L’artista si affida al flusso della propria energia mentale e vitale per imporre la propria imperfezione, un’artistica imperfezione, contro la fredda perfezione della macchina.
Quest’artista non si abituerà mai all’invadenza della tecnologia in campo artistico. Quello che ha deciso di fare è continuare a indagare la pittura in sé senza troppi artifici e con estrema semplicità.
Lo si può chiamare un ritorno alle origini o all’essenza del gesto. Proprio quando la pittura sembra aver perso di valore, ecco allora la condizione che accomuna i pittori di tutte le epoche: gli artisti, i loro colori, il loro rapporto, i loro pennelli, i loro supporti.
Ci si ritrova così in un’area che accomuna non per tendenze ed affinità linguistiche, ma per atteggiamento e filosofia dell’arte che punta sulla centralità e sul recupero di una sua ragione interna.
Questi artisti vivono sotto il segno di un’arte costruita con i mezzi espressivi propri della materia della pittura e con gli strumenti legati al linguaggio del segno e del colore.
Opere di: Manuela Andreoli, Elisabetta Fontana, Manuela Giordani, Lidia Jevremovic, Cristina Madini, Lunia Marchetti, Paolo Rigoni, Giuseppe Saponaro, Saffo Venturi.
A cura di Cristina Madini
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