e Aldo Torrebruno

domenica 12 ottobre 2008

Paesaggi dell'inconscio


Il critico Sabrina Falzone, in collaborazione con la Galleria d’Arte Il Bracolo, sono lieti di presentare un nuovo progetto espositivo, finalizzato alla valorizzazione del territorio e alla rivalutazione del genere paesaggistico letto in chiave psicologica.
La Mostra Internazionale d'Arte Contemporanea "PAESAGGI DELL’INCONSCIO", allestita nella galleria del centro storico di Roma, nasce con lo scopo di analizzare la ricerca artistica contemporanea imperniata sul tema del paesaggio emotivo.
Previo selezione delle opere, la curatrice si è orientata ad una scelta verso l’eterogeneità culturale e stilistica degli artisti esponenti, alcuni di essi provengono da stati esteri come la croata Ivanka Dukić, la romena Lia Pascaniuc e Paola Colleoni di origini argentine. Sabrina Falzone ci spiega:

“Le loro opere ci svelano i misteri dell’inconscio nell’impiego di un cromatismo di parvenze zaffiro, intriso di essenze cosmiche degne di nota.
Un tonalismo incorporeo dalle sfumature turchine si apre sul confine pittorico di Silvia Dotti, Annamaria Girardi e Marco Graglia. E’ il linguaggio occulto dell’anima che emerge in tutta la sua veritas, dando vita ad un’indagine esistenziale quantomai stratificata. Le note celesti della loro pittura emotiva si sedano nella ricerca aleatoria di Aldo Carnevale, Ernesto Ponsiglione e Morogallo. In essi il segno si affievolisce nella pace dello spirito, acquistando una delicatezza pittorica, caratterizzata da sobrie velature e pure trasparenze.
Tinte celesti affiorano in tutta la propria comunicabilità anche dalle opere d’arte di Candida Scanu, Paul De Haan e Alfredo Avagliano, in cui accarezzano chiose surreali.
La ricerca dell’inconscio diventa uno straordinario elogio cromatico nei lavori di Marialuisa Sabato e Massimo Mugavero. I loro quadri ci parlano di un edonismo catartico, ci raccontano con voce epicurea l’amore per la vita, un sentimento che s’intravede peraltro nella produzione di Angelo Zuena che sorprende con le sue pulsioni teoriche e astratte.
Un tonalismo caldo si fa strada sull’orizzonte formale di Giorgio Ferrari, per poi permeare copiosamente sulla tela di Sara Calvano.
Come diramazioni brune dal tratto concitato, i paesaggi dell’inconscio di Daniela Sersale e Zoom aleggiano su uno spazio violaceo, estremamente sfaccettato che risveglia i territori della mente umana.
D’altro canto, le opere di Nemo, Paolo Di Stefano e Antonio Esposito contemplano un dialogo silenzioso tra chiarori e oscurità, tra ombre e luci, tra l’io e l’altro in un complesso tessuto di relazioni psichiche, sommamente enunciate nell’idea del contrasto.
E’ un colore che assorbe messaggi metafisici e li proietta sulla tela senza remore, alla deriva di un paesaggio inconscio.”

Info Mostra

Roma, 8-17 novembre 2008
VERNISSAGE Ore 18:30 - Sabato 8 Novembre
Presentazione critica di Sabrina Falzone, Critico e Storico dell’Arte
Special guest: Serena Cara, Storico dell’Arte

Galleria d’Arte Il Bracolo
Roma, Via Quattro Cantoni, 9
Domenica chiuso
COCKTAIL E INGRESSO GRATUITI


venerdì 10 ottobre 2008

Città d'Italia tra arte e simboli


Taormina Gallery è lieta di presentare la Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea CITTA’ D’ITALIA TRA ARTE E SIMBOLI, curata dal critico e storico dell’arte Sabrina Falzone e coordinata dalla direttrice Rosi Raneri, che insieme hanno dato vita al nuovo progetto espositivo.

La mostra sarà allestita dall’11 al 24 ottobre ’08 presso la storica Galleria d’Arte Taormina Gallery, ubicata nel centro storico di Taormina, crocevia da sempre amato dal turismo internazionale.

