domenica 31 maggio 2009

Realismo e memoria poetica del paesaggio


La Galleria d’arte Giacon, è lieta di ospitare la mostra personale del maestro Renzo Andreon, per offrire l’opportunità di assaporare, la preziosità di evocative vedute paesaggistiche.

La narrazione sembra nascere da intime emozioni, affioranti dal fondo della memoria depositaria di affettive visioni, che danno forma alle sue incantevoli scenografie di paesaggi, dove l’oggettivo realismo è accentuato dalla minuziosa cura per i dettagli.

E’ sorprendente la straordinaria abilità d’esecuzione che ne deriva, ma il fascino reale scaturisce da idilliache atmosfere fatte di silenzi che aleggiano fra le dune sabbiose, dalla profonda serenità che vive sull’increspata superficie cristallina del mare, lasciando percepire come queste rappresentazioni siano dominate dalla componente psicologica, emozionale e meditativa.

A cura della Dott.ssa Valentina Giacon

Info Mostra

REALISMO E MEMORIA POETICA DEL PAESAGGIO

Sede: Galleria d’Arte Giacon, via Bachelet 3, 35010 Busa di Vigonza - Padova
Inaugurazione: sabato 13 giugno 2009, ore 17.30
In mostra fino al 30 giugno 2009
Orari: da martedì a sabato dalle 15.00 alle 19.00
Curatore: Storico dell’arte Valentina Giacon
Info: (+39) 3474267727
Mail: giacon.sergio@libero.it

sabato 30 maggio 2009

Il Caos


Giovedì 4 giugno alle ore 19.00 LightON Party (ingresso su invito) inaugurerà nell’Isola di San Servolo a Venezia la mostra d’arte contemporanea IL CAOS_#1 il lavoro a cura di Raffaele Gavarro.

IL CAOS è un progetto espositivo promosso dalla Società San Servolo Servizi in collaborazione con la Provincia di Venezia che si svolgerà nell’arco di tre anni, con tre esposizioni che affronteranno tematiche centrali della vita della nostra società: quella del lavoro, la questione della migrazione e quella dei conflitti.
L’idea è quella di documentare l’impegno etico e sociale che sta esprimendo l’arte del presente, privilegiando i linguaggi della fotografia, del video e in generale dei nuovi media.

La trilogia prende il titolo dalla rubrica che Pier Paolo Pasolini tenne dal 6 agosto del 1968 al 24 gennaio del 1970 sul settimanale “Tempo” e che proseguiva il suo impegno rappresentato dalla precedente rubrica “Dialoghi con Pasolini”, che lo scrittore e regista aveva tenuto su “Vie Nuove”. Fu un momento complesso e fondamentale della vita di Pasolini e della società italiana. Si era infatti aperta una crisi profonda con il nuovo sviluppo del capitalismo e con il trauma del sessantotto e Pasolini intraprese una riflessione profonda e molto spesso illuminante su quanto avveniva. Il carattere del nostro tempo è molto diverso, così come gli eventi che lo stanno segnando, ciononostante molte similitudini e tensioni in qualche modo analoghe ci fanno tornare a riflettere su quelle pagine e sui ragionamenti che Pasolini con lucidità e coraggio andava facendo.

Negli ultimi anni tutti hanno notato quanto l’arte abbia modificato il proprio approccio al mondo, scegliendo di impegnarsi nella comprensione della realtà e nella denuncia di quegli aspetti della nostra società più complessi e contraddittori, molto spesso spostando il campo di azione dell’arte dalla dimensione estetica a quella più propriamente etica.
La trilogia IL CAOS vuole rendere testimonianza di questo stato dell’arte, affrontando in maniera esplicita situazioni e tematiche sociali ed etiche, attraverso il lavoro di quegli artisti che stanno significativamente intervenendo in quest’ambito. Il primo appuntamento della trilogia sarà dedicato al tema del lavoro.
Quindi capire attraverso le immagini degli artisti quanto la natura, la tipologia, l’organizzazione del lavoro e dei lavoratori siano cambiate nella nostra società. Cogliere il senso profondo di straniamento e di lontananza, che si è creato tra l’immagine mediatica e la realtà del mondo del lavoro nel nostro Paese e in ambito internazionale. Riflettere sulle condizioni dei lavoratori e di come oggi intendiamo questa categoria.

Questa prima tappa della trilogia vedrà impegnati 8 artisti italiani: Marco Bonafè (Palermo 1981); Gea Casolaro (Roma, 1965); Donatella Di Cicco (Napoli, 1971); Danilo Donzelli (Napoli, 1975); Sandro Mele (Melendugno – LE, 1970); Alice Schivardi (Erba – CO, 1976); Giuseppe Stampone (Clues - F, 1972); Enrico Vezzi (San Miniato - PI, 1979).

In mostra sarà anche presentato un breve estratto di un documentario girato da alcuni cassaintegrati dell’Alitalia.
Il video, dal titolo “Tutti giù per aria” (regia di Francesco Cordio, autori: associazione culturale “Cogito…” insieme ad Alessandro Tartaglia Polcini e Matteo Messina) vuole essere una finestra aperta sulla realtà, che serva a tutti noi come parametro di riferimento, anche per la lettura delle opere degli artisti.

In occasione della mostra verrà attivato un gruppo di discussione su Facebook dal titolo “L’incertezza e la necessità”, amministrato e seguito da Chiara Nicolini che in parte sarà riportato in catalogo, a cui sarà possibile anche accedere direttamente dalla sede della mostra, dai tavoli multimediali che saranno approntati nella zona espositiva e che presenteranno documenti consultabili on line e cartacei dedicati al tema del lavoro. Il gruppo di discussione rimarrà aperto anche durante la mostra e direttamente dalla sede espositiva sarà possibile intervenire. Anche questa modalità di comunicazione servirà a mantenere un rapporto diretto tra l’evento espositivo e la realtà.

Info Mostra

Titolo: IL CAOS_#1 il lavoro

Periodo: Dal 4 giugno al 19 luglio 2009

Inaugurazione: Giovedì 4 giugno 2009, ore 19,00 con LightON Party nel parco dell’Isola (Ingresso su invito)

Luogo: Isola di San Servolo - Venezia

Genere: Mostra d’arte contemporanea (fotografia, video, installazioni)

Curatore: Raffaele Gavarro

Assistente al curatore: Chiara Nicolini

Artisti in mostra: Marco Bonafè, Gea Casolaro, Donatella Di Cicco, Danilo Donzelli, Sandro Mele, Alice Schivardi, Giuseppe Stampone, Enrico Vezzi.

Orari: Da martedì a domenica dalle ore 11,00 alle ore 19,00. Ingresso libero

Organizzatore: San Servolo Servizi in collaborazione con la Provincia di Venezia

Info: San Servolo Servizi
Tel. 041 2765001 – fax 041 2765402

Omaggio agli artisti del gruppo di Scicli


Sabato 20 giugno alle ore 19 sarà inaugurata nella Sala del Granaio (traversa di Via Grimaldi - Modica (RG)), la mostra «Un luogo dell'arte» a cura di Paolo Nifosì. Esporranno gli artisti Sonia Alvarez, Carmelo Candiano, Giuseppe Colombo, Piero Guccione, Salvatore Paolino, Franco Polizzi e Franco Sarnari.

