La collezione Farnese: arte e potere nella Roma del Cinquecento

Musei Capitolini, Villa Caffarelli fino al 18 maggio 2025

L’imponente mostra I Farnese nella Roma del Cinquecento. Origini e fortuna di una collezione, ospitata ai Musei Capitolini fino al 18 maggio 2025, rappresenta un’occasione unica per esplorare la straordinaria collezione artistica farnesiana, una delle più celebri del Rinascimento. L’esposizione, curata da Chiara Rabbi Bernard e Claudio Parisi Presicce, riunisce circa 140 capolavori tra sculture, bronzi, dipinti, manoscritti e reperti archeologici, provenienti da alcune delle più importanti istituzioni museali italiane e internazionali, come il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, le Gallerie degli Uffizi e il Museo del Louvre.

La grandezza dei Farnese: arte e potere

La famiglia Farnese fu una delle più influenti dinastie italiane del Cinquecento. Il loro percorso di ascesa sociale e politica culminò con Alessandro Farnese, che nel 1534 divenne Papa Paolo III. Il pontefice ebbe un ruolo cruciale nella trasformazione urbanistica di Roma, affidando a Michelangelo la progettazione di Piazza del Campidoglio e promuovendo una nuova stagione artistica, con lo scopo di riaffermare il potere della Chiesa e la maestosità della città eterna.

La passione per l’arte dei Farnese non fu solamente un segno di prestigio, ma anche un sofisticato strumento di affermazione politica. La loro collezione di sculture antiche, dipinti e manoscritti fu concepita come una celebrazione della grandezza imperiale e della continuità tra l’antichità classica e il papato rinascimentale. Fulvio Orsini, raffinato umanista e antiquario, fu il curatore e artefice dell’ampliamento della collezione, contribuendo alla sua valorizzazione e documentazione.

La mostra: un viaggio nella collezione Farnese

L’allestimento si snoda attraverso dodici sale, ciascuna delle quali racconta un capitolo della storia farnesiana. Tra le opere più significative esposte troviamo:

  • L’Ercole Farnese e il Toro Farnese, due colossali sculture recuperate dalle Terme di Caracalla e simbolo della magnificenza della famiglia.
  • La Madonna del Divino Amore di Raffaello, capolavoro rinascimentale di intensa spiritualità.
  • Il Ritratto di Papa Paolo III con il camauro di Tiziano, che immortala la figura del pontefice con straordinaria profondità psicologica (nella foto).
  • Il Ganimede con l’Aquila, raffinata scultura in marmo che testimonia l’interesse per l’arte classica.
  • I disegni preparatori della Galleria dei Carracci, una delle più importanti testimonianze dell’arte decorativa del periodo.

Un’intera sezione è dedicata al legame tra i Farnese e la città di Roma, con mappe e documenti che illustrano i progetti urbanistici di Paolo III, tra cui l’apertura della Via Paola e la monumentalizzazione del Campidoglio. Inoltre, è esposto il Testamento del Gran Cardinale Alessandro Farnese, documento che sanciva l’inalienabilità della collezione e il desiderio di preservarla per le generazioni future.

L’eredità della collezione Farnese

Dopo la caduta della famiglia Farnese, nel XVIII secolo, gran parte della collezione fu trasferita a Napoli per volere di Carlo di Borbone, dando vita al nucleo fondante del Museo Archeologico Nazionale. Tuttavia, il loro lascito artistico rimane indelebile, testimoniando come il connubio tra arte e potere abbia plasmato la storia culturale europea.

La mostra rappresenta un’opportunità imperdibile per ammirare opere straordinarie e per riscoprire l’eredità di una delle famiglie più influenti del Rinascimento italiano. Un viaggio nel passato che continua a illuminare il presente.

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