Valerio Adami in mostra alla Dep Art Gallery di Milano

I contorni della memoria: Valerio Adami in mostra alla Dep Art Gallery di Milano

Valerio Adami mostra Dep Art Gallery Milano

Contorni netti, colori accesi, memoria stratificata. Con la nuova mostra Ripensando la realtà, ospitata fino al 17 maggio presso la Dep Art Gallery di Milano, il grande pittore Valerio Adami torna a confrontarsi con il pubblico italiano. Una rassegna intensa e raffinata, curata da Lorenzo Madaro, che raccoglie una selezione di opere create tra gli anni Settanta e Duemila. Una ventina di dipinti di grandi dimensioni, accompagnati da disegni e acquerelli, capaci di raccontare un universo poetico e intellettuale dove la pittura diventa filosofia visiva.

Una firma inconfondibile: tra cultura e immaginario collettivo

Nato a Bologna nel 1935, Adami è una figura chiave della pittura italiana contemporanea. Il suo segno grafico inconfondibile e la capacità di elaborare narrazioni visive cariche di riferimenti letterari, filosofici e storici lo rendono uno degli artisti più colti e profondi della sua generazione. La mostra alla Dep Art, che segue la personale del 2021 nella stessa sede e si affianca alla parallela retrospettiva alla Fondazione Marconi, rappresenta un nuovo capitolo di rilettura critica del suo percorso.

Adami non dipinge semplicemente, riflette attraverso la pittura. I suoi lavori sono mappe esistenziali e culturali, dove la linea netta che separa le campiture di colore diventa il tracciato di un pensiero visivo che filtra e reinterpreta la realtà. La memoria, in questo contesto, non è solo evocazione: è costruzione e frammentazione, è tessitura di esperienze personali e di archetipi collettivi.

Ripensare la realtà attraverso la forma

Il titolo della mostra, Ripensando la realtà, suggerisce l’intento dell’artista: non restituire il reale in forma mimetica, ma rileggerlo, decostruirlo, reinventarlo attraverso un linguaggio formalmente rigoroso. Il segno sintetico e strutturante, vero e proprio marchio stilistico di Adami, definisce le forme e le isola in spazi cromatici omogenei e vibranti. Ogni opera diventa così una scena teatrale dove i personaggi agiscono e si ritraggono, in un gioco di apparizioni, sospensioni e silenzi visivi.

La composizione si costruisce per metonimie, per dettagli che suggeriscono il tutto, per frammenti che alludono a un universo più vasto. Le influenze della pittura michelangiolesca e manierista si fondono con il rigore cubista, dando vita a una grammatica pittorica personale, scandita e ritmata come una partitura musicale.

Iconografie della memoria: dalla mitologia al diario personale

Il percorso espositivo offre una panoramica della memoria come costruzione estetica, come atto critico e creativo. In opere come Mon journal au bord du lac (1990), Adami trasforma l’esperienza intima in meditazione universale. Architetture antiche, simboli e frammenti di civiltà passate si affacciano sulla scena pittorica, come relitti sopravvissuti al tempo.

In Sturm und Drang (1979), il titolo richiama l'impeto giovanile, mentre la composizione ne restituisce l’eco meditata e interiorizzata: il fulmine che si staglia congelato, simbolo di un’energia ora contenuta e filtrata, diventa metafora dell’evoluzione stilistica e psicologica dell’artista.

Straordinaria, per intensità e densità semantica, Odisseo (per E. Pound) (1977): l’eroe omerico si fa emblema della resistenza culturale contro l’oblio, in un’opera dove mito, letteratura e filosofia convergono. La figura centrale, avvolta da simboli ambigui e potenti, è un cavaliere della memoria, un tramite tra passato e presente.

La dea della memoria al centro del quadro

Il culmine concettuale della mostra è forse rappresentato da Mnemosine, machine à écrire et violon (1987), un trittico monumentale dove la personificazione greca della memoria è posta tra due poli dell’intelligenza umana: la scrittura e la musica. A sinistra, lo scrittore – con i tratti di James Joyce – rappresenta il potere evocativo della parola. A destra, una mano che suona un violino incarna la dimensione emotiva e sinestetica della memoria. La figura di Mnemosine, centrale, custodisce e rielabora, rendendo visibili le connessioni invisibili tra suono, pensiero e immagine.

In questo quadro come in tutta la mostra, la memoria non è mai semplice nostalgia: è un atto politico e poetico, una resistenza culturale, un gesto pittorico che afferma il diritto alla complessità, alla profondità, alla riflessione.

Valerio Adami e la pittura come archivio della coscienza

La mostra Ripensando la realtà ci ricorda che l’arte può – e deve – essere uno strumento critico di indagine sul tempo, sulla memoria e sull’identità collettiva. Valerio Adami, con la sua pittura colta, densa, stratificata, ci guida in un viaggio tra le pieghe del pensiero e della storia, tra i miti del passato e le ombre del presente.

La Dep Art Gallery di Milano conferma il proprio ruolo centrale nella promozione di un'arte che non cede alla superficialità ma insiste sul valore della ricerca, dell’approfondimento, della memoria. In tempi di amnesie culturali e di semplificazioni visive, il lavoro di Adami è un invito a resistere con l’immaginazione.

INFO MOSTRA

Valerio Adami. Ripensando la realtà

Dep Art Gallery, Milano

Fino al 17 maggio 2025

da martedì a sabato dalle 10:30 alle 19:00

A cura di Lorenzo Madaro

© Riproduzione vietata

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