mercoledì 18 luglio 2007

Michele Carpignano


Michele Carpignano è nato e vive nelle Puglie, una terra dove si percepiscono ancora testimonianze di Bisanzio e della Magna Grecia, che racconta un passato lontano attraverso insediamenti di civiltà rupestri e paesaggi da contemplare. Ecco, la contemplazione. Questa capacità implica saper cogliere il meglio di ciò che si osserva e con la pittura saper rendere di ciò partecipi gli altri. Comporta il saper afferrare e rendere il silenzio e la solitudine che sono i maggiori coefficienti del fascino delle antiche civiltà e del paesaggio. Il linguaggio adottato da Michele Carpignano per raccontare la sua terra d'origine si evolve in un continuo ed appassionato tentativo di catturare quei silenzi e quelle solitudini. Gli inizi sono emulativi. Il bianco calcinato delle case è inanimato; i bruni delle pietre antiche sono scenografici; i verdi delle foglie e dell'erba sono sommari. Poi, Michele Carpignano, si abbandona di più alla contemplazione, percepisce e padroneggia di più la bellezza del suo mondo, che è poi il cammino attraverso il quale s'inoltra la sua anima. Ed ecco che la materia della sua pittura prende più corpo, si fa più convinta, sicura, convincente. Il bianco diventa vivido, diventa colore; il bruno si impregna di tempo, di storia; il verde diventa quello della sua terra, in quella luce e in quel tepore inconfondibili. Michele Carpignano è maturato ad una forma figurativa che ha saputo liberarsi di componenti solo descrittive per sfociare ad un ruolo più ampiamente interpretativo. E' maturato. E' più profondo nel valutare ed afferrare la bellezza, ma soprattutto è più profondo nell'individuare quale sia la misura di quella bellezza. Ha capito che non tutte le bellezze innamorano: ve ne sono alcune che allietano la vista ma non soggiogano l'anima. Nella compagine armoniosa delle sue opere c'è come un continuo stupore sospeso nell'aria. Ogni scorcio è rivelato come dietro l'angolo, a determinare sorpresa. Ogni pennellata diventa nuova e luminosa non per una ricercatezza solamente esteriore, ma per una luce interna che la ravviva e la trasfigura. Michele Carpignano è istinto, passione, esplosione gioiosa di mille colori. E' un artista che guarda il suo paese, il suo mondo, il suo orizzonte adorato che gli appare, di volta in volta, vigoroso e fragile, terso ed ombroso. Ogni volta quell'orizzonte è riconosciuto con la speranza che dia vigore alle sue membra e luce alla sua creatività. E ogni volta cambia il viottolo tra le siepi o il muro a secco, cambia la luce del cielo azzurro, la terra aspra o fertile, gli alberi fitti di rami e foglie, le case addormentate da secoli o millenni, la carezza del Sole su tutte le cose. Il suo modo di dipingere e di rappresentare la realtà, da vita al proprio orizzonte e dona la gioia di amare ogni sua cosa: alberi, muri, prati, profili di colline, lontananze di pianure, sentieri, scoscesi rupestri, fiori, colori, luce ed ombra.

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