La mostra-evento, organizzata dalla Galleria Lo Magno in collaborazione con la Fondazione Grimaldi di Modica, vuol essere un omaggio a un gruppo di artisti, il cosiddetto Gruppo (o Scuola, secondo Vittorio Sgarbi) di Scicli, che ha deciso di fermarsi in terra iblea a raccontare il territorio, divenuto oggi “Un luogo dell'arte” .

Questi artisti, ha scritto Nifosì, «hanno deciso di vivere in questa terra, allontanandosi consapevolmente dai centri normalmente deputati alla riflessione critica e al mercato, cogliendo tra i segni dei tempi quel bisogno di ritornare a vivere un rapporto più diretto con la natura, la possibilità di vivere una liturgia del giorno dai ritmi rallentati, in un luogo che cominciava culturalmente da più parti a essere percepito culturalmente denso di stratificazioni storiche, bello nell'equilibrio tra città e natura, bello nelle sue storie urbane e nella sua storia architettonica».

Come ricordava Vincenzo Consolo, questo del Gruppo di Scicli, di artisti che insieme operano, ciascuno dal proprio accento, il proprio stile, in uno stesso tempo, nello stesso luogo, il Ragusano, è un fenomeno unico, singolare: «neanche la Costa Azzurra di Cézanne di Van Gogh, di Matisse e di Picasso ha registrato un simile fenomeno».

«Non c'è nelle loro opere una rivoluzione linguistica. - scrive ancora Nifosì - Sono nel solco della pittura e della scultura. Ma dentro quei linguaggi sperimentano, osano, innovano guidati dall'osservazione, dall'occhio sul paesaggio che d'un tratto è stato visto in una sorta di epifania, come bello dopo secoli in cui la percezione era stata povera e insignificante, a conferma che non è un problema di oggettività, ma di soggettività. Da brutti anatroccoli le nostre città sono diventate cigni; il paesaggio agrario, luogo di povero lavoro contadino, è visto nella geometria dei muretti a secco, una sorta di "sconfinata land art", per dirla ancora con Consolo, un demiurgico intervento del Padreterno per usare un'immagine di Bufalino».

giovedì 28 maggio 2009

Silvio Vigliaturo - Pensiero azionista o piccolo è bello!


Questa collezione di fotografie che ritrae l’opera di Silvio Vigliaturo – in esposizione, a partire da sabato 30 maggio, presso la Sala Metallica del Centro Culturale Leonardo da Vinci di San Donà di Piave – è il frutto di un pensiero che può essere definito « azionista ». Nel senso che il pensiero solitamente si lascia agire, mentre, in questo caso, è stato il frutto proficuo di uno sviluppo ulteriore di uno spirito pratico. Come? Semplicemente osservando la superficie cromatica delle sue sculture in vetro, in maniera ravvicinata, come fa un miope che squadra da vicino l’oggetto o la superficie del suo interesse; così, Vigliaturo, lavorando sulla superficie con gli ossidi o con i colori a vetro, ne scopre le ruvidezze, le sovrapposizioni lucide, gli ispessimenti , i grumi materici, e ciò gli fa desiderare di scoprire quel microcosmo relativo a tutte le superfici, tanto quelle lisce quanto quelle materiche, affinché se ne svelino i misteri, come quei piccoli crateri che a uno sguardo superficiale non noteremmo. È un po’ come quando si vede una foto della Nasa della superficie lunare, o la pelle di una modella, e poi l’inquadratura fotografica si fa via via più selettiva ed intrusiva,sino ad arrivare alla sabbia lunare e poi ai granuli della stessa sabbia, e cosi per la pelle, tanto che ne scopriamo la lucentezza e la porosità. Questo è stato il mistero della « pelle » vetraria di Vigliaturo, unica nel suo genere. Il suo disvelamento è simile alla scoperta di nuove costellazioni stellari nella notte dell’Universo. Dalla dimensione della « grande scala » siamo passati al decentramento laterale ottico e quindi a dei valori che, in grande scala, vengono solitamente sottovalutati. Siamo giunti alla scoperta del formato più piccolo, al frammento, al microcosmo che, come suggeriva Aby Warburg, contiene in sé l’interezza di Dio. Ecco il perché del titolo «Piccolo è Bello!». Il concetto di «piccolo è bello» avvia l’uomo alla scoperta di valori che, altrimenti, nella grande scala, verrebbero sacrificati, mentre, grazie alla perfetta sinergia tra l’opera di Vigliaturo e le riproduzioni fotografiche di Roberto Ferraris, ne possiamo cogliere i pregi: la consistenza, la complessità, l’articolazione, ma, soprattutto, l’occhio è in grado di individuare nuove meraviglie, perché non è più depistato da figure centrali; scopre nuove prospettive dirottato su lateralità inusitate, dove scoppiano crateri raku dall’informale materia cromatica, impensabile ad una lucida regolamentazione della chimica. Qui avviene il miracolo dell’alchimia che fu tanto invidiato da Jung, in quanto questi tentò di coniugarla al pensiero psicologico tramite nessi ancestrali e orfici, operando quindi ancora nell’oscurità. Nel « piccolo » avviene la sorpresa del risultato misterioso, mai scontato, improvviso, anche se potenzialmente previsto. Queste foto di Roberto Ferraris, ricavate dalle superfici delle sculture in vetro di Silvio Vigliaturo – e possibili solo grazie ad esse –, ne sono la testimonianza. Dentro ogni piccolo riquadro prestato al nostro occhio vi è tutto un mondo che va colto e meditato. Come ha scritto lo stesso Ferraris: « nelle opere di Vigliaturo i dettagli nascondono altre magie: isolati ed ingranditi generano immagini autonome, di grandissimo respiro, dalle forme e dai colori stupefacenti ». L’avvertimento da darsi in questo caso è dunque: « state all’occhio, osservatori! Prestate attenzione! ».

