venerdì 23 novembre 2007

Memoria e materia di Gabriella Carena, Mariangela Gatti, Elio Bigi

Tre sguardi poggiati sul mondo, tre spazi interiori abitati dalla stessa realtà che si offre allo spirito lasciandosi riflettere, ridisegnare, rimodellare… Una realtà trasfigurata dalla pittura e dalla memoria di tre artisti, una pittura dell’anima affamata di materia in ogni tela, in ogni pennellata… La metafora del viaggio ci spinge alla scoperta di una terra sconosciuta fatta di materia prepotente che dà vita alle forme: pennellate spesse, grumi di colore che creano immagini, diventano vita, e velina leggera che si lascia trasportare dal vento e diventa vento essa stessa. Realtà modellata nel colore, materia che diventa strumento emozionato ed emozionante nelle mani d’artista, piegandosi, accartocciandosi, trasfigurandosi fino a diventare, ai nostri occhi, vento che sostiene e sospinge misteriose ali nella savana, metallo che si smaterializza nei flutti di un mare incolore e feroce, ombre di montagne ... riecheggia quasi Turner questa natura che diventa i suoi elementi. E’ questo il reale di Mariangela Gatti, reale che gradualmente diventa ricordo, che si scopre emozione mentre la materia perde il suo peso nella trasparenza delle sensazioni e il materico sublima nell’aereo. Ed è già lì che troviamo Gabriella Carena: sospinta da vento e colore si è allontanata progressivamente dalla terra quasi a volerne prendere le misure, risalendo un blu verticale e vertiginoso, un blu lontano in cui si è persa fermandosi sorpresa a guardare il proprio mondo. In lei, macrocosmo e microcosmo si scontrano e confondono in immagini che assomigliano ad ingrandimenti cellulari ed allo stesso tempo a riprese satellitari. Profondità annegate nel blu, superfici coperte dell’oro nascosto dalla terra, luna lontana che si fa volto in controluce, dune in trasparente rilievo. Opere che ci fanno fluttuare come un respiro, un soffio, in uno spazio infinito, in cui la terra, con la sua concretezza e ruvidezza, le sue pietre, seppur preziose, è ancora ben presente. Il viaggio finisce ed al contempo comincia con Elio Bigi. La sua pittura abbandona ogni consapevolezza della realtà, è emozione allo stato puro in cui il colore diventa densità in sé, i cui confini sono disegnati da poche linee. Sensazioni pure affiorano nel colore, nelle sfumature e trasparenze, fino a diventare simboli, scrittura quasi intellegibile. La pittura diventa la lente d’ingrandimento delle sensazioni: dal materico, dai solchi di colore di Gatti e Carena si ritorna alla pittura incontaminata, limpida, ad una forma in-formale che a tratti ricorda Rothko e Klee, Dubuffet e Magritte. Il colore evanescente si fa luce pura che modella la realtà o meglio il ricordo di essa. Un ricordo che permane quando l’oggetto del ricordo stesso è perduto, come quando, dopo essere stati abbagliati, gli occhi si chiudono e restano a guardare un chiarore che galleggia nell’oscurità. Trasognato, abbagliato, lo spirito vaga tra forme e volumi, tra emozioni ed istinto in un viaggio che spazia da concretezza e fisicità ad astrazione e leggerezza.
A cura di Barbara Di Santo e Paola Franzosi

Info Mostra

Inaugurazione Martedì 4 dicembre alle ore 18.30.
La mostra resterà aperta fino al 20 dicembre 2007, nei giorni di martedì e giovedì dalle 16.30 alle 18.30 presso il Circolo Culturale Bertolt Brecht di Milano Tel +39 3312995313

Post più popolari

Newsletter

Ricevi, ogni mese, tutte le notizie inerenti le mostre e gli eventi artistici più importanti, direttamente nella tua casella di posta elettronica, totalmente gratis!