L'arte millenaria dell'arazzo incontra l'arte contemporanea alla Fondazione Dino Zoli di Forlì
A Forlì, la tradizione secolare dell'arazzo si fonde con le espressioni innovative dell'arte contemporanea in una mostra che esplora il dialogo tra tessuti, colori e concetti. La mostra "Trame Esplorative", curata da Nadia Stefanel, si svolge alla Fondazione Dino Zoli e rappresenta un viaggio straordinario nell'evoluzione dell'arte tessile, dal dopoguerra fino ai giorni nostri. Con una selezione di opere che spaziano tra maestri del Novecento, artisti contemporanei e innovazioni tecnologiche, l'esposizione pone l'accento sulla versatilità dell'arazzo, trasformato da arte decorativa a strumento di espressione visiva e concettuale.
Tradizione e innovazione: un viaggio nell'arte dell'arazzo
La mostra propone un incrocio di storie, culture e tecniche, rivelando come l'arazzo sia stato progressivamente riconosciuto come una forma d'arte a tutti gli effetti, capace di comunicare emozioni e concetti complessi. Sin dalle sue origini, l'arte tessile è stata legata alla funzione decorativa, ma nel corso del tempo ha saputo evolversi, accogliendo nuove influenze e linguaggi. Tra le opere in mostra, alcuni dei più noti artisti del secondo Novecento – come Sonia Delaunay, Gino Severini, Alexander Calder e Piero Dorazio – hanno esplorato la possibilità di trasferire le proprie visioni artistiche sui tessuti, dando vita a arazzi che sono vere e proprie opere d'arte.
Il connubio tra maestri del passato e artisti contemporanei
L'esposizione riflette l'importanza di preservare il patrimonio tradizionale degli arazzi, pur mantenendo uno sguardo rivolto al futuro. Piero Dorazio, ad esempio, ha tradotto la sua arte astratta in arazzi realizzati a mano, utilizzando colori vibranti e tecniche artigianali provenienti dalla tradizione orientale. Questi arazzi, frutto della collaborazione con l'artigiano Elio Palmisano, esplorano la potenza del colore e la tridimensionalità dei tessuti. A fianco di Dorazio, troviamo anche artisti contemporanei come Maurizio Donzelli, Loredana Longo, e la designer Francesca Müller, che hanno saputo trasmettere la propria visione creativa attraverso il medium tessile, contribuendo a un dialogo tra passato e presente.
Un sguardo al design e alla cultura popolare nell'arte tessile
In un percorso che affonda le radici nella tradizione artigianale, spiccano anche le opere di Nathalie Du Pasquier, la designer che ha collaborato con il movimento Memphis e che ha dato vita a tappeti che sfidano le convenzioni estetiche del design. Il suo arazzo "Europa" si distingue per i suoi colori intensi e le geometrie audaci, una fusione di arte e design che porta l'arazzo nel cuore dell'estetica contemporanea.
Non mancano, poi, le opere che richiamano il valore della sostenibilità e della memoria culturale, come quelle realizzate dallo Studio Pratha, che ha collaborato con le Maestre di telaio della Barbagia, in Sardegna, per produrre arazzi in lana di pecora sarda. Questi arazzi tradizionali, che raccontano storie e leggende sarde, si combinano con il riciclo creativo, come dimostrano i lavori di Antonio Marras, che ha creato arazzi utilizzando frammenti di abiti e tessuti altrimenti destinati a essere scartati, fondendo tradizione sartoriale e cultura contemporanea.
L'arte dell'arazzo tra migrazioni e tecnologia
In un mondo sempre più globalizzato e digitale, le opere in mostra non mancano di riflettere su temi come la migrazione, l'identità e la tecnologia. La serie "Trasguardi" di SISSI, ad esempio, esplora la tensione tra il digitale e il manuale, tra la rapidità della società contemporanea e la lentezza dell'arte tessile tradizionale. Armida Gandini trasforma l'arazzo in un mezzo per raccontare storie di migrazione, con immagini storiche, come il "Riposo durante la fuga in Egitto", trasferite nei tappeti come sagome evocative di esperienze universali.
Molto poetiche sono anche le opere di Omar Galliani e Elena El Asmar, che intrecciano la figura dell'angelo e la memoria di luoghi e culture differenti, in un'interpretazione personale e profonda del concetto di casa e di rifugio. La mostra si conclude con l'arazzo Metapolis di Francesca Müller, un'opera che unisce il savoir-faire tessile tradizionale con l'innovazione delle grafiche create grazie all'intelligenza artificiale, portando il medium dell'arazzo a nuove vette espressive.
L'arazzo come linguaggio universale dell'arte contemporanea
La mostra "Trame Esplorative" alla Fondazione Dino Zoli non è solo un tributo a una tecnica millenaria, ma anche un'esplorazione delle sue potenzialità espressive, un ponte tra passato e futuro. Attraverso l'incontro tra arte, artigianato e innovazione, l'arazzo si conferma come linguaggio universale, capace di raccontare storie di tradizione, cambiamento e sperimentazione. Con una selezione di artisti provenienti dall'Italia e dall'estero, l'esposizione invita il pubblico a riflettere sull'evoluzione di una forma d'arte che, pur mantenendo salde le radici, non smette mai di rinnovarsi.
"Trame Esplorative" è una riflessione sull'identità, sulla cultura e sul nostro rapporto con il passato, che ci invita a guardare al futuro con occhi nuovi.