Info Mostra

Titolo: Silvio Vigliaturo, Pensiero « azionista » o « Piccolo è Bello! »
Luogo: Centro Culturale Leonardo da Vinci – Sala Metallica
San Donà di Piave, Piazza Indipendenza 1
Vernissage: 30 maggio 2009
Orario mostra: martedì – domenica 18.00-20.00 lunedì chiuso
Curatore: Boris Brollo
Periodo: dal 30 maggio 2009 al 5 luglio 2007
Info: Ufficio stampa MACA
Tel. 0119422568
Contatti: maca@museovigliaturo.it
Ufficio Cultura Comune San Donà di Piave
Tel. 0421590221
cultura@sandonadipiave.net

Le opere di Elio Ruffo al Castello Ursino


Opere pittoriche e grafiche eseguite tra il 1948 e il 2009. È quanto propone la mostra antologica dedicata all'artista siciliano Elio Ruffo, visitabile dal 30 maggio al 15 giugno a Catania negli spazi espostivi del Castello Ursino, sede del Museo civico. Inserita nel programma di eventi della prima edizione del Festival siciliano della Cultura, ideato e curata dal critico d'arte Fortunato Orazio Signorello e promosso dall'Accademia Federiciana di Catania, la mostra, patrocinata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Catania, propone ai visitatori 60 opere di medio e grande formato che ripercorrono gli ultimi 61 anni del lavoro dell'artista. Punto di forza della mostra sono soprattutto le opere ipermanieristiche, eseguite da Ruffo, raggiunta la maturità della sua visione artistica, ispirandosi a iconografie e stili dell'arte del passato liberamente rielaborati con un rigore sia nella ricerca della forma che nelle tecniche di esecuzione. Nato a Catania nel 1932, egli ha partecipato a numerose esposizioni regionali e nazionali. Sue opere sono presenti, tra l’altro, nel Museo del Presepe di Rivisondoli (AQ), nel Museo civico belliniano di Catania, a Palazzo Minoriti di Catania (dove sono esposti 30 ritratti di ex presidenti della Provincia regionale) e in collezioni private italiane e straniere. Su commissione del Comune di Misterbianco ha eseguito 14 ritratti di sindaci (esposti nella sala consiliare) che si sono succeduti dal dopoguerra a oggi. L'Assemblea Regionale Siciliana ha acquisito, per la sede di rappresentanza di Catania, 31 sue opere raffiguranti autori e attori del teatro catanese. Di lui hanno scritto, tra gli altri, Milly Bracciante, Santi Correnti, Fortunato Orazio Signorello e Fiore Torrisi. In occasione del 28° anniversario dall'attentato subito a Roma da Papa Giovanni Paolo II, il 1 3 maggio di quest'anno un dipinto suo raffigurante Papa Giovanni Paolo II è stata portato sul vulcano Etna e depositata davanti all'altare in legno dedicato alla Madonna di Fatima, a cui Wojtyla era devoto. L'iniziativa - promossa dalla Regione autonoma Valle d'Aosta e dalle Province di Catania e Verona - è stata realizzata, a piedi scalzi, da Antonio Peretti, meglio conosciuto come Tom Perry; alpinista e atleta italiano che ha disceso a piedi nudi diverse vette montuose sopra i 5.000 metri come il Kilimanjaro in Africa o il Licancabur e il Nevado Sajama in Bolivia. La mostra rimane aperta nei giorni feriali dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19; domenica dalle 8,30 alle 13,30. Ingresso libero.

Dopo la mostra "Ricerca visiva" (visitabile all'Accademia Federiciana sino al 16 giugno), si tratta del secondo evento inserito nel programma dele Festival siciliano della Cultura, che proseguirà fino alla fine di giugno del 2010. L'Accademia Federiciana promuoverà a tal proposito, per mettere in scena il dialogo fra le varie espressioni e forme d’arte dell'ultimo decennio nell’interpretazione di autori di varie generazioni, mostre personali, mostre antologiche (tra cui quella del maestro Elio Ruffo presso il Museo civico del Castello Ursino), la Biennale italiana d'arte visiva, la Biennale italiana d'arte visiva, la Triennale d'arte contemporanea e il Premio Sikelia. Le mostre personali vedranno protagonisti, tra l'altro, gli artisti Pier Domenico Magri (inventore del Neo-spazialismo cosmico), Milena Crupi, Giovanni Greco, Giuseppe Spinoso (Jos), Giuseppina Martinez, Nelly D'Urso, Pasquale Viscuso, Angela Cacciola, Antonio D'Amico e Carmelo Marchese.

Info mostra

Sede: Castello Ursino
Piazza Federico II di Svevia, Catania
Tel. 095345830 - Fax 0957233568

Vernissage: 30 maggio 2009, ore 18,00

Data di chiusura: 15 giugno 2009

Orari: giorni feriali dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19; domenica dalle 8,30 alle 13,30. Ingresso libero

Patrocinio: Assessorato alla Cultura del Comune di Catania
Contatti: Tel +39 095 438531 | accademiafedericiana@libero.it

SCULTURA MONUMENTALE SVOLTA CELESTE OPERA PRIMA DI VALTER BOJ E CLAUDIO POZZANI


Lunedì 1 giugno, alle ore 21.00, avrà luogo la cerimonia di inaugurazione dell’opera d’arte che gli
artisti Valter Boj e Claudio Pozzani hanno creato per il Comune di Albissola Marina nell’ambito del loro progetto S-Volta Celeste.

Il sindaco Stefano Parodi e l’assessore alla cultura Fabio Lenzi del Comune di Albissola, hanno accolto con entusiasmo il progetto presentato dai due artisti liguri.

La scultura sarà posizionata in Piazza Liguria, uno dei luoghi più frequentati di Albissola, e va ad arricchire il “il museo all’aperto” che caratterizza la “Libera Repubblica delle Arti” (Filippo T.Martinetti) e che si sviluppa dalla Passeggiata degli Artisti (tra gli altri Lam, Jorn, Fontana, Capogrossi, Sassu, Luzzati, Fabbri, Salino) al monumento di Leoncillo, da Pozzo Garitta alla panchina monumentale di Moncada, dalle Tuberie di Siri alla p.zza della Concordia con il selciato disegnato da Fabbri e Rossello, da Casa Jorn ai pannelli futuristi di Tullio e Torido d’Albisola, dal muro Raku a p.zza Lam.

La scultura in ferro a forma di stella, ha una struttura di oltre 4,50 metri di altezza , di colore “blu oltre cielo” ed è stata realizzata dall’artista Valter Boj in collaborazione con la ditta Albiscavi.

L’artista Claudio Pozzani ha dato poesia al monumento, con i versi di una delle sue poesie più note: “Non so se il mare”.

Non so se il mare
fabbrichi le onde
o le subisca

Il testo è scritto con speciali led azzurri su pannelli trasparenti creati per l’occasione dalla ditta TS TECNOSISTEMI di Torino, e montati su una struttura metallica che rappresenta lo sviluppo di una stella nello spazio, a sintetizzare il rapporto tra microcosmo e universo che è la cifra della produzione poetica di Pozzani e della filosofia del progetto S-Volta Celeste di Valter Boj.

“Volevamo creare un’opera che partisse da due linee - forza: la parola, la luce, il tempo, il continuo rapporto tra alto e basso – spiegano i due artisti – e abbiamo progettato questa scultura che cambia completamente dal giorno alla notte, quando i versi appaiono sospesi nel buio, come un pensiero che fluttua o una domanda senza risposta”.

