Le tecniche pittoriche tardo antiche e medievali rappresentano due fasi cruciali dell’evoluzione artistica, segnando il passaggio dalla pittura naturalistica dell’arte classica a forme più simboliche e stilizzate. Scopriamo i principali metodi, materiali e sviluppi stilistici di queste epoche fondamentali.
Pittura Tardo Antica (III-VI secolo d.C.)
Durante il tardo Impero Romano, la pittura si evolve verso la stilizzazione e la gerarchia visiva, distaccandosi dal realismo greco-romano. Le principali tecniche utilizzate erano:
- Affresco: utilizzato nelle catacombe cristiane e nelle ville romane, caratterizzato da una tavolozza chiara e figure semplificate.
- Encausto: tecnica a cera riscaldata, molto diffusa nei ritratti funerari del Fayyum (Egitto romano).
- Mosaico: sempre più raffinato, con tessere dorate, divenne la tecnica principale nelle basiliche cristiane (mosaici di Ravenna).
- Miniatura: prime forme di decorazione libraria nei codici illustrati, con colori brillanti e linee marcate.
- Iconicità: le figure diventano meno volumetriche e più simboliche, con un’enfasi sui tratti spirituali e ieratici.
Foto: Affresco dalla Villa dei Misteri, Pompei
Pittura Medievale (VI-XV secolo)
Durante il Medioevo, la pittura si sviluppa in funzione del contesto culturale e religioso, dando origine a tecniche specifiche.
Principali tecniche pittoriche medievali
- Affresco: tecnica dominante nelle chiese romaniche e gotiche, con pigmenti minerali applicati su intonaco fresco (es. Giotto).
- Tempera su tavola: utilizzata per pale d’altare e icone bizantine, con pigmenti mescolati a tuorlo d’uovo per colori vividi.
- Miniatura: raffinata nei manoscritti medievali, con oro, lapislazzuli e dettagli iper-stilizzati (codici miniati irlandesi e bizantini).
- Mosaico: ancora fondamentale nell’arte bizantina, con forte uso della doratura per enfatizzare la sacralità.
- Vetrata istoriata: tipica delle cattedrali gotiche, realizzata con lastre di vetro colorato unite da piombo.
Evoluzione stilistica
- Romanico (XI-XII secolo): figure rigide e ieratiche, con sfondi astratti o dorati.
- Gotico (XIII-XV secolo): maggiore attenzione al realismo e all’espressione emotiva (Giotto introduce chiaroscuro e profondità).
Con l’avvento del Rinascimento, la pittura medievale lascia il posto a nuove tecniche come la prospettiva lineare e la pittura a olio, rivoluzionando la rappresentazione di spazio e luce.
Foto: Icona bizantina della Madonna del Carmine di proprietà del F.E.C. (Fondo Edifici di Culto)
Tecnica della Tempera
La tempera è una delle tecniche pittoriche più usate nel Medioevo, soprattutto per icone e pale d’altare.
Caratteristiche principali
- Legante: il tuorlo d’uovo funge da legante per i pigmenti naturali.
- Supporto: tavole di legno (pioppo, tiglio), preparate con gesso e colla animale.
- Stesura del colore: applicazione a strati sottili, con pennellate brevi per sfumature dettagliate.
- Essiccazione rapida: difficile da correggere, ma ideale per dettagli precisi.
- Colori brillanti: i pigmenti restano intensi nel tempo con un aspetto opaco e luminoso.
- Doratura: nelle opere medievali, la foglia d’oro crea un effetto di luce mistica.
Esempi celebri
- Icòne bizantine: figure ieratiche con sfondi dorati (Cristo Pantocratore del Monte Sinai, VI sec.).
- Madonne medievali: da Cimabue a Duccio di Buoninsegna.
- Giotto: introduce chiaroscuro e volume, anticipando il Rinascimento.
Foto: Cristo Pantocratore del Monte Sinai, VI sec.
Tecnica del Mosaico
Il mosaico è un’arte antichissima che raggiunge il suo massimo splendore nel periodo tardo antico e medievale.
Caratteristiche principali
- Materiali: tessere di marmo, vetro colorato, oro.
- Fondo dorato: tessere di vetro con foglia d’oro creano un effetto di luce mistica.
- Tecniche:
- Diretta: le tessere sono applicate sull’intonaco fresco.
- Indiretta: le tessere vengono preassemblate su supporto cartaceo.
- Effetto ottico: disposizione inclinata per riflettere la luce e creare un effetto "vivente".
Esempi celebri
- Mosaici di Ravenna (V-VI secolo): Basilica di San Vitale e Mausoleo di Galla Placidia.
- Mosaici bizantini di Santa Sofia (Istanbul, VI secolo): raffigurazioni di Cristo e della Vergine.
- Cappella Palatina di Palermo (XII secolo): fusione tra arte bizantina e cultura normanna.
Foto: Mosaico presente nella Villa Romana del Casale a Piazza Armerina
Tecniche di Doratura
La doratura esalta il valore spirituale delle immagini sacre medievali.
Metodi principali di doratura
- Doratura a guazzo: foglia d’oro su bolo armeno, lucidata con pietra d’agata.
- Doratura a missione: usata su legno grezzo o scultura con adesivo oleoso.
- Doratura punzonata: decorazione dell’oro con punzoni metallici (Cimabue, Duccio).
- Doratura nei manoscritti miniati: oro in polvere miscelato con collanti naturali.
- Doratura nei mosaici: tessere dorate tra due strati di vetro per riflessi luminosi.
Foto: Tecniche di doratura
Pigmenti medievali
I colori erano ottenuti da minerali, piante e sostanze animali, spesso molto costosi.
- Blu di lapislazzuli (Ultramarino): pigmento più pregiato, riservato alla Vergine Maria.
- Cinabro (Vermiglione): rosso brillante, ma tossico.
- Orpimento: giallo dorato, ma altamente velenoso.
- Verdigris (acetato di rame): verde intenso, ma corrosivo.
- Nero di carbone o vite: nero intenso ottenuto dalla combustione.
- Bianco di piombo: tossico, ma molto usato per illuminare le carnagioni.
Curiosità sui pigmenti medievali
- Alcuni colori erano così costosi che venivano finanziati da committenti specifici.
- Molti pigmenti scolorivano nel tempo per reazioni chimiche.
- La ricerca dell’oro e dell’azzurro perfetto spinse gli artisti medievali a sperimentare nuove tecniche.
Foto: pigmenti antichi
Le tecniche pittoriche tardo antiche e medievali hanno lasciato un’eredità artistica duratura. Mentre la tempera fu progressivamente sostituita dalla pittura a olio, il mosaico è ancora utilizzato per decorazioni monumentali, dimostrando l’immortalità di queste antiche tradizioni.
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