martedì 13 gennaio 2009

EDOARDO GELLNER ARCHITETTO (1909 – 2004)


Nel centenario della nascita di Edoardo Gellner, la galleria Embrice e la Casa Editrice Gangemi con il patrocinio dell’Inarch, presentano i volumi: Quasi un diario, appunti autobiografici di un architetto; Gellner: Disegni di architettura e paesaggio, Cortina D'Ampezzo, Trieste, Venezia, Firenze, Roma; Edoardo Gellner, Architetture organiche per Enrico Mattei, 1954 – 1961.

mercoledì 21 gennaio 2009. Ore: 18.00

Il venti di Gennaio del Millenovecentonove nasceva nell’Istria austriaca Eduard Walter Gellner, che diverrà italiano col nome di Edoardo, dopo la Grande Guerra. Nel quadro delle iniziative per il Centenario della sua nascita la galleria Embrice ha programmato la presentazione dei tre volumi della Gangemi Editore a lui dedicati.

La sua formazione avviene presso l’azienda di “decorazione” del padre, che generosamente accquista per lui i migliori libri (tra questi la preziosa monografia Ausgeführte Bauten Und Entwürfe von Frank Lloyd Wright, pubblicata da Wasmuth a Berlino nel 1910, che gli sarà sottratta da Carlo Scarpa anni avanti) e gli presenta i suoi amici; come il pittore viennese Robert Schober dal quale apprende l’arte del disegno dal vero. All’inizio degli anni Trenta è a Vienna dove frequenta la Kunnstgewerbeschule (Scuola di Arti applicate) nella sezione di arredamento d’interni, entrando in contatto con Josef Hoffmann.

Tornato a casa, si avvicinerà alla pratica della progettazione e al design gestendo l’azienda paterna. Nei primi anni Quaranta si affollano nella sua vita eventi decisivi: durante il suo servizio militare nell’artiglieria contraerea frequenta l’Accademia d’Arte, il Regio Istituto di Architettura di Venezia e studia finalmente l’italiano con Licia Bradamante, che diventerà sua moglie; a Venezia trova, come professore, Carlo Scarpa, divenuto poi amico e collaboratore; sceglie, infine, Cortina come città d’elezione.

Fin dalla metà degli anni Cinquanta, nei progetti per Enrico Mattei, Edoardo Gellner tratta la techne più come qualcosa di affine alla poiesis, al vero e al bello, come un ponte che lo avvicina al mondo e alla natura, sia essa urbana artificiale o biologica, piuttosto che uno strumento per dominarla.

Negli ultimi trenta anni della sua vita abbandona di fatto la progettazione per dedicarsi a una appassionata quanto sfortunata difesa del territorio e della architettura delle Dolomiti venete.
Embrice lo presenta oggi come ineludibile maestro nella linea ideale che la stessa Galleria persegue.

A cura di Gian Luca De Laurentiis

Post più popolari

Newsletter

Ricevi, ogni mese, tutte le notizie inerenti le mostre e gli eventi artistici più importanti, direttamente nella tua casella di posta elettronica, totalmente gratis!