Alla cerimonia interverranno anche John Giorno, vera icona dell’arte americana tra pop art e beat generation, Gian Piero Reverberi, compositore e musicista, entrambi attivi nel progetto S-Volta Celeste, e il pianista Fabio Vernizzi.

mercoledì 27 maggio 2009

WALTER MORANDO inaugura ad Albissola l'installazione di una sua opera

Domenica 31 maggio 2009 alle ore 19,00 sulla passeggiata degli artisti di fronte ai Bagni Sant'Antonio inaugurazione dell'opera di Walter Morando " ALBISSOLA ANCORATA NELL'ARTE ".
Interverranno Milena Milani, l'artista Walter Morando, il Sindaco Stefano Parodi e l'aAssessore Fabio Lenzi.
Seguirà alle 19,30 una bicchierata per Morando nel salone dei Bagni Sant'Antonio.
Walter Morando è nato a Savona nel 1938, vive e lavora a Savona e Albisola (Savona).
Nel 1984 ha sceneggiato per la RAI TV 3 un programma sul porto di Savona, dal titolo "Come siamo", regia di Mimmo Lombezzi.
Nel gennaio 1995 la rivista “Resine”, Genova, ha pubblicato nel n. 60 un testo di Domenico Astengo, "Le rughe del Porto", dedicato a Walter Morando.
Nel 1998 Walter Morando ha illustrato il volume di poesia di Camilla Costa, "Vento Onde Mare", collana Sedici per Sedici, diretta da Milena Milani, Centro Internazionale della Grafica di Venezia.
Nello stesso anno per le stesse edizioni Marcello Venturoli ha pubblicato il saggio monografico “Gli oggetti del mare” di Walter Morando.

Abitazione e studio:Via Santa Lucia 1/11 - 17100 Savona -
Tel. 019 8335491 - Cell. 0347 2726524 - Fax 019 851612

martedì 26 maggio 2009

LUIGI CANEPA inaugura il Monumento ai Maestri del Lavoro a Savona

Monumento ai Maestri del Lavoro a SavonaTerminate le lunghe ed estenuanti trafile burocratiche, da parte del Console Provinciale dell’Associazione nazionale Maestri del Lavoro; all’interno dell’aiuola di fronte al Palazzo della Camera di Commercio a Savona, in prossimità del Porto, gli operai hanno proceduto allo scavo ed alla costruzione del “plinto” su cui poggerà il basamento che dovrà sostenere la scultura in marmo bianco di Carrara che lo scultore LUIGI CANEPA ha realizzato a commemorare i Maestri del Lavoro.
È un uomo che parla poco, Luigi Francesco Canepa, e un artista che lavora molto, e fatica molto, alle prese con pesanti blocchi di pietra.A visitare il suo studio si trova di tutto, dalla ceramica al bronzo, dall’olio su tela al marmo, materiali difficili come l’ardesia e moderni come i compositi in resina e fibra, tutti trattati con identica competenza e felicità di risultati.Per capirlo davvero, Luigi Francesco Canepa bisogna guardarlo lavorare, bisogna guardare le sue mani indurite dal maneggio degli scalpelli, disseccate dalla polvere di marmo, eppure sensibili come quelle d’un violinista.
Quelle mani sono capaci d’incidere con decisione, in pochi colpi vigorosi, un volume geometrico, secco ed essenziale, e poi proseguire con tocco leggero e vibrante, al limite dell’acrobazia formale, in un labirinto di forme organiche e vitali.
Vien voglia di toccarli, certi marmi lavorati come merletti, dall’aspetto così morbido da ingannare i nostri sensi. Ci s’aspetta di sentirli pulsare come carne viva sotto le dita. Ci s’aspetta di trovare solo diafani veli traslucidi, tanto fragili da disfarsi nell’aria, pura luce e pura ombra.Eppure sono lì, concreti, pietra dura e indiscutibile.
La definitiva sistemazione dell’opera e poi naturalmente la cerimonia d’inaugurazione è per Sabato 30 maggio alle ore 10 presso l’aiuola di Palazzo Doria sede della Camera di commercio di Savona.

http://www.luigicanepa.com/

mercoledì 20 maggio 2009

Ricerca Visiva all'Accademia Federiciana di Catania


Mettere a fuoco, attraverso la produzione recente, la creatività e il talento di 53 artisti contemporanei. Con questo obbiettivo l'Accademia Federiciana di Catania ha promosso la mostra d'arte "Ricerca visiva", visitabile nella sede di via Borgo 12 dal 16 maggio al 16 giugno. Curata dal noto critico d'arte Fortunato Orazio Signorello e patrocinata dalla casa editrice siciliana Kritios Edizioni, essa documenta, con le opere da loro realizzate su supporti eterogenei di vario formato, la versatile sperimentazione formale e linguistica dei singoli artisti. Nella mostra, che affonda le radici nella creatività più innovativa e trova linfa vitale nella sperimentazione di diversi linguaggi espressivi, sono esposte opere dei seguenti artisti: Renato Bacilliere, Salvatore Balsamo, Michelangelo Beltrami, Angela Cacciola, Carmelo Cafici, Paolo Calafiore, Renato Catania, Emilia Cigno, Milena Crupi, Antonio D’Amico, Anna Di Mauro, Nelly D’Urso, Anna Fazio Rubino, Graziella Finocchiaro, Angela Giglio, Giovanni Greco, Maria Rita Gulisano, Pinella Insabella, Anna Maria La Torre, Pier Domenico Magri (promotore del Neo-spazialismo cosmico), Agata Marletta, Carmelo Marchese, Angela Marino, Carmen Marino Speciale, Giuseppina Martinez, Salvatore Milazzo, Ciro Mozzillo, Francesca Musumeci, Amelia Nicolosi Ferro, Celestina Pace, Ida Pace, Letizia Pace, Angela Palmieri Beltrami, Anna Petralia, Guglielmo Pisano, Ina Pizzino, Gaetano Privitera, Orlando Rodriguez Barea, Elisabetta Russo, Elisabetta Sanfilippo, Gabiria Scuderi, Antonella Serratore, Ada Sozzi, Antonio Speciale, Giuseppe Spinoso (Jos), Carmela Strano, Rosa Maria Taffaro, Luisa Turinese, Claudia Viglianisi, Maria Velis, Angela Maria Viscuso, Pasquale Viscuso. La mostra, che è stata inserita tra gli eventi promossi in Europa per l'iniziativa "La Notte dei Musei" organizzata dal Ministero della Cultura e della Comunicazione francese e dalla Direzione dei musei di Francia con il patrocinio dell'Unesco e del Consiglio d'Europa, rimane aperta al pubblico dalle 17,30 alle 20. Ingresso libero.