L'esposizione vuole rendere omaggio alle splendide città italiane che con la loro cultura, storia e arte arricchiscono il patrimonio nazionale dei beni culturali, da sempre ammirato dai viaggiatori stranieri, primo fra tutti Goethe.

L’eterogeneità stilistica rappresenta il tratto distintivo della mostra che pone a confronto artisti di diverse provenienze regionali e internazionali che si sono cimentati sul tema delle città italiane con i loro simboli.

Osservare in silenzio l’ambiente, tra architettura e storia, tra arte e natura, elaborare nella propria interiorità l’immagine visiva che si è indelebilmente impressa nella memoria, custodirne il tesoro dell’emozione che scaturisce, è questo il modus operandi adottato dal fotografo Donato Lotito, che si esprime in tutto il suo nitore in Navigazione sul Po’. C’è del surrealismo naturalistico nel cromatismo azzurro delle acque fluviali, c’è dietro l’icona italiana un’archeologia intrisa di storia e civiltà.

Antonio Crestanello ha voluto rendere omaggio a Burri, nella nitida rappresentazione fotografica del Grande Cretto di Gibellina, un monumento carico di storia, costruito in memoria dei 1150 caduti durante il terremoto del 15 gennaio 1968. Dal teatro tragico della vicenda umana, egli riesce a trarne una valenza estetico-formale mediante l’attuazione di una macrogeografia astratta, dai risvolti emozionali.

Nell’opera digitale “Ponte Vecchio” di Marzia Giacobbe, le luci fredde dell’urbe fiorentina suggeriscono uno sguardo elegiaco nei confronti della realtà storica italiana. Il Lungotevere romano diviene, invece, soggetto predominante di Maria Gerardi, che ne coglie specialmente l’atmosfera sentimentale.

I simboli di Genova vengono messi in risalto dalla ricerca fotografica di Victor Deleo, che privilegia un’esaltazione monumentale dal carattere luministico.

L’opera “Reti” del poliedrico giornalista Gianni Zaccone mostra un inedito volto urbano, tendente all’organizzazione rigorosa degli elementi compositivi, creato con tecnica ad acrilico unito all’elaborazione grafica su malta di calce, cemento e rete metallica.

La sezione scultorea dell’esposizione è composta dalle sculture di Giovanni Murganti e di Giuseppe Gambino. Le sculture di Murganti ci addentrano in un dialogo materico tra la fede, la caducità della vita, la natura e l’universo. Il “Duomo” diventa così un ponte tra il cielo e la terra in continua rigenerazione, che ci trasporta, in pieno stile gotico, dal particolare all’universale. Ritroviamo una produzione altamente simbolica anche in Pippo Gambino. Le sue sculture si distinguono per verticalità e purezza. Anch’esso, lavorando su antichi simboli, quali il cerchio, approda alla modernità del terzo millennio. Tali sue caratteristiche si traducono nell’opera pittorica presente alla rassegna, la “Chiesa degli Eremitani”.

In mostra è possibile visionare anche “Il sorriso di Santa Barbara” di Claudio Giulianelli, un dipinto che si proietta nel passato storico-artistico, non senza influenze fiamminghe.

Fausto de Marinis, di origini etiopi, ci inoltra in un panorama geometrico-simbolico. Il suo percorso storico artistico è segnato da questo persistente confronto tra rigore e sogno, come possiamo notare in “Euritmia”. Anche lo stile pittorico dell’artista austriaca Hedy Maimann, parte dal reale proiettandosi all’astrazione. I suoi colori vibrano come note musicali rimaste nell’aria dell’antica Vienna, emanando l’essenza della vita, la luce.

Sempre la luminosità è l’elemento che caratterizza i particolari paesaggi ”trasfigurati” di
Dolores Lazzari All’interno delle sue vedute si sintetizzano luce e ambiente, creando un crescendo di sensazioni e silenzi.

Daniela Zocca con i suoi simboli ancestrali che dominano all’interno dei suoi dipinti, ci permette di inoltrarci in visioni allegoriche, alla ricerca di “una città”, della quale possiamo coglierne, ogni tanto un frammento. Anche l’opera “Trinacria” di Luana Tallarita raffigura un simbolo proveniente dal passato e ripetutamente interpretato. Tra mito e credenze, è il simbolo per eccellenza del calore della Sicilia.

