domenica 24 giugno 2007

Caterina Morelli



Caterina Morelli è nata a Terni nel 1976 ed è laureata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, vive e lavora a Bologna.

Visioni d'Interni

Lo sguardo di Caterina Morelli perlustra e scruta l'intimità di un '“intérieur” domestico in cui si mescolano fragili attese, desideri silenziosi, atmosfere ovattate. Quali misteri si celano dentro le nostre abitazioni? Un interrogativo profondo, identitario che nasce dal desiderio di esplorare ciò che la realtà esclude e ciò che la curiosità sollecita ad affrancare. L’uomo crea la sua casa e in qualche modo ne riflette l’immagine. Le stanze, ricche di oggetti-sè che ti ristagnano dentro, esprimono il quotidiano, palpabile, denso di vissuto.
L'appassionata e costante ricerca della Morelli è proiettata a restituirci immagini di un paesaggio domestico che crediamo di conoscere, ma nel quale dobbiamo ritrovare noi stessi. La sua è un'arte al femminile che si nutre di piccoli mondi domestici impregnati di sottile intimità, di tensioni e tentazioni che si nascondono
tra gli odori ora pungenti ora delicati, è un’arte priva di spettacolarità , ma capace di ampliare i nostri orizzonti esistenziali. Le sue sono opere che prendono vita grazie ad un tocco raffinato e che registrano una sensibilità ancorata alla quotidianità, ma nello stesso tempo protesa al di là di essa. I suoi silenziosi gusci amniotici, immersi in una luminosità che avvolge senza toccare, che dilata lo spazio palesandone l’essenza e la fragilità, sprigionano un'atmosfera evocativa, surreale, quasi onirica. Visioni d'interni che raccontano la presenza-assenza umana, in cui astrazione e figurazione s'intrecciano in un dialogo che amplifica suggestioni e rimandi. Gli oggetti-soggetti compositivi, sapientemente abbozzati a matita, si compenetrano con il colore che occupa lo sfondo, come se non fossero protagonisti autentici, ma solo tranquillizzanti apparizioni all'interno di qualcosa che, sola, e' la vera presenza.
Il ruolo di cerniera/cesura viene affidato ad alcuni particolari ricamati che, impreziosiscono le opere, enfatizzandone il carattere intimo, mantenendone intatta l’essenzialità. La scelta espressiva del ricamo o l’impiego di morbidi ed impalpabili tessuti per biancheria intima, per la costruzione dei supporti delle sue tele, rappresentano il valore dell’immaginazione femminile, ma anche il potere trasformatore della donna verso la vita. Forse non è scontato ricordare che il rapporto tra la casa ed il grembo femminile risale ad epoche arcaiche. Aldilà di leggeri sgomenti suggeriti dalla sua sensibilità femminile,dall'alveo creativo dell’artista è assente qualsiasi traccia di tensione drammatica e di evento minaccioso. L'artista si affida, prevalentemente, all’esperienza emotiva dello sguardo, per promuovere una connessione con il mondo sensibile, ma conserva la libertà d’interpretare la forza silenziosa emanata dagli oggetti sulle proprie energie vitali.
I suoi momenti di estrema quotidianità, apparentemente statici, alludono ad una vita vibrante, rivelano un passato, lasciano un segno nel presente, mentre si trasformano in presagio futuro. Quella della Morelli è un’esplorazione poetica del quotidiano e del microcosmo che richiede un'instancabile desiderio di assaporare l’intima essenza racchiusa nel nucleo delle cose, ma anche preparazione e valutazione dei risultati. Eppure la sua opera non va analizzata ma intuita, non si può fare altro che lasciarsi attraversare, in questo vortice, di immagini eteree, ariose che condensano in sé pulsioni, memorie, atmosfere, essenze. (Francesca Londino)

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