“ Io, Domitilla, figlia di Marco il “fullo”, mi risveglio dopo aver dormito per circa duemila anni sotto una pesante coltre di cenere e lapilli.
Oggi non sono più la bella “meretrix” di un tempo, ma solo un calco da cui il mio spitito è emerso per volere di Venere Callipigia, mia protettrice.
Ed ora io, impalpabile entità, vago tra le rovine di quel che fu la mia città e che l’ira degli Dei condannarono alla distruzione ed alla morte.
Ora che i raggi del sole non possono più riscaldarmi mi ritrovo a rimembrare i giorni della mia gioventù stroncata e quelli felici quando tutta Pompei parlava di Domitilla la bella “meretrix” e lo “sterminator Vesevo” avea non acor trascinato me nell’Ade e la mia splendida città nella distruzione totale.
Questo mi sembrò di sentir sussurare, durante una mia recente visita agli scavi Pompeiani, mentre ero intento ad ammirare un calco di donna posto negli ambienti del museo, forse fu sogno o forse realtà ma di certo fu l’imput per questa mia ricerca pittorica sulle ultime giornate che precedettero la fine della bella Domitilla ma è anche la speranza di far rivivere ancor oggi questa entità che in un giorno di Agosto ha parlato mediaticamente al mio cuore.
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