domenica 2 febbraio 2025

Medardo Rosso: tra arte, falsi e valorizzazione del mercato

 


Medardo Rosso
è un artista italiano che ha lasciato un'impronta indelebile nella scultura moderna, ma la sua figura resta ancora poco conosciuta al grande pubblico. Oggi, grazie a iniziative come le mostre in corso a Vienna e Basilea, il suo nome sta guadagnando visibilità anche oltre i confini italiani. Ma nonostante l'ammirazione da parte di molti artisti contemporanei, il mercato delle sue opere è afflitto dai falsi, una situazione che ha creato non poche difficoltà. Eppure, la cura e la sorveglianza da parte del suo archivio stanno contribuendo a cambiare le cose.

Le mostre di Rosso: un ponte tra passato e contemporaneità

A Vienna e Basilea, Medardo Rosso viene messo in dialogo con la scultura contemporanea. Le mostre, che saranno visitabili fino ad agosto, presentano circa 50 sculture dell'artista italiano e numerose fotografie e opere su carta. Questi eventi non solo celebrano il suo genio, ma lo collocano all'interno di un contesto più ampio, mettendo in luce la sua influenza su artisti moderni e contemporanei. Tra i nomi che sono stati ispirati dal suo lavoro ci sono Marisa Merz, Nairy Baghramian e Félix González-Torres. Rosso è un artista che ha saputo anticipare i temi della scultura anti-monumentale, esplorando il disfacimento e la ripetizione ossessiva dei soggetti, un approccio che lo rende ancora molto rilevante.

Rosso e Rodin: un confronto che racconta la sua unicità

Se confrontato con il più celebre contemporaneo Auguste Rodin, Medardo Rosso appare come un artista decisamente più introverso e indipendente. Mentre Rodin era noto per la sua produzione monumentale e per l'uso della fotografia come strumento di promozione, Rosso preferiva lavorare da solo, senza affidarsi a fonderie o a mercanti d'arte. La sua era una scultura più intima, legata a soggetti semplici come bambini e lavoratori. Inoltre, la sua sperimentazione fotografica e il rifiuto di permettere a qualcun altro di fotografare le sue opere lo rende un innovatore anche in questo campo. Tuttavia, sebbene Rosso fosse apprezzato in Europa, la sua fama fuori dall'Italia non ha mai raggiunto quella di Rodin.

Il Museo Medardo Rosso: custode delle opere e della sua storia

Gran parte delle opere in mostra a Basilea e Vienna provengono dal Museo Medardo Rosso, situato a Barzio, in provincia di Lecco. Questo museo, che conserva il lascito dell'artista, è stato fondamentale nel riorganizzare e autenticare le opere di Rosso, soprattutto grazie al lavoro di Daniela Marsure Rosso, bisnipote dell'artista. Fino agli anni ’90, infatti, il mercato delle sue opere era inquinato da numerosi falsi. Rosso, in vita, non aveva un mercante di riferimento e si occupava personalmente delle vendite, scegliendo solo chi davvero apprezzava la sua arte. Il figlio Francesco continuò il lavoro di promozione, ma il vero punto di svolta è arrivato con la pubblicazione del catalogo ragionato delle opere nel 2009.

Il mercato dell'arte: tra originali, falsi e valore crescente

Oggi il mercato delle opere di Medardo Rosso è in forte crescita, con i prezzi che sono aumentati vertiginosamente negli ultimi venti anni. I capolavori dell'artista possono arrivare a toccare cifre vicine al milione di euro, mentre le opere di media importanza si aggirano tra i 400.000 e i 500.000 euro. Tuttavia, non è facile trovare opere importanti in commercio, poiché molte sono ormai conservate nei musei. Il numero esiguo di opere autentiche e il mercato saturo di copie e produzioni postume rendono difficile la circolazione internazionale delle sue opere, ma fortunatamente la crescente attenzione al suo lavoro sta contribuendo a migliorarne la visibilità.

