Un'artista tra rigore geometrico e sensibilità lirica
Carla Badiali (1907-1992) è stata una delle figure più significative del movimento dell'Astrattismo Comasco, corrente artistica sviluppatasi tra gli anni Trenta e Quaranta nella città di Como. La sua opera si distingue per la fusione tra una rigorosa struttura geometrica e una profonda sensibilità poetica, rendendola una delle protagoniste dell'arte astratta in Italia.
La sua produzione artistica ha attraversato diversi decenni, evolvendosi dal figurativo giovanile fino alla piena adesione all'astrattismo geometrico, influenzato dalle avanguardie europee e dalle teorie di artisti come Kandinskij. Badiali non si limitò all'attività pittorica, ma fu anche disegnatrice tessile, contribuendo al dialogo tra arte e industria nel contesto comasco.
Il contesto sociale e l'impegno politico
L'attività di Carla Badiali non può essere compresa appieno senza considerare il contesto storico in cui operò. Durante il periodo fascista e la Seconda Guerra Mondiale, l'artista si avvicinò alla Resistenza, mettendo le sue abilità artistiche al servizio della lotta antifascista attraverso la creazione di falsi documenti per aiutare perseguitati politici ed ebrei. Questa esperienza lasciò un segno indelebile nella sua vita, influenzando anche la sua arte negli anni successivi.
Dopo la guerra, nonostante le difficoltà economiche e personali, Badiali continuò il suo percorso artistico con una rinnovata forza creativa. Partecipò a importanti rassegne artistiche, tra cui la Biennale di Venezia del 1966, consolidando la sua posizione nel panorama dell'arte astratta italiana.
Le opere e il linguaggio visivo
L'evoluzione stilistica di Carla Badiali si riflette nelle sue opere più significative. Già nei primi lavori astratti degli anni Trenta, come "Composizione n. 12" (1935-36), si nota un equilibrio tra forme ortogonali e linee sinuose che creano un dinamismo visivo unico. Un esempio emblematico del suo talento è "Composizione in rosa n. 152" (1938), presentata alla Biennale di Venezia del 1942. In quest'opera, la geometria si trasforma in un'esperienza sensoriale, dove il colore si sfuma in passaggi delicati che evocano un senso di sospensione lirica.
Negli anni Quaranta, il ciclo "Le vent se lève" introduce una maggiore fluidità nella composizione, con linee che si muovono liberamente nello spazio, quasi a suggerire una melodia visiva. Tuttavia, con l'intensificarsi della guerra, la sua arte si carica di una tensione drammatica, riflettendo il clima di incertezza e dolore vissuto dall'artista.
Negli anni successivi, il lavoro di Badiali si arricchisce di nuove sperimentazioni, tra cui l'uso del collage e una rinnovata attenzione alla texture e al colore. Il suo impegno nel campo della moda e del design tessile dimostra la sua capacità di coniugare estetica e funzionalità, creando un ponte tra arte e industria.
L'Astrattismo Comasco
Carla Badiali fu una delle protagoniste del gruppo degli Astrattisti Comaschi, movimento che annoverava figure di spicco come Mario Radice, Manlio Rho e Carla Prina. Questo gruppo sviluppò un linguaggio astratto rigoroso, ispirato alle avanguardie europee e alla tradizione razionalista dell'architettura comasca. L'arte astratta in questo contesto non era solo un esercizio stilistico, ma una vera e propria presa di posizione culturale contro il regime fascista, che imponeva il ritorno all'arte figurativa.
La particolarità di Badiali all'interno del gruppo fu la capacità di bilanciare la precisione geometrica con una componente emotiva e musicale. Il suo lavoro si distingue per una leggerezza esecutiva e una sensibilità cromatica che la rendono unica nel panorama dell'astrattismo italiano.
La mostra "Geometria e poesia" alla M77 Gallery di Milano
Nel 2024, la M77 Gallery di Milano ha dedicato una grande retrospettiva a Carla Badiali, intitolata "Geometria e poesia" e curata da Luigi Cavadini. Con oltre sessanta opere esposte, la mostra ha ripercorso l'intera carriera dell'artista, dalla produzione giovanile figurativa fino ai lavori astratti più maturi.
L'esposizione ha permesso di riscoprire il valore della sua ricerca artistica, evidenziando la continuità e l'evoluzione del suo linguaggio visivo. Particolarmente significativi sono stati i confronti tra i dipinti e i disegni progettuali, che hanno rivelato la sua meticolosità nella costruzione dell'immagine.
Questa mostra rappresenta un passo importante nella rivalutazione del contributo di Carla Badiali all'arte astratta italiana, offrendo una nuova prospettiva su una figura che, pur avendo giocato un ruolo cruciale nella storia dell'arte del Novecento, merita ancora maggiore riconoscimento e attenzione critica.
Carla Badiali e il futuro della sua eredità artistica
Oggi, Carla Badiali è sempre più riconosciuta come una delle principali esponenti dell'arte astratta italiana. Il suo stile, che unisce rigore matematico ed emozione, continua a influenzare artisti e studiosi dell'arte contemporanea. L'interesse crescente per la sua opera si riflette non solo nelle esposizioni a lei dedicate, ma anche negli studi accademici e nelle pubblicazioni che approfondiscono il suo contributo all'arte del Novecento.
La sua influenza si estende anche al design e all'architettura, dimostrando come il confine tra le discipline artistiche sia spesso sottile e permeabile. Il lavoro di Badiali rappresenta un ponte tra passato e futuro, tra arte e industria, tra razionalità e sensibilità.
Carla Badiali è stata un'artista di straordinaria sensibilità e determinazione, capace di coniugare rigore geometrico e tensione lirica in un equilibrio perfetto. La sua adesione all'Astrattismo Comasco e il suo impegno civile la rendono una figura emblematica della cultura italiana del XX secolo. Grazie a iniziative espositive come quella della M77 Gallery, il suo lavoro continua a essere studiato e apprezzato, confermando il suo ruolo di "signora dell'Astrattismo". La sua eredità è oggi più viva che mai, pronta a ispirare nuove generazioni di artisti e studiosi.
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