A cura di Fortunato Orazio Signorello

Info Mostra

RICERCA VISIVA
A Catania (CT)
dal 16/05/2009 fino al 16/06/2009
Accademia Federiciana
Via Borgo, 12
telefono:095-438531
e-mail: accademiafedericiana@libero.it
Curatore: Fortunato Orazio Signorello
Patrocinio: Kritios Edizioni.

sabato 16 maggio 2009

Makis Vovlas - Fiore di Cuba - fotografie


Makis Vovlas è un uomo d’indole curiosa, una mia vecchia conoscenza fatta tra i trulli di Alberobello, che si può dire passi l’esistenza per metà con l’occhio sul microscopio a sbirciare il mondo dell’invisibile, e per l’altra metà, con l’occhio nel mirino di una fotocamera, a indagare l’umano; il frutto della sua prima occupazione si rivolge ad una fascia limitata di specialisti nell’ambiente universitario in cui svolge il mestiere di ricercatore e Docente Ordinario di Patologia Vegetale; il frutto della seconda invece, è diventato accessibile a tutti, almeno in parte, grazie alla pubblicazione di un libro fotografico dal titolo “Fiore di Cuba” (Claudio Grenzi Editore). Il lavoro nasce da un suo soggiorno all’Avana e sta circolando in una mostra itinerante che dal 9 maggio al 14 giugno sarà ospitata nello spazio d’arte “il Chiodo di Sermoneta”. Le fotografie sono in bianco e nero, stampate su carta baritata di formato medio grande. E’ chiaro che stiamo parlando di fotografia intesa come un linguaggio preciso e assolutamente poetico, artigianale, già un po’ arcaico, novecentesco; della fotografia come processo articolato che muove dallo stato psicologico del momento dello scatto, quando il fotografo ha creato il vuoto dentro di sé, si è reso sensibile e teso nel suo ruolo di tramite, pronto a scattare quando la magia ha luogo; passa attraverso l’incognita dello sviluppo della pellicola, quando, convinto di aver catturato una goccia di verità, ancora non è sicuro che questa potrà svelarsi. C’è l’ansia dell’attesa, il dubbio che qualcosa potrebbe essere andato storto; si risolve infine nell’attimo in cui l’immagine appare nella bacinella chimica (il buio della camera oscura, l’odore di iposolfito di sodio nelle narici e sulle mani), liberando nuovamente quella magia, che si era svelata. Questa ora torna a far vibrare l’animo come nel momento incommensurabilmente breve e preciso dello scatto ma questa volta, dopo il bagno nella bacinella di fissaggio, per “sempre” e non più solo per il fotografo. Ritengo che “Fiore di Cuba” sia un lavoro condotto con grande proprietà di linguaggio, il cui messaggio, puramente visivo, non è mediato né ragionato, ma, ribadisco, poetico. In queste immagini succede qualcosa che riattiva la discussione, mettendo in dubbio la convenzione; l’imprevisto entra in scena al momento giusto determinando ambiguità, il contrappunto si fa trovare puntuale ad ogni scatto o quasi, come succede talvolta in modo inconsapevole nelle foto di fotografi dilettanti e sempre in quelle dei maestri. Quasi mai, purtroppo, in quelle di una certa fascia intermedia, prezzolata e al servizio del messaggio equivoco o banale, che si fa passare per “verità” solo in virtù della verosimiglianza tra immagine e “realtà”, tipica del mezzo.

Sabato 9 maggio alle h.18,30 c'è stato, nello spazio d'arte di Piazza del Popolo, a Sermoneta (LT), l'apertura della mostra che resterà visitabile fino al 14 giugno; lo scultore Mario de Luca, che domenica 3 maggio aveva chiuso la sua apprezzata personale, ha passato idealmente a Vovlas il testimone per questo secondo appuntamento della rassegna "Arte al Chiodo 2009".

Sono intervenuti: l'attrice cubana Carmen Dibut, la musicista Anna Maria Gentile con la sua viola da gamba, Reginaldo Falconi alla chitarra, Marcello Parravano con la sua voce roca al canto. Tra le foto, le lampade artistiche dello studio maRAMEo.

A cura di Claudio Muolo


Info mostra

Artista: Makis Vovlas
Titolo personale di fotografia: Fiore di Cuba
Periodo: dal 9 maggio al 14 giugno 2009
Titolo rassegna: Arte al Chiodo
Curatore: Claudio Muolo
Collaboratori: Associazione Culturale "Il Chiodo di Sermoneta" - "studio maRAMEo" - lampade artistiche
Patrocinio: Comune di Sermoneta
Sede: “Il Chiodo di Sermoneta” – Spazio d’Arte
Luogo: Piazza del Popolo, 13 – Sermoneta (LT)
InfoTel:3474096112
e-mail: barcla@email.it

Esposizione fotografica Cromo Sensazioni


Una riflessione fenomenologica sulla percezione del colore a partire dalla Teoria delle Opponenze Cromatiche di Ewald Hering.

Ewald Hering (1834-1918) nel 1872 a seguito di lunghe ricerche psicofisiologiche e fenomenologiche sulla percezione del colore delinea la teoria dei Processi Opposti o come è nota oggi delle Opponenze Cromatiche.

Questa teoria completa con eleganza quella Tricromatica di Young-Helmoltz (1866) spiegando un secondo stadio del processo percettivo del colore.

L’ipotesi è che esistano tre coppie di colori antagonisti e complementari rosso-verde, blu-giallo, bianco-nero, e che tali coppie si distribuiscano sulla retina in tre canali ad opponenza cromatica tali da spiegare tre dei fenomeni chiave della visione umana: l’oppenenza cromatica, il contrasto simultaneo, e la costanza dei colori, costanti che ci permettono di percepire il mondo circostante come siamo abituati a fare.

Questa mostra vorrebbe proporre al pubblico alcune delle opere nate da questa riflessione sulle dinamiche della percezione e della visione. Attraverso la personale elaborazione di ciascuna di noi, abbiamo dato vita ad immagini, esperienze fenomenologiche soggettive legate ai colori, alla luce e alla loro influenza psico-fisiologica.

Le opere sono esposte su pareti opposte in modo da facilitarne la visone così come proposto da Hering in un processo che non vuole essere di contrasto ma di reciproca definizione.

Info Mostra

Dal 22 al 26 Maggio, 2009
Torretta Valadier - Ponte Milvio – Roma
Inaugurazione: 22 maggio, 2009 ore 19
Orari: Sabato e Domenica dalle 11 alle 21
Lunedì e Martedì dalle 17 alle 21

Fotografie di:
Barbara Gelso, Daniela Ortolani, Elisabeth D'Amico, Elly Murkett, Gabriella Carlei, Laura Lombardozzi, Lia Attanasio, Patrizia Urbinati, Rita Chiliberti, Stefania Mele, Verena Grottesi.

Paolo Marconi Architetto: Interpretazioni, repliche, interpolazioni


La Galleria Embrice propone un itinerario tra i momenti significativi dell’attività dell’architetto Paolo Marconi: dai disegni di studente di Architettura, a quelli del progetto per il concorso della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma del 1960 per finire a quelli per il teatro Carignano di Torino del 2007. Un significativo frammento che attraversa cinquant’anni di cultura architettonica romana.

Fra il 1957 e il 1958, si laureavano a Roma Gianfranco Caniggia, Paolo Marconi e Paolo Portoghesi. In quel periodo elementi di crisi erano già apparsi nella scelta di un linguaggio architettonico, in Italia e in tutto il mondo, ed erano stati raccolti e mediati nella Scuola di Roma da Saverio Muratori. Gianfranco Caniggia era figlio di Emanuele, diplomatosi all’Accademia di Belle Arti e munito della stessa formazione dei fondatori della Facoltà di Architettura Roma. Paolo Marconi era figlio di Plinio, urbanista e architetto militante uscito dalla scuola di Gustavo Giovannoni. Paolo Portoghesi era uno studioso appassionato di Borromini, figlio del futuro costruttore della Casa Baldi.

