Sara Tuscano è una giovanissima fotografa che si affaccia al mondo con uno sguardo che sorprende per freschezza, talento e capacità di incuriosirci. Il suo racconto fotografico ama indugiare sullo sguardo degli estranei e su particolari situazioni quasi di cortocircuito artistico. Da un lato l’interesse per le vite altrui, l’attimo in cui lo sguardo della fotografa si posa su una persona, in un dato momento, fissando un istante della sua vita il cui contesto spazio-temporale ci è necessariamente ignoto: proprio questo non sapere perché abbia stimolato la curiosità della fotografa, perché la scelta sia caduta proprio su quell’istante genera in noi una catena di curiosità e di interrogativi destinati a rimanere senza risposta, quasi che il flusso eracliteo delle vite degli altri venga fissato per sempre dallo scatto dell’otturatore.
L’altro tema che attraversa l’intera mostra, comunque strettamente legato al tema principale, è quello che informa il particolare set di immagini di persone che ammirano opere d’arte in vari musei: in questo caso è chiarissimo il contesto in cui lo sguardo di Sara si fissa sui suoi soggetti, ma affascina il vero e proprio cortocircuito che viene messo in gioco. E’ un’operazione artistica, infatti, osservare persone che a loro volta osservano le opere, come in un gioco di specchi, cercando di fissare le loro sensazioni, le loro azioni, il loro reagire all’opera piuttosto che a quel particolare ambiente che è il museo: in questo caso al gioco tra fotografa, soggetto e spettatore si intrecciano ulteriori piani, come il rapporto tra l’opera d’arte che i soggetti ammirano e tutti gli altri attori coinvolti (noi compresi!), ma anche come il rapporto tra i diversi soggetti, casualmente riuniti in un dato momento, pianeti indipendenti che gravitano attorno alla medesima opera d’arte. Forse i pochi secondi in cui l’obiettivo fotografico li coglie assieme, sono gli unici momenti in cui le vite delle signore orientali e quelle delle ragazze in gita scolastica alle loro spalle si incroceranno, chissà…e forse nessuno di loro saprà mai di essere divenuto oggetto d’indagine per l’obiettivo di Sara.
In tutti i casi è impossibile non restare affascinati da come questa fotografa sappia prendere le vite di perfetti sconosciuti, fissarne un istante, e renderle protagoniste del suo racconto, facendole incrociare anche con il nostro sguardo, stimolando la nostra curiosità, raccontandoci un infinitesimale brano delle loro storie.
VERNICE
Domenica 22 febbraio, h 18.30
Spazio espositivo microLive @Circuiti Dinamici
Via Giovanola, 21/c Milano
Wunderkammern effimere
Curatela | Anna Epis e Aldo Torrebruno
Presentazione | Aldo Torrebruno
Allestimento | Anna Epis e Lorenzo Argentino
Partners | microbo.net | Circuiti Dinamici Milano