“Convivenze”
Un percorso
tra archeologia e arte contemporanea
Museo
archeologico - Amelia (Tr)
23 giugno
2012 – 8 luglio 2012
Si inaugura
sabato 23 giugno al Museo Archeologico di Amelia la mostra “Convivenze. Un
percorso tra archeologia e arte contemporanea”. La rassegna, articolata nei due
piani del Museo presenta una cinquantina di opere tra dipinti, disegni, sculture
e fotografie di venti artisti contemporanei diversi per generazioni e aree di
appartenenza. Un nobile “dialogo” tra i molteplici linguaggi dell’arte astratta
e figurativa e i reperti archeologici della storia amerina, raccolti negli scavi
della città e nei suoi dintorni. Il biglietto da visita dell’esposizione è
l’installazione di Cecilia Bossi che interpreta la statua del germanico,
utilizzando materiali diversi, segnati da tracce pittoriche. Il percorso
continua con le opere di Antonella Pernarella, cariche di ricchezza
cromatica, e con i recenti lavori di Fabio Santori che trasforma in opere
d’arti legni di recupero. A seguire altri artisti legati da un unico filo
conduttore: la ricerca del vero. Paul De Hann e Selly
Avallone si soffermano sul tema della natura morta, realizzate con una
minuziosità che non tollera semplificazioni. E se Rosita Sfischio prende
in esame il tema della figura femminile catturata nella sua intimità,
Maurilio Cucinotta mette in scena storie fantastiche e misteriose. Di
nobiltà tutta letteraria invece la pittura di Stefano Sorrentino, che
sovrappone al tessuto pittorico parole tratte dai manoscritti della vita dei
grandi musicisti. La visita prosegue con le tele del periodo “emozionista” di
Nuccia Amato, dipinte con una purezza formale e i lavori, lampeggianti di
luce e di colore di Anna Salvati. La quotidianità è ripresa anche nella
grande tela “Naufraghi” di Egidio Scardamaglia densa di particolari
narrativi e nei paesaggi del Gargano, orlati di una felicità cromatica di
Vincenzo Esposito. E ancora una scelta di disegni sul nudo femminile di
Vincenza Costantini, definiti da una linea intensa e armoniosa e uno
straordinario reportage, di scatti in bianco e nero “Sguardi del nostro tempo”
di Robbi Huner. La sezione finale della mostra presenta alcuni esempi di
pittura materia e lirica: Angela Scappaticci si esprime con la tecnica
del cretto elevando la materia a protagonista dell’opera; Anna Seccia,
figura di primo piano della pittura aniconica, riflette sul valore della pittura
stessa articolata con venature e giustapposizioni cromatiche che dal 1986 lascia
spazio all’azzurro del cielo; Cristina Messora esplora la musicalità del
segno con tinte cupe e inserti collagistici. Lirici anche i paesaggi lunari di
Felixandro, notturni monocromatici spolverati da superfici luminose.
Punteggiano il percorso espositivo le sculture in pietra di Beatrice
Palazzetti, un modellato tentato dall’astrazione per il loro movimento
curvilineo e le sculture in plexiglas di Rodolfo Fincato con inserti di
foglie colorate. Un panorama molto variegato dell’arte nostra ultima che si
confronta in un dialogo a distanza con le opere del
museo.