Lo scorcio di “Venezia” dell’artista spagnola Berta Otero Alcubilla si sofferma sull’antico simbolo della gondola sul mare, analizzandolo in chiave informale. Nell’opera pittorica di Emanuela Messena, “il Pò freidano” diventa anch’esso altamente simbolico, in quanto in tempi antichi questo tratto di fiume era utilizzato dalle lavandaie. La Torre è invece ciò che rimane di un antico castello signorile.

Rimando sempre in un clima paesaggistico-descrittivo, possiamo ammirare l’opera di
Beatrice Carbonari, il Castello di Trento, laddove l’analisi del paesaggio emana una certo vigore comunicativo. Le sue forme architettoniche diventano poliedriche e allegoriche.
Il paesaggio marino della costiera amalfitana, ritratto da Giuseppe Cascella, è carico di un’osservazione poetica singolare. L’analisi fedele della realtà è resa soprattutto dalle note cromatiche luminose e vitali.

Allusione alla sua città natale è l’opera realizzata da Livio Lovisone, infatti l’esposizione, che verrà inaugurata sabato 11 ottobre alle ore 19, è dedicata non soltanto a grandi metropoli d’Italia ma anche a località minori, cariche di storia, arte e cultura.

"Vivo qui in uno stato di chiarità e di pace di cui da tempo non avevo neppur l'idea. Ogni giorno un nuovo oggetto degno di nota, ogni giorno immagini vive, grandi, peregrine, e un tutto ch'è vissuto a lungo nel pensiero e nel sogno, ma che l'immaginazione non bastava mai ad afferrare."
("Viaggio in Italia"Johann Wolfgang v. Goethe a Roma)

Testo critico a cura di S. Falzone e R. Raneri

Info Mostra

CITTA’ D’ITALIA TRA ARTE E SIMBOLI
Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea

Espongono: Beatrice Carbonari, Giuseppe Cascella, Antonio Crestanello, Victor Deleo, Fausto De Marinis, Giuseppe Gambino, Maria Gerardi, Marzia Giacobbe, Claudio Giulianelli, Dolores Lazzari, Donato Lotito, Livio Lovisone, Hedy Maimann, Emanuela Messena, Giovanni Murganti, Berta Otero Alcubilla, Luana Tallarita, Gianni Zaccone, Daniela Zocca

11-24 ottobre ‘08 - Taormina Gallery - via Di Giovanni 36 - 98039 Taormina (ME)

Direttrice artistica Rosi Raneri - INGRESSO LIBERO

venerdì 3 ottobre 2008

Martina Pagnanini: Mixed Inspirations 1998-2008


Quando Martina Pagnanini dipinge o disegna la sua fantasia non fa distinzione fra la vignetta del giornale il brano d'affresco che l'ha entusiasmata, o l' illustrazione delle vecchie fiabe di cui ha memoria. Le sue immagini emergono da questo fare "largo" fondendo cose alte alle nostre quotidiane. Ne nascono tecniche ibride, collage e minute decorazioni di stoffa.

Soprattutto sono le illustrazioni ad impegnarla, la scrittura le solletica l'immaginazione la porta nel fantastico e nel surreale. In questo balzo si conservano le contraddizioni dei caratteri, si accentua un suo humour che la libera dalla resa didascalica e le scioglie l'inventiva. Prova di autonomia e dimostrazione di un linguaggio che una mostra come questa - che raccoglie dieci anni di lavoro- sta a riprova di una coerenza istintiva e sfrondata evidente sin dagli inizi.

Le recenti incursioni in senso "pop" risentono del limite dell'icona o comunque di forme "condivise", all'occorrenza provocatoriamente trasfigurate e rivedute come my feeling with the territory, ma nella provocazione non si esauriscono e mostrano il rivivere di paesaggi e realtà religiose (San Francesco) che Martina affronta con convinzione, vale a dire con tutta se stessa e tutto il suo mondo interiore. Ma in mostra queste non sono che le ultime prove di un ampio lavoro, e le prime non sono meno pregevoli delle ultime.

Il ciclo di acqueforti del 2001 attorno alle carte dei tarocchi, dicono delle capacità di Martina di rivisitare e far proprie immagini, attraverso quelle deformazioni che si insinuano per via di ironie, talvolta sfiorando il grottesco o con apparizioni surreali o con veri e propri blitz mitologici.

