Il programma Climatica, curato da Gabriele Tosi per l’associazione Alchemilla, esplora il rapporto tra il locale e il globale, uno dei temi più urgenti e rilevanti nell'arte contemporanea nell'epoca dei cambiamenti climatici. Un programma che invita a riflettere non solo sull’impatto della crisi climatica sulle nostre vite, ma anche sul ruolo che l’arte può svolgere nel sensibilizzare e nel creare un dialogo collettivo su un futuro che sembra sempre più incerto.
“Oggi non è un complimento dire a chi fa arte ‘Ma che bell’oggetto hai prodotto’” afferma il curatore Gabriele Tosi (Pistoia, 1987), noto per la sua direzione di spazi culturali come Megadue a Bologna e Toast Project a Firenze. Climatica si inserisce all’interno di una collaborazione con l’associazione culturale Alchemilla, portando in primo piano la riflessione sulle interconnessioni tra spazio domestico e percezione del mondo esterno. “Un’indagine sul ‘nostro non sentirci soli’, come afferma Tosi, un’esplorazione delle relazioni con altre forme di vita umane e non umane, dei sistemi climatici globali e di come anche una singola opera d’arte non sia separata da ciò che accade ‘fuori’,” precisa il curatore.
Il clima globale e la dimensione domestica ad Alchemilla
Climatica si sviluppa negli spazi intimi di Alchemilla, a Palazzo Vizzani, la cui atmosfera domestica non ricorda affatto quella sterile delle gallerie tradizionali in stile “white cube”. L’ambiente, intriso di un’atmosfera accogliente e quotidiana, invita il pubblico a riflettere sulle problematiche globali senza sentirsi distaccato da esse. Gli atelier in questo spazio sono attraversati quotidianamente da artisti e creativi che, come sottolinea Tosi, “sgomitano per uscire dal ruolo di produttori di immagini e intrattenimento imposto dalla società”. In un contesto di crisi ecologica e culturale, che ha visto il riscaldamento globale e la crisi dei sistemi naturali raggiungere livelli allarmanti, l’arte diventa uno strumento fondamentale per affrontare le urgenze del nostro tempo.
La crescente consapevolezza dell’Antropocene e dei suoi effetti sulla Terra ha spinto molti artisti a interrogarsi sulla responsabilità dell’uomo nei confronti del pianeta. Secondo i dati del Global Carbon Project, le emissioni di CO2 globali sono aumentate del 60% dal 1990, portando la temperatura globale ad aumentare di circa 1,1°C rispetto ai livelli pre-industriali. Questo dato, sebbene sembri modesto, nasconde le enormi conseguenze di un riscaldamento che sta già causando fenomeni estremi come uragani più violenti, incendi devastanti e periodi di siccità prolungata. In questo scenario, l’arte è chiamata a svolgere un ruolo educativo e trasformativo, ponendo l’accento sulla nostra interconnessione con il mondo naturale e sulle risposte collettive necessarie per affrontare la crisi climatica.
Le parole di Gabriele Tosi: l’arte e la pandemia
Tosi continua, “Le questioni legate al clima sono emerse con maggiore forza dopo la pandemia, non tanto per il trauma della COVID-19, ma per come essa ha riscritto le leggi della distanza. E i grandi cambiamenti dell’arte sono sempre stati legati a una riscrittura della distanza: dallo sbarco dell’essere umano sulla Luna alla nascita della prospettiva, fino, magari in maniera più intima, alla pandemia.” La crisi sanitaria globale, con il suo impatto universale, ha fatto emergere un cambiamento radicale nella percezione dell’individuo e del mondo che lo circonda, facendoci sentire più vicini e più vulnerabili. In questo contesto, la crisi climatica, che ha conseguenze altrettanto devastanti e diffuse, si manifesta come un fenomeno globale che tocca direttamente la dimensione quotidiana di ciascuno di noi.
La mostra inaugurale: In Our Real Life di Jason Hendrik Hansma
Il ciclo di mostre Climatica si apre con l’esposizione In Our Real Life dell’artista olandese Jason Hendrik Hansma, un’opera che mette al centro il tema della catastrofe ambientale e delle sue rappresentazioni mediatiche. Dal 6 al 9 febbraio 2025, la mostra propone una serie di video, tra cui Waves, che raccoglie riprese di mareggiate devastanti accompagnate dalla colonna sonora di Kelman Duran, e Embers, che giustappone immagini di incendi boschivi con un remix della canzone Close to You di Rihanna, realizzato dal DJ belga Ssaliva.
Attraverso questi video, Hansma riflette sulla crescente percezione che i disastri climatici si stiano avvicinando, come testimoniano i dati recenti: nel 2020, gli eventi climatici estremi hanno causato danni per oltre 200 miliardi di dollari a livello globale, una cifra che continua a salire. Le immagini di In Our Real Life non sono solo testimonianze visive di una catastrofe imminente, ma anche un invito a riflettere su come questi eventi diventino sempre più parte integrante delle nostre vite quotidiane, spesso rappresentati sui nostri schermi. La mostra gioca con l’idea di un mondo in cui la catastrofe è sempre “in arrivo” ma mai pienamente consumata, un’immagine del futuro che, purtroppo, potrebbe essere una realtà tangibile nel prossimo futuro.
Prospettive future: Climatica e la collettiva di ART CITY 2026
Il programma Climatica proseguirà nel corso del 2025 con altre mostre che indagheranno i molteplici aspetti della crisi climatica e le risposte artistiche ad essa. Il ciclo si concluderà con una collettiva inaugurata durante ART CITY 2026, un’occasione per riunire voci artistiche e riflessioni su un tema che, come dimostrato dalle ultime analisi del World Resources Institute, non può più essere ignorato. In un mondo in cui i cambiamenti climatici sono ormai visibili e tangibili, l'arte si propone come uno degli strumenti più potenti per stimolare un cambiamento collettivo verso un futuro più sostenibile.
Il programma Climatica, dunque, non solo esplora il dialogo tra l’ambiente domestico e quello globale, ma diventa un invito a ripensare la nostra posizione all’interno di un ecosistema che sta rapidamente cambiando. La speranza, come si evince dalle parole di Tosi, è che l’arte diventi uno strumento per avvicinare il pubblico a temi urgenti, favorendo una presa di coscienza che non può più essere procrastinata.