sabato 19 giugno 2010

Mostra personale di Walter Passarella "Faber Tempus"

Museo d'arte contemporanea del Castello di Zavattarello (Pv)
da sabato 24 luglio a domenica 15 agosto

Mostra personale di Walter Passarella
"Faber Tempus"

Inaugurazione sabato 24 luglio, ore 18
Introduzione dell'autore e rinfresco

Per accostarci a quelli che sono i movimenti di pensiero di chi, come l’artista W.P. si mette a nudo nel misurarsi con quelle che potremmo definire partizioni fisse di frangenti del nostro vivere, dobbiamo partire da alcune considerazioni.
La più importante, è valida per ogni artista e per qualsiasi forma di arte, sia per chi la produce e la offre sia per chi poi si sofferma ad apprezzarla.
Si tratta dell’umiltà. Sì, l’umiltà che porta sia gli uni che gli altri a predisporre nel giusto modo il proprio animo, pronto a recepire codici universali, presenti ovunque, e che porta gli altri a cogliere ciascuno il proprio messaggio, attraverso le emozioni che l’artista cattura e trasferisce nel proprio lavoro.
L’umiltà per l’artista deve anche essere intesa come consapevolezza di poter fare, direi quasi di “dover” fare, e farlo nel modo suggerito dal proprio animo che, non a caso, è diverso per sensibilità di percepire, per capacità di elaborare, tradurre e trasferire emozioni.
Il compito è arduo, già in valore assoluto, già per se stesso.
La materia lo rende oltremodo tortuosamente affascinante.
Il tempo.
Quale altro motivo e quanto mai potrebbe superare in vastità di stimoli, di suggerimenti, di sfide, di suggestioni questo argomento?
Assolutamente niente.
Il tempo stimola e richiede attenzione e l’artista, che dispone di capacità tali da reggere il confronto, lo propone con immagini che pur nella loro propria staticità trasmettono un dinamismo inscindibile, in quanto proprio della natura di ciò che l’artista ci propone.
Quel dinamismo che è la vera essenza del tempo.
Ci sono opere che rendono onore alla grande umiltà e sensibilità dell’autore, proprio con quell’irrequietezza con la quale si pongono in un atteggiamento provocatorio, a volte estremamente provocatorio, tanto da risultare percepibili anche quando, una volta fissatane l’immagine nella mente, l’osservatore decida di volgere lo sguardo altrove.
Sono opere che hanno avuto una dote in più dall’autore; hanno avuto la possibilità di portare avanti in totale autonomia il messaggio carpito e ad esse affidato.
Mai ci si trova a domandarsi cosa voglia dire l’autore, bensì ci si sente come interrogati noi, osservatori, da parte di queste stesse opere; quasi esse siano state dotate della capacità di interagire a livello di comunicazione e non solo di trasmettere un semplice messaggio.
Si ha quasi la sensazione che l’autore si sia poi messo in disparte, lasciando che sia l’opera stessa completarsi con questa capacità che egli ha trasfuso.
Alcune opere in particolare rivelano una struttura di pensiero complessa e completa; si tratta di opere con le quali, a momenti, pare per nulla impossibile, e neppure strano, trovarcisi a dialogare.
Probabilmente si tratta di un comunicare inconsapevole ed involontario tra ciò che l’artista ha carpito dall’universo e trasferito nei suoi lavori e ciò che di analogo vive dentro chiunque di noi si ponga ad osservare.
Il tempo.
Esso è sempre, è ovunque e questa sua natura lega tutto a tutti in un viaggio che potrebbe non essere mai iniziato e che di conseguenza potrebbe mai finire.

Marco Bertoloni

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