La durezza dei segni dice di ascendenze non lontane dal mondo odierno dell' illustrazione, di suggestioni che rimandano anzitutto a Klee (il riferimento vale soprattutto per le figurazioni zoomorfe degli arazzi). L'atmosfera quando non è scopertamente giocosa può inclinare alla
malinconia allargando gli spazi, come ne le rondini volano d'inverno con i tralicci dell'alta tensione uno più sbilenco dell'altro sull' orizzonte del mare, e la giostra dei venti impazzita e storta.

Sui legami con la scrittura si scoprono predilezioni che risalgono ai racconti di Andersen fino al più antico Giambattista Basile, che scriveva in lingua napoletana stringendo la partita fra la grazia e il mostruoso.

Una sua tavola fiorisce di mille dettagli curiosi, di figurine microscopiche "minuziosità" dice lei modestamente, ma per scoprirle occorre guardare a lungo. A cura di Giulio Catelli

Info Mostra

Titolo mostra: MIXED INSPIRATIONS 1998-2008
Luogo: OSIMO (AN)
Spazio espositivo: CENTRO ATTIVITA' CULTURALI SAN SILVESTRO COMUNE DI OSIMO (AN)
Orario di apertura: tutti i giorni dalle 18 alle 20
Vernissage: Sabato 4 Ottobre ore 18:00
Data di chiusura:18 Ottobre2008
Ingresso gratuito

Per contattare l'artista scrivere a: martina.pagnanini@gmail.com

mercoledì 1 ottobre 2008

Carlo Andreoli e Rohn Meijer: Memoria e futuro, orizzonti in bilico


Forse non abbiamo intenzione di fermarci, forse non siamo pronti a fermarci. Forse la paura ci lascia senza fiato, figure inerti in questo mondo rutilante di immagini crudeli e deliranti, in questo giro di vite consumate in fretta, delle quali nulla vogliamo sapere, delle quali ignoriamo la musica segreta. Ma proprio mentre corriamo per dimenticare, proprio mentre il mondo ci ruota attorno con inequivocabile puntualità ... recuperiamo il fiato, dopo l´ennesima corsa, inspiriamo e solleviamo lo sguardo, lasciamo che si allarghi, lasciamo che metta a fuoco la realtà. Una realtà sgrammaticata come quella dei titoli di alcune delle foto di Carlo Andreoli, una realtà dolente, di carne e sangue, dove quasi non esistono sfumature, divorate dalla violenza inconsulta dell´uomo che consuma, dove i colori sono quelli freddi della denuncia o piuttosto della presa di coscienza di questo artista che lascia il proprio segno con una scrittura di meditata imprecisione, con disarmante risolutezza. E´ il mondo degli ultimi, dei piccoli, che Andreoli fissa nei suoi scatti impietosi, restituendo dignità ad un´esistenza dimenticata, inchiodandoci alla nostra coscienza. Siamo ancora qui, assorti, e subito nei nostri occhi si fa strada l´universo di Rohn Meijer, un universo i cui confini si dilatano fino a toccare l´oriente estremo, terra di mezzo indecisa fra passato e futuro.

La tradizione millenaria di un popolo e il suo anelito all´eternità si incontrano su un ponte sospeso fra un futuro che è già qui e un passato che è ancora presente. Istantanee di vita, volti fissati in una quotidianità fatta di fatica e attesa, fatta di gesti semplici, essenza imprescindibile della nostra umanità. Nel chiarore di un mattino, su un ponte di pietra, un figlio corre incontro a suo padre, un aquilone si alza nel vento disegnando i sogni di un bambino. In una notte di silenzio rarefatto, le luci fredde di un ponte vuoto ci avvolgono in una solitudine irreale. Un ponte può dividere. Un ponte può congiungere. A noi la scelta.

A cura di Barbara Di Santo e Paola Franzosi

Info Mostra
Inaugurazione Lunedì 6 ottobre alle ore 18.30 La mostra resterà aperta fino al 22 ottobre 2008, nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì alle ore 16 alle ore 18 e giovedì dalle ore 18 alle ore 20 presso il Circolo Culturale Bertolt Brecht di Milano Tel +39 3312995313

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