Questo spettacolo, è una produzione coreografata da John Cranko, con la supervisione di Reid Anderson. Le scene e i costumi sono curati da Elisabeth Dalton, mentre le luci sono firmate da Steen Bjarke.
Il balletto racconta la storia di Tatiana, una giovane donna che si innamora di Onegin, un uomo cinico e disilluso. La trama esplora temi di amore, rimpianto e destino, con una narrazione emotiva e coreografie che catturano la profondità dei personaggi. Tra i protagonisti, spiccano ballerini di fama internazionale come Nicoletta Manni e Friedemann Vogel, che si alternano nei ruoli principali.
La cosa che mi ha incuriosito di più è stata, come detto, la possibile commistione con le arti figurative. Il balletto "Onegin" ha, infatti, legami significativi con il mondo delle arti figurative, grazie alla sua origine letteraria e alla sua capacità di ispirare rappresentazioni visive.
Ecco alcuni punti chiave che mi è piaciuto analizzare:
Origine letteraria e influenza artistica:
Il balletto è basato sul poema "Evgenij Onegin" di Aleksandr Puškin, un'opera che ha ispirato numerosi artisti visivi russi e internazionali. Le illustrazioni e i dipinti ispirati a Puškin spesso catturano l'atmosfera romantica e drammatica della storia.
Scenografia e costumi:
Le scenografie e i costumi di "Onegin" sono opere d'arte a sé stanti. Elisabeth Dalton, ad esempio, ha creato ambientazioni che evocano l'eleganza e il dramma della Russia ottocentesca, trasformando il palcoscenico in un quadro vivente.
Movimento e dinamismo:
La coreografia di John Cranko traduce il movimento in una forma d'arte visiva. I passi di danza e le pose dei ballerini ricordano spesso le composizioni pittoriche, con un'attenzione particolare alla simmetria e all'espressività.
Rappresentazioni figurative della danza:
Artisti come Edgar Degas, noti per le loro rappresentazioni di ballerine, hanno catturato l'essenza del balletto in opere che potrebbero facilmente richiamare l'eleganza e la grazia di "Onegin".
Temi universali:
I temi di amore, rimpianto e destino presenti in "Onegin" sono stati esplorati, abbondantemente, anche nelle arti figurative, rendendo il balletto un ponte tra diverse forme di espressione artistica.
Non vedo l'ora di immergermi nell’eleganza senza tempo di "Onegin", sono certo che sarà un viaggio emozionale tra amore, rimpianto e passione sulle note immortali di Čajkovskij. Sul palco del Teatro Costanzi di Roma, ogni passo di danza immagino che avrà la capacità di diventare poesia visiva, ogni gesto racconterà una storia che toccherà l’anima. Sarà una ghiotta occasione per vivere dal vivo un capolavoro che, ne sono certo, mi rimarrà impresso nel cuore.
Foto: la copertina del libro a cui si ispira lo spettacolo.
© Riproduzione vietata