Gianfranco Caniggia e Paolo Marconi avevano compiuto un viaggio di studio in Svezia nel 1954 - pilotati da Plinio Marconi - sulle tracce di Gunnar Asplund, riportandone le fotografie che Leonardo Benevolo utilizzò nella sua Storia dell’Architettura moderna.

Il progetto della Biblioteca, lo scrigno della cultura - come lo chiamavano i tre architetti - è l’incompreso, complesso protagonista del dibattito post-concorso. Un dibattito che comprendeva il grattacielo ‘neogotico’ di Mario de Renzi, le torri a svastica di gusto costruttivista di Carlo Aymonino e del giovane Manfredo Tafuri, i modesti, ma solo apparentemente ragionevoli, volumi del progetto vincente.

Intanto l’organicismo aveva già fatto la sua comparsa nella palazzina di Via Pisanelli, di Silvio Radiconcini e Bruno Zevi. Un prezioso vernacolarismo era comparso al Tiburtino, coordinato da Mario Ridolfi. Il rifugio di montagna in acciaio, tesi di laurea di Leonardo Benevolo, e, di lì a poco, gli edifici, pure in acciaio, di Carlo Melograni, Giura Longo e dello stesso Benevolo, si profilano come radicali corrispettivi del pensoso razionalismo di Piero Bottoni a Milano.

Si vede bene da queste notazioni sparse che parlare di Paolo Marconi Architetto significa aprire un dibattito su cinquanta anni di cultura architettonica romana. Per intanto affrontiamo gli interrogativi che egli ci pone nel suo infaticabile lavoro di teorico, di storico, di progettista e di uomo di cantiere.

A cura di Carlo Severati

Info mostra

Inaugurazione: venerdì 22 maggio 2009, ore 18:30
Durata: da venerdì 22 maggio 2009 – a venerdì 12 giugno 2009.
Orario: 18:30 – 20:30, chiuso la domenica.
Presso: Galleria Embrice
Roma, Via delle Sette Chiese, 78
Tel. 06.64521396

martedì 12 maggio 2009

TRIBALEGLOBALE presenta "TURCATA" mostra personale di ALDO MONDINO

Savona località mercato civico, primo piano,corso Mazzini
Dal 30/04/2009 Al 30/06/2009
"Turcata", mostra personale di Aldo Mondino.
A cura di Paola Bertolazzi.
ALDO MONDINO
nasce a Torino nel 1938.Le prime personali risalgono all'inizio degli anni Sessanta a Parigi.
Il suo lavoro, nato nell'ambito di una ricerca legata alla sperimentazione concettuale europea, riscopre ben presto un rapporto con la pittura del tutto personale.Ha esposto in importanti gallerie e musei in Italia e all'estero; nel 1993 gli viene dedicata una sala personale in occasione della quarantacinquesima edizione della Biennale di Venezia.
Era un artista poliedrico Aldo Mondino, un artista che non ha mai avuto paura di andare controcorrente, anzi lo faceva per scelta.La sua vena creativa, supportata da una vasta cultura, lo portava a sperimentare continuamente, a reinventare le correnti che lo avevano ispirato, a ironizzare sugli artisti da cui aveva voluto distinguersi, a provocare per sentirsi libero.
È morto il 10 marzo del 2005 in quella Torino in cui era nato 67 anni prima.
Mondino era uno degli artisti italiani più eclettici e apprezzati all'estero.
È stato uno dei protagonisti del palcoscenico culturale ed artistico emerso nel capoluogo piemontese negli anni Sessanta.
Su di lui è stato scritto molto a proposito del suo internazionalismo culturale, della sua insaziabile curiosità, sulla ricerca continua della propria interiorità nelle opere da lui ideate.
Ancora di più si è detto e discusso sugli strumenti formali di cui si serviva per esprimere il suo genio creativo; innumerevoli, eppure sempre legati, in qualche modo, alla realtà quotidiana che ciascuno può sperimentare.
Nelle sue creazioni si scoprono continuamente rapporti sottili, significati velati che una fantasia inesauribile ha predisposto come tasselli di piani che si mostrano allo spettatore nella loro piena organicità.
L'Archivio Aldo Mondino è stato costituito nel gennaio 2006.
Ha sede a Milano in Via Giannone, 6 e svolge attività di ricerca sulla vita e le opere dell'artista torinese, al fine di tutelare e promuovere gli esiti della sua intensa attività artistica.A tal fine l'Archivio Aldo Mondino raccoglie ogni informazione relativa al suo operato ai fini dell'organizzazione del catalogo ragionato.L'Archivio Aldo Mondino si propone di documentare in modo esaustivo la produzione dell'Artista; il suo intento infatti è di acquisire tutti i dati informativi e i materiali documentari relativi alle opere dell'Autore e alla biografia.
Organizzatore : progetto TribaleGlobale
Orario : ven-dom 10 -12 e 16,30 - 19
Prenotazione non richiesta
Pagamento non richiesto
Sito web : http://www.tribaleglobale.info/
Segreteria : Giuliano Arnaldi
tel 329.9611927

“Vittima o Carnefice” di Flavio Coppola e Gaspare Lombardo

Località: Orte (Vt)

Spazio : La cantinota Art Cultural Wine Bar
Indirizzo:
Centro Storico di Orte - Via Teverina, 13/15

Genere: performance Titolo: “Vittima o Carnefice

Artisti: Flavio Coppola, Gaspare Lombardo

Costumi: Giusy Lazazzara

Inaugurazione: sabato 16 maggio Orario: h. 22.00 - Ingresso Libero -

Informazioni: tel. 0761 493544 - 0761 283238 - 0761 970371 mail: info@lacantinotaorte.it - artemistae@hottmail.comiconauta@hotmail.com


Flavio Coppola e Gaspare Lombardo, fondatori del Movimento Artistico S.P.A. (Società per Azioni Artistiche), ci propongono una performance costruita su testi di Antonin Artaud e F. Coppola con scene di G. Lombardo. La performance dal titolo “Vittima o Carnefice” racchiude una vasta e considerevole domanda rivolta al mondo dell'arte, in cui i protagonisti si alternano fra le gestualità grottesche dell'Artista e i monologhi saccenti del Critico, in una crudele pantomima in cui il ruolo della vittima e quello del carnefice sembrerebbero chiari e definiti, ma sarà realmente così scontata la sentenza? Chi è la vittima? E chi il carnefice?

------------------------


Signori vittime e Signori carnefici: benvenuti, va di scena la performance che indaga il rapporto fra il sistema dell'arte contemporanea e l'artista.

Nello scenario proposto l'Artista veste panni cinquecenteschi come da stereotipo di pittore rinascimentale, intento a dipingere col bianco su una tela bianca, mentre il Critico veste di nero come colui che domina impersonando assoluto rigore e autorità, dall'atteggiamento riflessivo di un San Gerolamo fra i suoi libri.