Inoltre, l'attenzione ai falsi è ormai una costante. Le sculture prive di una giustificazione chiara o di una provenienza verificabile non trovano spazio nel mercato, e vengono spesso vendute a prezzi bassissimi come semplici soprammobili. Un altro aspetto importante riguarda la produzione fotografica e su carta di Rosso, che ancora non ha trovato una valorizzazione adeguata nel mercato, ma su cui si sta lavorando per creare nuove opportunità.

Medardo Rosso è un artista che, sebbene ancora poco conosciuto fuori dall'Italia, sta lentamente guadagnando il riconoscimento che merita. Le mostre in corso e il lavoro di cura e autenticazione del suo archivio stanno contribuendo a cambiare la sua percezione nel mondo dell'arte. Nonostante le difficoltà legate ai falsi e alla scarsità di opere in commercio, il mercato delle sue sculture sta crescendo, e Rosso sta finalmente ottenendo il posto che gli spetta nella storia dell'arte moderna e contemporanea.

sabato 1 febbraio 2025

Mostra Etruschi del Novecento: un dialogo affascinante tra antichità e arte contemporanea

 


Fino al 16 marzo 2025, il Mart di Rovereto ospita una mostra unica che esplora il rapporto tra l’antica civiltà etrusca e l’arte del Novecento. Intitolata "Etruschi del Novecento", questa esposizione promuove un dialogo tra archeologia e arte contemporanea, creando un ponte tra passato e presente. La mostra, che si sposterà poi alla Fondazione Luigi Rovati di Milano dal 2 aprile al 3 agosto 2025, è curata da Lucia Mannini, Anna Mazzanti, Giulio Paolucci e Alessandra Tiddia, e propone oltre 200 opere provenienti da collezioni pubbliche e private.

L’idea alla base di questa mostra è quella di esplorare l'influenza che la cultura etrusca ha avuto sugli artisti del Novecento, in particolare dopo il celebre ritrovamento nel 1916 dell'Apollo di Veio, una delle scoperte archeologiche più importanti del secolo. Questo ritrovamento diede il via a quella che fu definita la “rinascenza etrusca”, un movimento culturale che si estese ben oltre l’archeologia, coinvolgendo artisti, scrittori, cineasti e anche il mondo del design e della moda.

Il fascino dell'arte etrusca

Gli Etruschi erano noti per il loro stile artistico originale, caratterizzato da una grande sintesi e da un linguaggio visivo che trasmetteva una forza primitiva e sincera. Le opere esposte nella mostra raccontano questo stile attraverso diversi reperti archeologici: vasi in bucchero, la ceramica nera tradizionale degli Etruschi, canopi (le urne funerarie a forma di testa umana), e recumbenti, figure che rappresentano defunti sdraiati su urne e sarcofagi.

Accanto a questi reperti, la mostra presenta opere di artisti che, nel corso del Novecento, hanno preso ispirazione dall'arte etrusca. Artisti del calibro di Michelangelo Pistoletto, Picasso, Campigli, Marini e gli stessi Giacometti si sono lasciati affascinare da quella raffinatezza semplice e potente. Un esempio emblematico di questo incontro tra passato e presente è la celebre scultura "L’Etrusco" di Pistoletto, che introduce il percorso della mostra.

Un incontro di epoche e stili

Il confronto tra i reperti etruschi e le opere di arte contemporanea non si limita alle somiglianze estetiche, ma si basa su un’analisi profonda delle influenze culturali e artistiche. Tra le opere in mostra ci sono anche bozzetti, gioielli e ceramiche che testimoniano l’impatto della cultura etrusca sul design e sull’arte applicata. Tra gli esempi, spiccano gli orecchini di Fausto Melotti, i gioielli di Arnaldo Pomodoro, e le decorazioni per i guanti di gomma disegnate da Gio Ponti.

Non mancano le incursioni nel mondo del cinema e della moda, come la tela di Mario Schifano che ritrae le chimere, o le decorazioni che hanno ispirato le creazioni di stilisti e designer contemporanei. La mostra esplora come la "etruscomania" abbia avuto un impatto trasversale in vari ambiti, creando un legame tra le antiche tradizioni artistiche e le tendenze del secolo scorso.

