martedì 31 luglio 2007

Alfonso Bottone

Maestro del colore
Napoli,19 aprile 1925 - 21 aprile 2006

Si può sempre parlare di tutto eppure vi sono dei momenti nella vita in cui la parola manca anche a chi per natura ha il discorso facile e fervida l'immaginazione.Parole,similitudini,apprezzamenti fluiscono spontanei quando il discorso è dettato dalla ragione,quando è impegnata la sola retorica ma non quandoè impegnato il cuore.Ed io oggi mi ritrovo in questo frangente:devo dire di una persona che più che amico mi fù affettuoso padre e maestro di vita,devo dire di Alfonso Bottone! Ma non vi parlerò della sua arte pittorica,della sua capacità di critica,della sua moralità di uomo.Questo potranno farlo altri più bravi di me!Ed oggi meno coinvolti emotivamente di me!Io vi dirò solo quello che il cuore mi detta,vi parlerò solo di quest'uomo semplice,buono ed affettuoso che ha vissuto per il bello e per l'arte e la famiglia.Di lui conservo religiosamente,un pezzo critico sull'arte di oggi:Bisognerebbe leggerlo per rendersi conto dell'effettiva valenza di quest'uomo.I suoi sogni che spesso egli tramutava in impressioni pittoriche parlano e parleranno sempre per lui.Fù un sognatore velato da malinconia ,fù artista puro e non settoriale, riuscì sempre a volare al di sopra di ogni mediocrità.Egli mi ha indicato con il suo stile di vita e la profondità di persona,la via da seguire come uomo e come artista e di ciò gliene sarò sempre profondamente grato sapendolo ora tra i giusti in un regno pieno di quella luce che egli a sempre cercato nella sua vita terrena.


Aniello Scotto


Cosi come la penso...


Fra i tanti mezzi che gli artisti si servono per produrre arte,dai più semplici e tradizionali ai più sofisticati mezzi meccanici ai mezzi compiuterizzati che chiunque,artista o non,può appagare,quasi per gioco,i propri desideri d’arte; e v’è da scegliere a piacimento,secondo i propri gusti;se vuoi una pittura sfumata allora adoperi il vaporizzatore che fonde bene i colori,quanto al disegno è presto fatto,il proiettore risolve tutto e riproduce ogni minimo particolare.Poi,se vuoi una pittura caleidoscopica prendi un rotore e poni colore a piacimento,l’effetto che ne viene fuori e piacevole a vedersi. Ne deriva che oggi,nel sottobosco di tanti che fanno dell’arte,per modo di dire,e per tanti operatori d’arte,per modo di dire,la pacchia continua proficua e sbrigliata a tutta birra! Nelle accademie,i sacrari dell’arte,dove per tradizione,sono all’avanguardia con avveneristiche proposte,ai sacchi bruciati,ai cenci sporchi di quali innominabili materie,(chi più ne sà più ne metta),ed è passata ad adottare formule più moderne e confacenti all’espressione di un secolo-simbolo che fermenta inquetudine e abberrazione,la stravaganza al passo con la moda e l’osceno e l’orrido marciano in direzione opposta alla “PopArt,all’informale,all’astratto”e a tante cazzate che la cultura propina con terminologie di derivazione filosofiche che precisano un concetto in un esprimibile non enunciabile ma intuibile nel discorso nuovo e maniacale dell’artista sapiente di tali verità ? Tutto si svolge,per la verità,col consenso di autorevoli critici di chiara fama che seguono ed incoraggiano aggregando e coinvolgendo in questa,bolgia d’inferno gli operatori d’arte che attivano ad espandere questo mare di merda con tanta carta dove sarebbe preferibile quella igienica la psicopatia per le persone comuni non ha effetti deleteri o è circoscritta nell’ambito familiare,ma se si insinua nell’arte diventa un fenomeno aberrante,non più contenibile,come lo sterco portato a livello di creatività…e tante altre esperienze oscene ed infamanti:Per,chi ha e per chi si ostina ancora ad avere dell’arte un concetto antico come il mondo,l’arte non si impara è vocazione ed è un bene che appartiene a pochi privileggiati.Essa arriva all’uomo comune in forma di messaggio e gli parla di emozioni di senzazioni di gioia di dolore…insomma, di tutto ciò ch’è vita sensibile,perciò l’arte un bene comune,che gli appartiene da prima che acquistasse una coscienza e una conoscenza di se stesso,l’uomo primitivo dei millenni,che graffiava la pietra,che raffrontato con l’uomo di oggi consapevole della sua posizione nella società e delle sue possibilità rinnega la propia origine e nega a se stesso il beneficio che ha tratto l’uomo sociale nel comune rapporto dei propri sentimenti per trasformarsi in uomo-macchina e quindi deformando il vero senso dell’arte e la sua funzione che ha avuto nel tempo.L’alienazione che ha avuto l’uomo moderno nella verifica delle sue conquiste per una vita migliore in apparenza ma che in effetti lo annienta nei suoi valori, è ampiamente dimostra dalla discutibile sua posizione critica verso l’arte con le sue ambiguità le sue contraddizioni e con il suo vuoto contenuto,parlo di un’arte che non esprime più un messaggio che non ha più una funzione decorativa.

Alfonso Bottone


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