L’arte è da sempre un potente mezzo di espressione e comunicazione, capace di superare barriere linguistiche e culturali. In una stupenda e approfondita ricerca di Noa Balestrieri, dal titolo "Comunicare attraverso l’arte", si esplora l’uso dell’atelier espressivo come strumento di lavoro per gli operatori sociali all’interno di contesti sociopsichiatrici. Questo studio non solo analizza il potenziale terapeutico dell’arte, ma propone anche un approccio innovativo per favorire il benessere e la socializzazione di persone con fragilità psichica.
Chi è Noa Balestrieri?
Noa Balestrieri è una professionista del lavoro sociale con formazione in educazione sociale. Ha svolto la sua ricerca presso l’Organizzazione Sociopsichiatrica Cantonale (OSC) di Mendrisio, concentrandosi sull’uso dell’arte come strumento terapeutico nei contesti di cura psichiatrica. La sua esperienza nell’ambito della socioterapia e della mediazione artistica le ha permesso di sviluppare un approccio innovativo per facilitare la comunicazione e il benessere delle persone con fragilità psichica.
L’arte come linguaggio universale
L’espressione artistica è una forma di comunicazione che permette di esternare emozioni, vissuti e pensieri difficili da esprimere a parole. Il contesto in cui si inserisce questa ricerca è il Club ‘74, parte del Servizio di Socioterapia dell’Organizzazione Sociopsichiatrica Cantonale (OSC) di Mendrisio. L’obiettivo è quello di esplorare il ruolo dell’arte nel favorire la relazione tra pazienti e operatori sociali, creando spazi di confronto e condivisione.
L’atelier espressivo: un ponte tra terapia e socializzazione
Uno degli aspetti centrali della ricerca è la realizzazione di un atelier espressivo per pazienti ricoverati presso la Clinica Psichiatrica Cantonale. Attraverso il processo creativo, i partecipanti hanno potuto rappresentare simbolicamente i propri vissuti e confrontarsi in un ambiente protetto e stimolante. La metodologia utilizzata si è basata su un approccio interdisciplinare, coinvolgendo operatori della socioterapia e psicologi, con l’intento di rispondere ai bisogni terapeutici e relazionali dei pazienti.
Il tema del desiderio nell’espressione creativa
Un elemento chiave dell’atelier è stato il focus sul "desiderio" come tematica centrale. L’idea era quella di stimolare i partecipanti a esplorare e rappresentare i propri desideri attraverso immagini, colori e parole. Questo approccio ha permesso di attivare un processo di introspezione e condivisione, evidenziando come il desiderio sia un motore fondamentale della vita e della crescita personale.
Benefici dell’atelier espressivo nei contesti sociopsichiatrici
Dall’analisi dei risultati emerge che l’atelier espressivo non solo ha favorito il dialogo e la socializzazione tra i partecipanti, ma ha anche aiutato gli operatori sociali a comprendere meglio i bisogni e le emozioni dei pazienti. Il contesto artistico ha permesso ai pazienti di comunicare senza il peso del giudizio, utilizzando simboli e immagini per esprimere parti di sé difficili da verbalizzare. Inoltre, l’esperienza ha evidenziato l’importanza di un approccio interdisciplinare nella cura e nel supporto delle persone con fragilità psichica.
L’arte terapia è sempre più riconosciuta come un efficace strumento di supporto nelle terapie psichiatriche, aiutando a ridurre ansia e stress e migliorare il senso di identità e autostima nei pazienti.
L’atelier espressivo si è rivelato un efficace strumento di intervento, capace di integrare la dimensione artistica con quella terapeutica e relazionale. Questo studio suggerisce che l’arte possa essere utilizzata in contesti sociopsichiatrici non solo come mezzo di espressione, ma anche come strategia per migliorare la qualità della vita dei pazienti.
In futuro, sarebbe interessante ampliare questo tipo di progetto, coinvolgendo una rete più ampia di professionisti e istituzioni per rendere l’arte un elemento sempre più centrale nel lavoro sociale e terapeutico.
L’esperienza del Club ‘74 dimostra che l’arte può diventare un ponte verso la guarigione e la riscoperta di sé, confermando il suo valore intrinseco come linguaggio universale e strumento di trasformazione personale e collettiva.
Credit photo: merlinlightpainting
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