Ciò che accadrà fra i due opposti personaggi, fra chi rappresenta l'impulso e chi rappresenta invece l'apparente verità inconfutabile, è un mimodramma crudele in cui gli artefici sono un Artista sicuro del proprio operato ed un Critico fatto di sguardi saccenti e profondo egotismo, indiscutibilmente convinto della propria essenziale, potente, unicità.

L'Artista, spavaldo e beffardo nei confronti del recensore (o carnefice?) non avrà molto tempo per farsi beffe di lui perché proprio quest'ultimo lo fermerà con un solo gesto come fosse marionetta.

Solo allora inizierà il vero supplizio dell'artista che, suo malgrado, dovrà ammettere il peso del sistema dell'arte, assumendo la consapevolezza che la sua opera rimarrà bianca su fondo bianco, finché il Critico non deciderà di mettere in rilievo il suo operato facendone storia.

E come si storicizza un Artista se non espugnando il centro delle sue emozioni, il cuore; nutrendosi del suo coraggio, il fegato; e dominandolo con la calcolata ragione, il cervello?

Un Artista è quanto c'è nella Testa nell'Essere e nell'Abisso come nel brano tratto da Antonin Artaud ne “Il corpo senza organi”, un artista è colui che è “assai lontano da tutta questa porcheria” come recita l'artista durante il suo supplizio, ma questa recita, questa preghiera, non basterà a salvarlo proprio da tutto ciò perché anche lui ne farà inevitabilmente parte.

Potrà pregare ancora e ancora, ma sarà comunque succube del meccanismo che comanda e, non credete, anche voi inconsapevoli o consapevoli farete parte di questo carosello; lascerete un geroglifico di voi stessi con quel colore scelto proprio da voi, con quella potenza che vi contraddistingue e che sarà difficile lavar via.

Farete necessariamente parte di questa macabra e crudele giostra del sistema dell'arte contemporanea e credetemi, non ci sarà mai una fine a tutto questo.

Signori vittime e Signori carnefici: si riparte. D'ici on n'en sort pas. Di qui non se ne esce.


Propaganda per la Civilizzazione delle Masse

(Movimento Artistico)

Viola Di Massimo


giovedì 7 maggio 2009

Andrea Tagliabue - In volo - mostra fotografica


Il Kenya, gli altipiani della Rift Valley dove ti sembra di toccare il cielo con un dito, dove correre diventa volare.

Nelle opere dell’artista Andrea Tagliabue è il volo a dominare, la fase aerea della corsa, quel momento magico, euforico nel quale ci troviamo sospesi in volo.

L’artista ricerca nei suoi video l’Attimo, il frame, per cristallizzare in un’immagine il movimento.
È la ricerca di un attimo, il raggio verde che si vede solo per un istante, al tramonto, sull’orizzonte.

L’attenzione è chiamata a concentrarsi su questi attimi. La corsa diventa qui un rituale magico e catartico qualcosa attraverso il quale elevarci verso l’alto, verso i cieli azzurri, verso il divino.

È l’assenza di gravità che accomuna i protagonisti delle immagini, bambini, adulti, atleti professionisti e dilettanti uniti dalla corsa, nel volo.

Si corre per raggiungere...
Si corre per giocare...
Si corre per scappare...
Ma soprattutto si corre,
per correre.
A cura di Marta Ferina

Parte dei proventi dell’esposizione verranno devoluti a Muindi Semi di Sorriso Associazione Onlus impegnata nell’assistenza dei bimbi di Pemba, Mozambico.

Info mostra

Durata: dal 15 al 29 maggio 2009;
Orari: da lunedì a venerdì h. 9.30/19.00 - Sabato e domenica su appuntamento;
Presso: Spazio Tashidelekmilano
Via Marco Polo, 4
20124 Milano, Italia
Tel +39 02 29061806
info@desigcarpets.it

martedì 5 maggio 2009

Salvatore Anelli - Di catrame e di anima


Ritorna a Vertigo Salvatore Anelli, con una personale che, come la precedente di due anni fa, propone ancora una commistione questa volta non con altri artisti, ma con sedici poeti sul tema del teschio. Una cinquantina di opere in cui il teschio, icona dell’arte di tutti i tempi, anche letteraria evidentemente, viene declinato in singolarissime e svariate forme, dal disegno a carboncino, catrame e pigmenti vari, a materiali dipinti, incisi che danno vita a vere e proprie sculture e installazioni, a tecniche digitali, dove i versi dei poeti non sono semplici corollari, ma parte integrante e funzionale, ché Anelli, come sempre nelle sue operazioni di coinvolgimento, riesce a rispettare e rappresentare il lavoro altrui senza tradirne l’essenza, e nello stesso tempo creare la sua opera originale, sicura e nella fattispecie conturbante. E’ infatti con prepotente vigore che le opere s’impossessano dell'ampio spazio candido di Vertigo avvolgendolo oltre che nel fascino delle sapienti composizioni in una pervasiva speculazione concettuale sul contributo di arte e poesia nell’attuale disagio della nostra civiltà.

La mostra è corredata da un DVD dell’artista a cura di Orazio Garofalo e lettura delle poesie di Alessandra Romeo, allegato alle prime cento copie del catalogo in libreria.

In catalogo: testi di P. Aita, A. Basile, R. Granafei, L. M. Patella e P. Ruffilli.
Presentazione in pieghevole di Franco Gordano.

La mostra sarà prossimamente presentata alla galleria la nube d’OOrt via Principe Eugenio Roma.

Info mostra

Inaugurazione sabato 9 maggio 2009 ore 18.30
Durata: dal 9 maggio al 9 giugno 2009
Presso: Vertigo Centro Internazionale di ricerca per la Cultura e le Arti Visive Contemporanee
Via Rivocati 63, 87100 Cosenza
Tel. e fax 0984 75212

