martedì 19 agosto 2008

Fiumara di Tusa, un museo a cielo aperto!


L'Italia, si sa, offre ai propri visitatori la possibilità di godere di capolavori d'arte dal valore inestimabile e dalla bellezza incommensurabile.

Esistono dei luoghi, forse meno noti al grande pubblico, che in quanto a storia e ricchezza di opere d'arte non hanno nulla da invidiare alle città d'arte più conosciute come Roma, Firenze, Venezia ed altre.

Nella fattispecie stiamo parlando di un piccolo paesino della provincia di Messina che si chiama Fiumara di Tusa (nella foto concessaci gentilmente dagli amici del blog "Viaggi intorno al mondo"), antica custode della zona archeologica Halaesa Arconidea, una città sicula fondata da Arconide, tiranno di Herbita, nel 403 a.C.

Di questo meraviglioso scorcio di Sicilia si è occupato, un pò di tempo fa, Guerrino Mattei, brillante giornalista dell'Avanti!

Mattei ripercorre passo passo, attraverso una narrazione fluida e priva di inutili fronzoli, la vita e le aspirazioni di Antonio Presti, giovane intellettuale con la passione dell’arte, che negli anni ottanta decise di dedicare un monumento all’aperto alla memoria del padre; la statua venne posta alla foce della Fiumara di Tusa.

Questa ampia premessa serve da preambolo a quello che, a tutt'oggi, può essere considerato a buon titolo, come uno dei musei all'aperto più belli della Penisola.

"Certamente, dice Mattei, chiamando artisti nazionali ed internazionali a realizzarlo, Antonio Presti non pensa ad un cimitero, ma ad un percorso artistico che testimoni la volontà di rinascita: un inno alla vita mai cantato. Chiama Pietro Consagra che nella valle del Belice a Gibellina, ricostruita dopo il terremoto del 1968 e divenuta città d’arte, ha già realizzato grandi opere. Nasce così la prima scultura. Due mani congiunte elevate al cielo, una bianca e l’altra nera, ove la luce vi altalena attraversandole e disperdendosi verso i monti Ebrodi che le circondano. È alta come un palazzo ed il materiale di cui è composta è il cemento. Saranno gli operai della fabbrica di suo padre a costruirla. Vengono in seguito chiamati dal giovane mecenate artisti famosi e altri appena affermati non per fare esprimere se stessi, ma per realizzare un desiderio che sia comunque simpatetico fra lui e loro".

"Nel 1988, continua Mattei, è portata a termine una curva gettata alle spalle del tempo di Schiavocampo, nel 1989 Finesta sul mare di Tano Festa, Stanza di barca d’oro di Hidetoshi Nagasawa, Energia Mediterranea di Antonio di Palma, Labirinto di Arianna di Lanfredi. Successivamente a Fiumara, oramai consacrata tempio dell’arte, arrivano Piero Dorazio, Graziano Marini ed altri ancora che continueranno questo museo di scultura contemporanea a cielo aperto, in simbiosi tra arte e natura".

"Si può iniziare il percorso da Santo Stefano di Camastra e seguire il litorale. A destra, sulla spiaggia di Villa Margi, appare la prima di queste gigantesche opere: il monumento ad un poeta morto (Tano Festa), una sorta di finestra sul mare e sull’infinito, blu come i due elementi (mare e cielo) che la circondano. La scultura è stata risistemata nel 2007 ed è anche la prima opera in assoluto di arte contemporanea che sia stata sottoposta a restauro. D’obbligo la visita all’Atelier sul Mare di Castel di Tusa, voluto ed ideato dallo stesso Presti con il prezioso aiuto di grandi artisti contemporanei, che ha dato vita ad un rivoluzionario concetto di fruizione dell’arte. Alcune delle stanze dell’albergo infatti sono state consegnate in mano ad artisti che le hanno trasformate in opere d’arte non statiche ma, al contrario, vivibili in un mutuo e continuo scambio. Nel maggio del 2007 vi fu la presentazione delle nuove stanze d’arte dell’Atelier: La stanza dei portatori d’acqua realizzata da madame Danielle Mitterrand, Antonio Presti, Agnese Purgatorio e Cristina Bertelli; Lunaria. Contrada senza nome di Vincenzo Consolo, Ute Pyka e Umberto Leone; Hammam di Sislej Xhafa. Nell’albergo Atelier sul Mare di Castel di Tusa l’ospite viene spinto alla riflessione ed all’interiorizzazione. Il filo conduttore è l’acqua, il mare, visto come elemento semplice e purificatore, il ritorno alle origini e, quindi, al proprio essere. L’interpretazione degli artisti, conclude Mattei, è così differente che ad ogni ospite è data la possibilità di scegliere: il rosso passionale di Energia (Maurizio Machetti), il candore del raccolto Nido (Paolo Caro), il minimalismo di Mistero per la Luna (Hidetoshi Nagasawa), l’interiorizzazione del Mare Negato (Fabrizio Plessi), la complicata tortuosità della Stanza del Profeta".

Post più popolari

Newsletter

Ricevi, ogni mese, tutte le notizie inerenti le mostre e gli eventi artistici più importanti, direttamente nella tua casella di posta elettronica, totalmente gratis!