giovedì 12 luglio 2007

Antonello da Messina: Ritratto di Ignoto


La fisica al servizio dell'arte! I ricercatori del Laboratorio di tecniche nucleari per i beni culturali (Labec) di Firenze hanno analizzato il celebre "Ritratto di Ignoto" di Antonello da Messina (1470 circa) colpendolo ripetutamente con un fascio di particelle a bassissima energia realizzato con un acceleratore e studiando i raggi x emessi di conseguenza dall'opera. Il tutto al fine di capire sia che tipo di pigmenti ha usato il pittore per l'opera sia in che modo sono stati dati sul quadro con un'approssimazione pari ad un centesimo di millimetro. "La prima informazione - ha detto Pier Andrea Mandò, direttore del Labec - è utile ai restauratori, che più sanno della tavolozza usata dal pittore meglio possono intervenire, mentre dalla seconda vengono vere e proprie indicazioni sul tipo di tecnica pittorica utilizzata". La ricerca ha rilevato, sulla tela, tracce di mercurio, zolfo, alluminio e potassio. "Ancora più interessante è il modo con cui venivano distribuiti i colori - continua il direttore del Labec - abbiamo scoperto che questi non venivano mescolati prima della stesura, ma erano dati in momenti successivi, sia attraverso sovrapposizione di strati che microdistribuzione di differenti pigmenti sulla superficie. Questo dà l'idea di come facesse il pittore a raggiungere l'effetto finale così particolare e gradevole all'occhio".

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