Mario Nanni: lo scrittore della Luce e il nuovo polo culturale di Bologna

Archivio La luce che non conosci
Archivio "La luce che non conosci"
Mario Nanni e la sua filosofia della luce

Mario Nanni, progettista, artista e poeta della luce, ha dedicato la sua intera carriera alla ricerca e alla sperimentazione sulla luce come mezzo espressivo e comunicativo. Nato a Lugo di Romagna nel 1955, Nanni ha saputo trasformare la luce in una vera e propria forma d'arte, modulandola in base agli spazi architettonici e alle esigenze emozionali del pubblico. Definendosi "scrittore della luce", egli non si limita a illuminare, ma narra storie attraverso il chiaroscuro, le ombre e le rifrazioni, creando atmosfere uniche e coinvolgenti.

La sua ricerca si basa su un approccio multidisciplinare che unisce l'architettura, il design, il cinema e la filosofia, dando vita a installazioni in grado di dialogare con lo spazio e con l'osservatore. Nanni ha collaborato con alcuni dei più grandi architetti del panorama internazionale, tra cui Kengo Kuma, David Chipperfield e Peter Zumthor, portando la sua visione della luce in contesti prestigiosi.

Un aspetto distintivo del lavoro di Mario Nanni è la capacità di fondere tradizione e innovazione. Il suo metodo progettuale nasce da un'attenta osservazione della natura e della luce naturale, elementi che l'artista studia e traduce in opere dal forte impatto emozionale. Attraverso la sua esperienza, ha dimostrato come la luce possa essere un elemento di trasformazione dello spazio, capace di generare nuove percezioni e sensazioni in chi osserva.

Il messaggio e il contesto sociale della sua arte

Mario Nanni
Mario Nanni
L'arte di Mario Nanni non è soltanto estetica, ma è un linguaggio che si fa portatore di un messaggio profondo. Attraverso la luce, l’artista vuole restituire valore al tempo, all’esperienza sensoriale e alla consapevolezza dello spazio in cui viviamo. In un'epoca dominata dalla frenesia e dalla sovrastimolazione visiva, il suo lavoro invita alla riflessione e all'osservazione attenta della realtà circostante.

Nanni sviluppa la sua arte in un contesto sociale che vede la tecnologia e l'illuminazione artificiale come elementi invasivi, spesso utilizzati senza un vero criterio estetico e funzionale. Il suo intento è quello di restituire alla luce la sua dignità artistica, educando il pubblico a percepirne le sfumature, le variazioni e il potere espressivo.

L'uso eccessivo della luce artificiale nelle città moderne ha spesso portato a fenomeni come l'inquinamento luminoso, che altera la percezione del cielo notturno e influisce negativamente sul benessere umano. Mario Nanni, con il suo lavoro, propone una nuova sensibilità nell'uso della luce, privilegiando un'illuminazione sostenibile e studiata per valorizzare gli ambienti senza alterarne l'essenza.

Nasce a Bologna un polo culturale dedicato alla luce

In linea con questa visione, Mario Nanni ha ideato un nuovo centro culturale interamente dedicato allo studio della luce, il Mario Nanni Scholé. Questa realtà prenderà forma in due sedi: il Museo Virgola a Bologna, già custode di alcune sue opere, e La luce che non conosci, un innovativo archivio della luce situato a Bentivoglio, alle porte della città.

L'archivio, primo nel suo genere a livello nazionale e internazionale, si estenderà su una superficie di oltre 5.000 metri quadrati e sarà strutturato in due corpi distinti, sviluppati su cinque livelli. La caratteristica più affascinante sarà la cupola mobile, progettata per catturare la luce solare in ogni momento della giornata, illuminando gli spazi espositivi, i laboratori e le aree didattiche.

Questo polo culturale rappresenta una novità assoluta nel panorama artistico italiano e internazionale. Mai prima d’ora era stato realizzato un centro interamente dedicato alla luce come linguaggio artistico, con un'attenzione particolare alla ricerca e alla didattica. Il progetto nasce con l'obiettivo di diventare un punto di riferimento per artisti, architetti, designer e studiosi interessati a esplorare il potenziale espressivo della luce.

Un progetto di formazione e collaborazione

L'obiettivo principale del Mario Nanni Scholé è quello di creare un ambiente di formazione e ricerca, favorendo collaborazioni con università, centri di studio, musei e istituzioni culturali di rilievo internazionale. Secondo la curatrice Beatrice Caprioli, questa iniziativa rappresenta un'evoluzione naturale del percorso dell’artista, da sempre impegnato nel dialogo tra arte, architettura e formazione.

Il progetto prevede una serie di programmi didattici e laboratori rivolti a studenti, professionisti e appassionati, con corsi che spazieranno dalla teoria della luce alla progettazione illuminotecnica, fino agli aspetti più sperimentali dell’uso della luce nell’arte contemporanea. Saranno coinvolti docenti e artisti di fama internazionale, creando un network di scambio culturale e professionale.

In attesa dell'apertura ufficiale prevista per gennaio 2026, sono già in programma una serie di eventi dedicati alla luce nel cinema e nell’architettura, realizzati in collaborazione con il Cinema Modernissimo di Bologna. Questi eventi avranno lo scopo di avvicinare il pubblico alla cultura della luce, mostrando come essa possa essere utilizzata non solo in ambito architettonico, ma anche nella narrazione cinematografica e teatrale.

Conoscere la luce per scriverne

Per Mario Nanni, imparare a comprendere la luce significa allenare i propri sensi: "La conoscenza si accresce solo se viene condivisa, trasmessa da chi l’ha esplorata a chi è pronto a riceverla. Imparare a guardare, ascoltare, annusare, toccare, assaporare è il primo passo per scrivere con la luce, perché solo chi sa coglierne l’essenza può restituirla al mondo consapevolmente".

Con il Mario Nanni Scholé, Bologna si appresta a diventare un centro di riferimento internazionale per la ricerca e la formazione sulla luce, confermando ancora una volta il suo ruolo di città attenta all'innovazione culturale e artistica. Un progetto che non solo valorizza l’arte della luce, ma che invita a una nuova consapevolezza dello spazio e della percezione visiva.

In un periodo storico in cui la tecnologia e l'intelligenza artificiale stanno rivoluzionando ogni aspetto della nostra vita, il lavoro di Mario Nanni ci ricorda l'importanza della dimensione umana e sensoriale dell'arte. La luce, nella sua essenza più pura, è un elemento che può emozionare, trasformare e ispirare, e grazie a questo nuovo polo culturale, il suo potenziale potrà essere studiato e valorizzato come mai prima d’ora.

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