Il Castello di Rivoli, uno dei più importanti musei d'arte contemporanea in Italia, ospita una mostra davvero unica e provocatoria: Mutual Aid – Arte in collaborazione con la natura, che sarà aperta fino al 23 marzo 2025. Curata da Francesco Manacorda e Marianna Vecellio, questa esposizione offre un'inedita riflessione sull'arte come pratica di collaborazione tra esseri umani e altre specie, mettendo in discussione la tradizionale separazione tra cultura e natura.
Il titolo stesso della mostra si ispira al concetto di "mutuo appoggio" teorizzato dal filosofo russo Pëtr Kropotkin nel suo saggio Il mutuo appoggio. Un fattore dell’evoluzione. In contrasto con la visione darwiniana della competizione come motore dell'evoluzione, Kropotkin sosteneva che la cooperazione tra le specie fosse un elemento essenziale per la sopravvivenza, soprattutto in un ambiente instabile con risorse limitate. Questo concetto diventa il cuore pulsante della mostra, unendo arte e scienza in un dialogo multispecie che esplora la possibilità di creare, non solo tra umani, ma anche con la natura stessa.
L'esposizione si sviluppa negli spazi affascinanti della Manica Lunga del Castello di Rivoli, che viene trasformata in un "organismo vivente" dove le opere d'arte sono co-creazioni, non solo degli artisti, ma anche di esseri non umani. Oltre venti artisti internazionali presentano i loro lavori, molti dei quali sono frutto di collaborazioni con la natura: dalle piante e animali a microrganismi e agenti naturali. Il risultato è una mostra che non solo espone opere d'arte, ma invita il pubblico a riflettere sulla nostra interconnessione con l'ambiente e sulle modalità con cui possiamo imparare a coesistere con altre forme di vita.
Uno degli aspetti più affascinanti di Mutual Aid è la varietà di linguaggi espressivi che i curatori hanno scelto di utilizzare per illustrare la collaborazione tra uomo e natura. L'esposizione include pittura, video, scultura, suono e installazioni che sfidano la nostra comprensione tradizionale del processo creativo. Ogni opera racconta una storia di simbiosi, un interscambio che va oltre l'idea di dominio dell'uomo sulla natura, per suggerire una visione più ecologica e cooperativa della creatività.
Le opere di alcuni artisti come Vivian Suter, Giuseppe Penone e Agnes Denes aprono la mostra, mettendo in evidenza una riflessione sulla temporalità, sul "tempo biologico", e sulla necessità di un dialogo più profondo con la terra e le sue risorse. Suter, in particolare, crea le sue opere nel cuore della foresta guatemalteca, permettendo che siano le forze naturali – come la pioggia e gli animali – a influenzare il processo creativo. In questa visione, l'autorialità dell'artista si fonde con quella del mondo naturale, sfidando l'idea che l'arte sia esclusivamente frutto della mente umana.
Altre opere, come quelle di Tomás Saraceno, esplorano il tema della collaborazione interspecie, mostrando come anche creature come i ragni possano diventare co-creatori nelle pratiche artistiche. Saraceno, noto per la sua ricerca sulle reti e la comunicazione tra specie, presenta una serie di ragnatele che non solo fungono da scultura, ma sono anche strumenti percettivi che invitano il pubblico a riflettere sulla connessione tra le diverse forme di vita.
Il lavoro di Maria Thereza Alves si concentra invece sulla rappresentanza delle specie a rischio, indagando il paesaggio piemontese e l'importanza di dare voce a quelle forme di vita che spesso vengono ignorate. Il tema del rifugio, della protezione e della sopravvivenza è esplorato anche da Hubert Duprat, che collabora con i tricotteri per creare opere d'arte in cui gli insetti costruiscono astucci protettivi utilizzando materiali preziosi forniti dall'artista.
Mutual Aid non si limita a una riflessione teorica, ma invita anche il pubblico a prendere parte attivamente, con installazioni interattive e performance che sollecitano una partecipazione più consapevole. Ad esempio, l’opera di Nour Mobarak, che utilizza il micelio di funghi per trasformare sculture in organismi viventi, esplora il ciclo di vita e morte in un processo che è sia artistico che naturale.
La mostra si conclude con l'installazione di Precious Okoyomon, che immerge il pubblico in un paesaggio tropicale surreale, popolato da farfalle e piante velenose. Un'opera che richiama non solo la forza rigenerativa della natura, ma anche la resilienza di fronte a un contesto sociale e storico spesso oppressivo.
Infine, il progetto si estende anche alla Collezione Cerruti, dove il dialogo tra arte e natura continua attraverso una serie di opere che esplorano le affinità tra le collezioni storiche e le istanze contemporanee di Mutual Aid. Un'ulteriore prova che l'arte, in tutte le sue forme, può essere un potente strumento di riflessione sul nostro rapporto con l'ambiente e le altre specie.
Mutual Aid – Arte in collaborazione con la natura non è solo una mostra, ma un invito a ripensare il nostro ruolo nel mondo naturale, a riconoscere le forme di vita che ci circondano come co-creatrici di un ecosistema globale, in cui ogni specie, grande o piccola, gioca un ruolo fondamentale. Con questa esposizione, il Castello di Rivoli non solo celebra l'arte, ma promuove un messaggio urgente di coesistenza e collaborazione tra tutte le forme di vita sulla Terra.
Credit photo: Michel Blazy
Le lâcher d’escargots (Il rilascio delle lumache), 2009
Tratta dal sito ufficiale del Castello di Rivoli