Una seconda tappa a Milano

La seconda fase di questa affascinante esposizione si terrà alla Fondazione Luigi Rovati di Milano, dove verranno proposte solo le opere degli artisti italiani, arricchite dalla collezione permanente della Fondazione. Un'occasione unica per approfondire ulteriormente il dialogo tra archeologia e arte contemporanea, con alcune opere inedite che saranno esposte per la prima volta.

"Etruschi del Novecento" non è solo una mostra di reperti e opere d'arte: è un viaggio che ci invita a riflettere sul legame profondo tra la storia antica e l’espressione artistica contemporanea, mostrando come le radici del passato possano ancora oggi ispirare e influenzare le forme artistiche del presente. Non perdere l'occasione di visitarla!

Mostra di Tony Cragg: infinita bellezza tra archeologia e contemporaneo alle Terme di Diocleziano

 


Fino al 4 maggio, il Museo Nazionale Romano ospita una mostra unica e affascinante nelle suggestive Terme di Diocleziano a Roma: Tony Cragg. Infinite forme e bellissime. Questa esposizione porta il visitatore a un incontro speciale tra arte contemporanea e la grandezza dell’antichità, con diciotto opere scultoree che dialogano perfettamente con lo spazio storico in cui sono collocate.

Un'energia che unisce passato e presente

Entrando nelle maestose Terme di Diocleziano, un'atmosfera particolare avvolge chi osserva le opere di Tony Cragg. L'artista inglese, celebre per la sua capacità di esplorare le potenzialità dei materiali e delle forme, crea un flusso dinamico che si trasmette sia dalle sue sculture che dallo spazio stesso. La grandezza architettonica delle Terme diventa, quindi, un campo di forze in cui le opere di Cragg sembrano interagire costantemente con l’ambiente circostante. È come se le sculture non fossero semplicemente collocate lì, ma si connettessero attivamente con l’ambiente, con le antiche rovine e con la luce che filtra tra le mura in mattoni.

La dinamicità delle opere

Un aspetto fondamentale delle sculture di Cragg è la loro capacità di modificarsi a seconda del punto di vista. Un esempio chiave di questa interazione è l'opera Points of View, in cui le forme cambiano continuamente man mano che il visitatore si sposta intorno ad essa. Questo gioco di angolazioni invita a riflettere sulla dinamica della percezione e sulla relazione tra lo spettatore e l'oggetto d'arte. La statica non è contemplata: ogni movimento fa emergere nuove forme, nuovi profili, come se le sculture fossero in continua evoluzione.

Materiali e forme ispirati alla natura

Le opere di Cragg sono espressione di una profonda riflessione sulla natura e sulle sue infinite sfumature. L'artista esplora i materiali – dal bronzo all'acciaio, dal legno alla fibra di vetro – per dare vita a forme che rimandano a ciò che è organico e naturale, ma anche minerale e vegetale. Le sue sculture sono come una continua ricerca delle leggi fisiche ed emotive dei materiali, che Cragg plasma con maestria per evocare paesaggi, strutture biologiche e fenomeni naturali.

Un dialogo con la storia e la scienza

Oltre alla bellezza estetica, le opere di Cragg sono anche un tributo al legame tra arte, scienza e natura. Il titolo della mostra si ispira a una riflessione di Charles Darwin, che parlava della straordinarietà della vita e della sua capacità di evolversi attraverso forme infinite e meravigliose. È un’idea che permea tutta la produzione dell’artista, il cui approccio creativo si alimenta di una curiosità scientifica e filosofica verso il mondo che ci circonda.

Un'opportunità da non perdere

Questa mostra è una rara occasione per immergersi nel mondo di uno dei più importanti scultori contemporanei, scoprendo come la sua arte riesca a intrecciarsi con le grandi suggestioni storiche delle Terme di Diocleziano. L’esposizione, che si sviluppa in uno spazio straordinario, offre la possibilità di riflettere su come l’arte possa trasformare la percezione del mondo, invitando a guardare le cose da un'altra prospettiva, come suggerisce lo stesso titolo della mostra.

Non perdere l'opportunità di visitare Tony Cragg. Infinite forme e bellissime e vivere un’esperienza unica che ti farà guardare l’arte e la natura con occhi nuovi.

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