martedì 12 maggio 2009

“Vittima o Carnefice” di Flavio Coppola e Gaspare Lombardo

Località: Orte (Vt)

Spazio : La cantinota Art Cultural Wine Bar
Indirizzo:
Centro Storico di Orte - Via Teverina, 13/15

Genere: performance Titolo: “Vittima o Carnefice

Artisti: Flavio Coppola, Gaspare Lombardo

Costumi: Giusy Lazazzara

Inaugurazione: sabato 16 maggio Orario: h. 22.00 - Ingresso Libero -

Informazioni: tel. 0761 493544 - 0761 283238 - 0761 970371 mail: info@lacantinotaorte.it - artemistae@hottmail.comiconauta@hotmail.com


Flavio Coppola e Gaspare Lombardo, fondatori del Movimento Artistico S.P.A. (Società per Azioni Artistiche), ci propongono una performance costruita su testi di Antonin Artaud e F. Coppola con scene di G. Lombardo. La performance dal titolo “Vittima o Carnefice” racchiude una vasta e considerevole domanda rivolta al mondo dell'arte, in cui i protagonisti si alternano fra le gestualità grottesche dell'Artista e i monologhi saccenti del Critico, in una crudele pantomima in cui il ruolo della vittima e quello del carnefice sembrerebbero chiari e definiti, ma sarà realmente così scontata la sentenza? Chi è la vittima? E chi il carnefice?

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Signori vittime e Signori carnefici: benvenuti, va di scena la performance che indaga il rapporto fra il sistema dell'arte contemporanea e l'artista.

Nello scenario proposto l'Artista veste panni cinquecenteschi come da stereotipo di pittore rinascimentale, intento a dipingere col bianco su una tela bianca, mentre il Critico veste di nero come colui che domina impersonando assoluto rigore e autorità, dall'atteggiamento riflessivo di un San Gerolamo fra i suoi libri.

Ciò che accadrà fra i due opposti personaggi, fra chi rappresenta l'impulso e chi rappresenta invece l'apparente verità inconfutabile, è un mimodramma crudele in cui gli artefici sono un Artista sicuro del proprio operato ed un Critico fatto di sguardi saccenti e profondo egotismo, indiscutibilmente convinto della propria essenziale, potente, unicità.

L'Artista, spavaldo e beffardo nei confronti del recensore (o carnefice?) non avrà molto tempo per farsi beffe di lui perché proprio quest'ultimo lo fermerà con un solo gesto come fosse marionetta.

Solo allora inizierà il vero supplizio dell'artista che, suo malgrado, dovrà ammettere il peso del sistema dell'arte, assumendo la consapevolezza che la sua opera rimarrà bianca su fondo bianco, finché il Critico non deciderà di mettere in rilievo il suo operato facendone storia.

E come si storicizza un Artista se non espugnando il centro delle sue emozioni, il cuore; nutrendosi del suo coraggio, il fegato; e dominandolo con la calcolata ragione, il cervello?

Un Artista è quanto c'è nella Testa nell'Essere e nell'Abisso come nel brano tratto da Antonin Artaud ne “Il corpo senza organi”, un artista è colui che è “assai lontano da tutta questa porcheria” come recita l'artista durante il suo supplizio, ma questa recita, questa preghiera, non basterà a salvarlo proprio da tutto ciò perché anche lui ne farà inevitabilmente parte.

Potrà pregare ancora e ancora, ma sarà comunque succube del meccanismo che comanda e, non credete, anche voi inconsapevoli o consapevoli farete parte di questo carosello; lascerete un geroglifico di voi stessi con quel colore scelto proprio da voi, con quella potenza che vi contraddistingue e che sarà difficile lavar via.

Farete necessariamente parte di questa macabra e crudele giostra del sistema dell'arte contemporanea e credetemi, non ci sarà mai una fine a tutto questo.

Signori vittime e Signori carnefici: si riparte. D'ici on n'en sort pas. Di qui non se ne esce.


Propaganda per la Civilizzazione delle Masse

(Movimento Artistico)

Viola Di Massimo


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