mercoledì 22 agosto 2007

Aiello Calabro uno splendido paesino ricco di tesori artistici abbandonati a se stessi


Aiello Calabro è un meraviglioso paesino dell'entroterra cosentino, ricco di tesori artistici che, se adeguatamente valorizzati, potrebbero costituire un importante volano per incrementare il turismo e l'economia della cittadina. A guidarci tra le bellezze artistiche di Aiello Calabro ci pensa Bruno Pino, giornalista de "Il Quotidiano della Calabria". Il suo speciale indica quale tappa obbligata, per chi ama l'arte, sebbene si trovi un pò fuori dal paese, la Cappella Cybo Malaspina. Testimonianza emerita del Rinascimento calabrese - dice Bruno Pino -, la Cappella gentilizia, posta all'interno dell'ex complesso monastico dei Frati Minori Osservanti di San Francesco d'Assisi, fu realizzata nel 1597, su commissione della famiglia Cybo Malaspina, da Pietro Barbalonga di Aiello, trapiantatosi nella cittadina ma di origini messinesi, e dai toscani Andrea Matini e Battista Cioli.

La Cappella era collocata originariamente nel convento "vecchio", che si trovava a poca distanza da quello attuale. Nel 1622 però la struttura ebbe i primi cedimenti strutturali, - continua il giornalista -, aggravati poi dal terremoto del 1638. Così fu necessario ricostruire il convento su un terreno più idoneo. I lavori iniziarono nel 1735, durante i quali le parti architettoniche della Cappella Cybo Malaspina furono smontate e rimontate nella nuova struttura. Caratterizzata dalle alte finestre ad ampolla, presenta, esternamente, nello spigolo posto a Sud-Est, una colonna con capitello ionico e tratto di trabeazione, alla cui sommità è collocato lo stemma in marmo di casa Cybo.

Il portale d'ingresso del convento è in pietra tufacea scolpita con maschera al centro dell'arcata, con festoni di fiori e frutta. Entrando nell'atrio, abbiamo di fronte la Chiesa delle Grazie, a navata unica e con decorazioni in stucco. Nella parete di fondo (coro), si conservano due brani marmorei (arte napoletana del 1500) in bassorilievo: "Annunciazione" e "Dio Padre", appartenenti al monumento sepolcrale di F. Siscar (feudatario dello Stato di Aiello e viceré di Calabria), e provenienti anch'essi dal vecchio convento. La Cappella Cybo, invece, il cui prospetto è alla sinistra dell'atrio, presenta all'esterno erme, timpani rettilinei spezzati, volti satireschi, conchiglie rovesciate. All'interno si trova l'altare a fastigio in marmi verdi, bianchi e neri di Calabria, al cui centro, ormai irrimediabilmente perduto vi era un affresco del '500 di scuola napoletana che raffigurava la Madonna delle Grazie. La porzione di muro su cui era l'affresco, si racconta, venne staccata e trasportata su un carro di buoi miracolosamente integra. La Cappella, per molti anni, dal 1668 al 1808, ha conservato le Reliquie del Santo Patrono San Geniale Martire, ora nella chiesa matrice di Santa Maria Maggiore.

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