La pedagogia radicale di Free Home University in mostra a Lecce: un viaggio tra sostenibilità e inclusività

 


Free Home University
, un’iniziativa pedagogica internazionale nata nel cuore del Salento, celebra i suoi dieci anni di attività con un evento straordinario: la mostra Learning intentions/Learning in tensions. Questo progetto, che abbraccia tematiche legate alla sostenibilità ambientale e alla conoscenza inclusiva, si svolge in uno dei luoghi più affascinanti di Lecce, l’ex Chiesa di San Francesco della Scarpa. Un'opportunità unica per esplorare un’esperienza educativa che sfida le convenzioni tradizionali e promuove un sapere circolare, libero da gerarchie e orientato alla comunità.

L'ex Chiesa di San Francesco della Scarpa: un luogo di riflessione e condivisione

L’ex Chiesa di San Francesco della Scarpa è uno degli edifici storici più suggestivi di Lecce, un luogo che incarna l’incontro tra storia, arte e trasformazione. Situata nel centro della città, la chiesa, che risale al XVIII secolo, è un esempio straordinario di architettura barocca leccese. Negli ultimi anni, la sua riconversione in spazio culturale ha dato nuova vita a questo luogo, che ora ospita eventi, mostre e performance, diventando un punto di riferimento per l’arte contemporanea e la cultura alternativa.

Il progetto curato dalla Free Home University sfrutta appieno la potenza evocativa di questo spazio, creando un dialogo tra la tradizione storica del luogo e le pratiche artistiche radicali promosse dalla università non convenzionale. In un contesto simile, la mostra Learning intentions/Learning in tensions diventa non solo un’esposizione di opere, ma anche un ambiente in cui il pubblico è invitato a partecipare attivamente, co-creando il percorso espositivo e riflettendo sulle pratiche di apprendimento e sulla sostenibilità.

Un progetto pedagogico di decostruzione e condivisione

La Free Home University è un progetto nato con l’intento di offrire una proposta educativa alternativa, che sfida i paradigmi tradizionali della didattica universitaria. Fondata da artisti, intellettuali e attivisti, questa “anti-università” è un laboratorio vivente di pensiero critico, sperimentazione e co-creazione. L’obiettivo è quello di sviluppare un sapere circolare, lontano dalle strutture gerarchiche tipiche delle istituzioni accademiche, e basato sulla condivisione, l’inclusività e la sostenibilità.

La mostra Learning intentions/Learning in tensions si inserisce perfettamente in questa visione. Il titolo stesso richiama il concetto di “apprendere attraverso le tensioni”: un invito a riflettere su come la conoscenza possa evolversi grazie alle sfide e alle contraddizioni che emergono nei processi collettivi. L’idea di “tendere verso” un tipo di sapere che sia inclusivo e consapevole si traduce in un percorso espositivo dinamico, in continua evoluzione. Ogni opera, infatti, è una co-creazione che si sviluppa attraverso il coinvolgimento attivo del pubblico.

La curatela di Alessandra Pomarico e Nikolay Oleynikov

La mostra è curata da due figure di grande rilievo nel panorama artistico e culturale internazionale: Alessandra Pomarico e Nikolay Oleynikov. Entrambi sono membri di Free Home University e contribuiscono da anni alla realizzazione di progetti che esplorano la relazione tra arte, educazione e impegno sociale.

Alessandra Pomarico è una storica dell’arte e curatrice, con una lunga carriera che l’ha vista impegnata in numerosi progetti che indagano le dinamiche dell’arte contemporanea e del suo rapporto con la società. La sua attenzione alla sostenibilità ambientale e alla dimensione pedagogica dell’arte emerge chiaramente nelle sue curatele, che spesso coinvolgono pratiche di collaborazione e di partecipazione attiva.

Nikolay Oleynikov, artista e ricercatore, è noto per il suo approccio sperimentale e interdisciplinare, che unisce arte visiva, performance e ricerca sociale. La sua opera si concentra sullo studio delle dinamiche sociali e culturali, con un’attenzione particolare ai temi della decostruzione delle strutture di potere e dell’emancipazione collettiva. Oleynikov è anche uno dei fondatori di Free Home University e ha contribuito in modo significativo alla definizione della sua pedagogia radicale.

La mostra: un percorso in continua evoluzione

Learning intentions/Learning in tensions non è solo una mostra statica, ma un processo dinamico che si arricchisce con il tempo. Le opere esposte, realizzate da artisti e designer del collettivo Zi Group e dall’artista turca Basak Tuna, sono il risultato di un costante “imparare facendo”, un principio pedagogico che richiama la filosofia di John Dewey. L’approccio “learning by doing” si traduce nella partecipazione diretta del pubblico, che è invitato a interagire con le opere, contribuendo alla loro realizzazione e mettendo in pratica i principi di riuso e sostenibilità che sono al cuore del progetto.

In mostra si possono ammirare installazioni artistiche, sculture, murales, opere audiovisive e tessili, che esplorano il concetto di riuso attraverso materiali già impiegati in precedenti lavori. Le opere, infatti, non sono mai statiche ma in costante trasformazione, a simboleggiare il processo di crescita e adattamento che caratterizza il progetto stesso. L’ethos del riuso e della sostenibilità emerge anche in altri aspetti della mostra, come la biblioteca, lo studio radiofonico e l’archivio vivente, che riflettono l’approccio inclusivo e collaborativo della Free Home University.

Un evento che va oltre la mostra

La mostra è solo una delle componenti di un progetto più ampio che comprende una serie di incontri, seminari, workshop e performance. Questi eventi, che si svolgeranno fino all’8 marzo 2025, offrono l’opportunità di approfondire i temi trattati in mostra e di partecipare attivamente alla riflessione sul ruolo della pedagogia radicale, dell’arte e della comunità nella costruzione di un sapere condiviso e sostenibile.

In conclusione, Learning intentions/Learning in tensions rappresenta un momento fondamentale per celebrare i dieci anni di Free Home University, un’esperienza che continua a sfidare le convenzioni e a costruire spazi di conoscenza aperti, inclusivi e orientati alla sostenibilità. Un’occasione unica per riflettere sul potere dell’arte e dell’educazione come strumenti di trasformazione sociale, in un luogo straordinario come l’ex Chiesa di San Francesco della Scarpa, che continua a raccontare storie di cambiamento e rinascita.

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