lunedì 4 maggio 2009

Furto al Festival della Maiolica di ALBISSOLA rubata "DOROTEA" di GIAN GENTA

Vanno letteralmente a ruba le opere che gli artisti albisolesi e savonesi hanno messo a disposizione per il Festival internazionale della maiolica.
Se nel 2007 destò scalpore il furto di un quadro di Aurelio Caminati durante l'asta a favore di Emergency in Villa Faraggiana, stavolta a scomparire è stata "Dorotea", una ceramica realizzata da Gian Genta nel 2007 nello studio del ceramista Paolo Anselmo, che era esposta nel gazebo sulla Passeggiata degli Artisti di levante. Ieri mattina l'autore della statua si è presentato alla stazione dei carabinieri per denunciare il furto.
Ma, più che l'amarezza per la scomparsa, pesa il fatto che chi se ne è appropriato ha commesso quasi un sacrilegio.
Albissola è infatti da sempre la capitale delle opere esposte all'aperto, una scelta voluta da artisti e amministratori, affinché l'arte possa essere goduta da chiunque in totale libertà. «Spiace - commenta Genta, 65enne, autodidatta e noto per il suo rifiuto dei canonici principi accademici - che qualcuno abbia pensato di poterne approfittare per portarsela a casa.
C'erano sette opere esposte, hanno preso proprio la più piccola, evidentemente per poterla trafugare senza dare troppo nell'occhio».
Gli artisti hanno sollevato la polemica sulla presenza di un servizio di vigilanza che non sarebbe stato in grado di impedire il furto, ma l'assessore alla cultura Fabio Lenzi smorza i toni: «L'assistenza nella vigilanza viene svolta dai volontari dell'Associazione nazionale carabinieri. Entrano in servizio alle ore 21 per smontare al mattino.
È possibile che, dato il grande afflusso di pubblico per il Festival, qualcuno abbia approfittato della confusione per rubarla. I volontari, infatti, non hanno notato movimenti sospetti di notte. Inoltre ci sono molte opere di valore anche maggiore, se qualcuno avesse voluto rubare per denaro avrebbe potuto puntare su altri obiettivi. Spiace che possano accadere questi fatti, ma siamo convinti dell'importanza di continuare ad offrire a tutti la possibilità di godere dell'arte anche in spazi aperti. Il Festival ha avuto un grande successo di pubblico che ci spinge ad andare avanti, cercando ovviamente di migliorare sempre l'organizzazione e di limitare i rischi».
Le caratteristiche dell'opera fanno pensare più ad un furto commesso da persone estranee al mondo dell'arte, magari un turista che non ha saputo resistere alla tentazione, che ad un colpo organizzato a tavolino.
Il valore stimato di "Dorotea" si aggira intorno ai tremila euro, ma l'opera è stata catalogata a livello internazionale su due cataloghi ed è presente su internet.
Inoltre è dotata di un certificato d'autenticità dell'archivio Gigarte.
Tutti elementi che ne rendono di fatto impossibile la vendita per ricettazione. «Chi l'ha rubata non la può vendere perché è fotografata e presente su internet - conferma Genta - Proprio in questi giorni ne è uscita un'altra dal forno che non abbiamo ancora fotografato, se avessero rubato quella sarebbe stato peggio».Quello di Genta è poi un nome piuttosto conosciuto, vicino a Giorgio Moiso e Gianni Celano Giannici.
Ha trovato ispirazione nel suo lavoro proprio negli anni del grande fermento culturale albissolese degli anni Sessanta e Settanta, conoscendo nomi come Lam, Sassu, Fontana, Jorn, Salino e Bonelli.
Secondo le strane leggi del mondo dell'arte, però, è possibile che la statuetta acquisti un valore notevolmente superiore nel caso venga ritrovata.
"Dorotea" è una ceramica lavorata con ossidi di rame e smalti nata nello studio di Paolo Anselmo ed esposta nel gazebo sulla Passeggiata degli Artisti di levante, all'altezza dei bagni La Flaca.
Solo pochi giorni fa era stata notata anche dal critico Philippe Daverio, nel corso della sua recente visita ad Albissola.
Ieri sera, tra l’altro, l’artista ha offerto una ricompensa di 2 mila euro a chi darà informazioni utili per ritrovare l’opera.

Notizia tratta dal SECOLOXIX del 3 maggio 2009

sabato 2 maggio 2009

L'esplosione del colore!


Da ieri e fino al 17 maggio 2009, il Caffè Letterario di Roma presenta “L’esplosione del colore” mostra internazionale d’arte contemporanea che approfondisce le forti potenzialità espressive del colore attraverso l’estro e la creatività di artisti dalla formazione eterogenea.

All’interno della rassegna saranno esposte opere d’arte che esaltano il cromatismo d’autore, come quelle dinamiche di Maria Enrica Nardi e quelle spirituali di Giusy Fossati.

Suadenti raggi di luce colpiscono la retina di chi osserva le realizzazioni di Irene Lelli e Regina Di Attanasio, mentre le memorie urbane di Sergio Amatruda e Francesca Romano catturano l’attenzione per nostalgie notturne o sperimentazioni del pensiero.

La dimensione temporale viene valorizzata dalla ricerca artistica di Adriano Talarico. Essa si scinde in frantumi nell’opera omonima di Francesco Bruschettini, per divenire attesa silente in Sara Calvano e percorso introspettivo in Giorgio Tocci.

Lo spazio si arricchisce di un colorismo inedito nell’arte di Silvio Mezzi e nello still-life di Flora Brescianini, di sfumature romantiche nei dipinti di Toty, di elegie cangianti in Andrea Minciotti.

E’ tutta un’esplosione di colori cantata e annunciata dalle novità di Giovanni Bonafoni e dalle eccellenti tele di Bianca Battaia.

A cura di Sabrina Falzone

Info Mostra

In mostra fino al 17 maggio 2009
Ingresso libero

Orario di visita:
Lunedì dalle ore 11 alle 20;
Martedì-Venerdì dalle 11 alle 2;
Sabato e Domenica dalle 19 alle 2

Presso il Caffè Letterario di Roma
Via Ostiense 83-95, Roma
Info: info@sabrinafalzone.info

venerdì 1 maggio 2009

Trilogy - Personale di Gloria De Marco


L’artista fiorentina Gloria De Marco fondatrice dell’organizzazione STARGATEGLORIA il 5 maggio 2009 alle ore 18.00 inaugura la sua Mostra Personale dal titolo TRILOGY nell’ambiente raffinato ed esclusivo della TROPOS CLUB - Via Orcagna, 20/a - FIRENZE (Italy).

La mostra si compone di 15 opere sia in tela che in alluminio Dibond suddivise in tre soggetti principali: paesaggi, animali e soggetti vari interpretati con forza espressiva di segno e colore.

La filosofia di Gloria De Marco è atta a trasmettere un mondo sereno e introspettivo rivolto all’amore verso il prossimo e ai valori universali nei quali ogni uomo può rispecchiarsi qualsiasi sia la sua Credenza o il suo colore.

L’artista, con la sua organizzazione Stargategloria “una porta verso la Luce” devolverà una parte del ricavato dalla vendita delle opere esposte in mostra alla Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze ONLUS.

L'Organizzazione Stargategloria “una porta verso la Luce” ricorda che c'è tempo fino al 20 giugno per aiutare la Fondazione dell'Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze ONLUS acquistando una delle opere dell'artista fiorentina Gloria De Marco esposte presso Tropos Club, il raffinato ed esclusivo centro benessere in Via Orcagna, 20/a - Firenze.

La Mostra Trilogy, infatti, è stata prorogata per consentire ancora a tante persone di poter dire "Io aiuto il Meyer l'Ospedale dei Bambini" a cui sarà devoluto il 25% della vendita delle opere in mostra raffiguranti maestose tigri, volti dagli occhi luminosi e paesaggi romantici di Firenze.


Info Contact

TROPOS CLUB
Via Orcagna, 20/a - FIRENZE (Italy)
dal 5 maggio al 20 giugno 2009
Orario: da Lunedì a Venerdì ore 9.00 – 20.00 * Sabato ore 9.00 – 19.00
Ingresso Libero
Tel. evento: +39 349 00 911 38
email: stargategloria@gmail.com

Post più popolari

Newsletter

Ricevi, ogni mese, tutte le notizie inerenti le mostre e gli eventi artistici più importanti, direttamente nella tua casella di posta elettronica, totalmente gratis!